Il 28 agosto scorso, la consigliera del Movimento 5 stelle Paola Pollini ha presentato un’interrogazione al presidente del consiglio regionale lombardo sul progetto del nuovo ospedale di Cremona e sul destino riservato al Maggiore. Il 15 dicembre 2021 veniva firmato il “protocollo di intesa finalizzato alla realizzazione del nuovo ospedale nel percorso di sviluppo della sanità territoriale”. Tra i firmatari il presidente ddlla Regione Lombardia, il presidente della Provincia di Cremona, il Sindaco di Cremona, il direttore generale dell’Asst di Cremona e il direttore generale dell’Ats Valpadana.
Il protocollo di intesa – si legge nell’interrogazione – si pone come obiettivo la “condivisione del percorso volto alla realizzazione del nuovo ospedale di Cremona mediante un intervento di sostituzione edilizia dell’attuale monoblocco con una nuova struttura nosocomiale da realizzarsi nella medesima, attuale area ospedaliera nel quadro di una più generale valorizzazione e implementazione della sanità territoriale”.
Le parti si impegnano a costituire un apposito tavolo tecnico denominato “Gruppo di Lavoro” da riunirsi almeno una volta a trimestre e provvedono a documentare le attività svolte. Nelle premesse del Protocollo di intesa, si legge che la direzione generale dell’Asst di Cremona “ha predisposto un’approfondita disamina delle attuali condizioni di esercizio del monoblocco ospedaliero di Cremona nel quadro normativo di riferimento, e delle diverse possibilità di intervento per il perseguimento di un rinnovo infrastrutturale della sanità cremonese”.
L’Asst di Cremona avrebbe inoltre pubblicato un documento dal titolo “un nuovo ospedale per Cremona tra innovazione e sostenibilità” dove la stessa Asst avrebbe dimostrato la fattibilità dell’intervento di sostituzione edilizia dell’attuale monoblocco.
Il costo complessivo dell’intervento ammonta ad euro 250.702.754,47 di cui 238.167.616,75 erogati dallo Stato e 12.535.137,72 dalla Regione. A questi sono stati aggiunti ulteriori 30 milioni di euro per le operazioni di trasferimento e demolizione della vecchia struttura. ”Non risultano invece le tempistiche e soprattutto lo stato di avanzamento del progetto – osserva Paola Pollini -. Emerge invece l’intenzione da parte dell’Asst di operare un pesante e drastico ridimensionamento delle attività svolte nell’attuale monoblocco nonché una riduzione dei posti letto portandoli dagli attuali 1.400 ad appena 445 oltre a 6 BIC e 42 MAC. L’operazione sarebbe motivata dalla convinzione di poter dislocare fuori dall’ospedale oltre due terzi delle attività che in questo
momento si svolgono presso il presidio ospedaliero di Cremona. Gli spazi una volta dedicati ai posti letto sarebbero, nell’idea progettuale dell’Asst, riservati, tra l’altro, ad altre attività non
propriamente di carattere sanitario come, ad esempio, quelle che riguardano il benessere olistico della persona che comprende spazi e servizi all’aperto come pet-therapy, orti condivisi, giardini botanici e serre; oltre che ad attività da svolgere al chiuso come:
area concerti, aree didattiche e per installazioni, spazi commerciali, musicali, specchi d’acqua ecc. Tutte attività sicuramente interessanti in ottica di miglioramento esperienziale della struttura ma che, a giudizio mio, esulano dalle attività principali e fondamentali di un’azienda ospedaliera pubblica”.
Nell’interrogazione si fa presente che ”il potenziamento della medicina territoriale e la fuoriuscita del sistema sanitario regionale dal modello “ospedale-centrico”, unita ad una maggior presenza del pubblico, sono gli obiettivi principali che la Regione Lombardia dovrebbe prefiggersi in ambito sanitario”.
”Perseguire tali obiettivi – si obbietta nell’interrogazione – non può però danneggiare gli utenti diminuendo prestazioni e posti letto. La previsione di voler dislocare fuori dall’attuale stabile di Cremona oltre due terzi delle prestazioni erogate non sembra al momento realizzabile. Urgono garanzie ovvero serve prima avviare questi servizi esterni e solo allora si potrà procedere con lo smantellamento della vecchia struttura. Il rischio che corre l’Asst di Cremona è quello di avviare un’importante opera lasciando scoperto il territorio per anni di quei servizi che l’utenza andrà inevitabilmente a ricercare presso strutture convenzionate o private”.
Fatte queste premesse, la consigliera pentastellata chiede al presidente del consiglio regionale
1. Se condivide le preoccupazioni riguardanti il piano di dislocamento dei servizi fuori dall’attuale presidio ospedaliero di Cremona e quali azioni siano già state fatte e quali sono in programma per garantire la copertura all’utenza dei medesimi servizi oggi offerti.
2. Se è prevista una riduzione complessiva dell’offerta di servizi sanitari sia durante il periodo di cantiere e sia dopo con la nuova struttura pienamente operativa. Si richiede una valutazione comparata dei servizi erogati prima, durante e dopo il cantiere.
3. D iavere copia dei verbali delle riunioni del Gruppo di Lavoro costituito con la sottoscrizione del citato Protocollo di intese nonché della relazione ricognitiva realizzata dall’Asst di Cremona.
4. Lo stato di avanzamento del progetto e copia della relativa documentazione.
5. Le tempistiche di realizzazione dell’intervento.
Una risposta
Il M5S è l’unica realtà politica che prova a tutelare i cittadini chiedendo conto e soprattutto sottolineando la grave situazione della sanità pubblica cremonese. Tutte le altre parti politiche dove sono? Siamo messi male e aspettiamo che vada peggio?