La scorsa settimana ho incontrato il direttore generale dell’Azienda socio sanitaria territoriale Giuseppe Rossi e l’architetto Maurizio Bracchi del Dipartimento innovazione, sostenibilità e aree di sviluppo strategico. Tema del colloquio è stato la vexata quaestio: demolire l’ospedale e costruirne uno nuovo o ristrutturare l’esistente. E’ stato un incontro, durato due ore e mezza, tutto sommato cordiale, appassionato, in qualche momento con toni sopra le righe, in particolare col dottor Rossi, ma diciamo normale se pensiamo a interlocutori fermi sulle proprie posizioni contrapposte. Sono stato chiamato dall’architetto Bracchi a seguito della lettera-esposto inviata ai media nella mia veste di tecnico esperto di recuperi, recupero degli edifici esistenti e come firmatario della petizione ”No alla demolizione del Maggiore”.
Bracchi mi ha illustrato tutte le ragioni che hanno fatto propendere per la demolizione anziché il recupero: edificio inadeguata, vetusta, con un basso livello di sicurezza strutturale. Rossi è intervenuto dicendo che la maglia dei pilastri dell’attuale, di metri 6 per 6, non permette di realizzare vani “rotondi” che sarebbero indispensabili per un ospedale “innovativo”. Io chiedo se sono stati fatti un rilievo materico, prove statiche e uno studio di massima per valutare la possibilità del recupero e ristrutturazione con le stesse caratteristiche richieste per il nuovo e se si può averne una copia. Rossi si è alterato e ha risposto che hanno fatto tutto ciò che serviva, non dissipando i miei dubbi.
Il direttore generale dell’Asst ha poi spiegato che per prima cosa hanno chiesto il finanziamento per il recupero, ma il gruppo “locale”, saputo della possibilità di ricevere 330 milioni per la costruzione di un nuovo ospedale, ha optato subito per questa soluzione. Ho replicato dicendo che di fronte al piatto che è stato presentato, cioè l’impossibilità assoluta di recuperare l’esistente, persone incompetenti e ignoranti in materia, quale opzione avrebbero scelto? Ribadisco che l’attuale ospedale si presta alla ristrutturazione, con opportuni interventi, minimizzando allo stesso tempo gli impatti ambientali, economici e sociali di ciascuno step di intervento.
L’ospedale di Cremona non è “obsoleto”, ma trascurato. Con l’attuale e le precedenti gestioni non si è provveduto a una manutenzione, sia ordinaria che straordinaria.
Bracchi ha sostenuto che la riabilitazione è molto impegnativa, difficile e con tempi lunghissimi. Certamente, osservo io, il progetto del nuovo è più facile, necessita di meno impegno, ma con un dispendio economico di gran lunga maggiore e con un impatto ambientale superiore del 45% rispetto al recupero.
Bracchi e Rossi affermano che la superficie dell’attuale non ci permette di realizzare un modello d’ospedale come previsto nel nuovo. Io faccio notare che il Maggiore ha una superficie di circa 100.000 metri quadrati e il nuovo di circa 65.000.
L’Ires Piemonte ha analizzato i costi teorici per la costruzione di nuovi ospedali, Parco della salute della ricerca e dell’innovazione a Torino, nuovo ospedale dell’Asl Verbano Cusio Ossola, ospedale unico dell’Asl Torino 5, determinando i costi teorici complessivi e per posto letto con impianti tecnologici: 300.000 euro per la costruzione, 2.500 euro al metro quadro, posti letto previsti nel nuovo ospedale 554.
I dati forniti dalla direzione dell’Asst di Cremona sono 285 milioni di euro per la nuova costruzione più 30 milioni per la demolizione. Il calcolo economico per la riqualificazione dell’attuale va conteggiato in base a quello che c’è da conservare o sostituire, tenendo presente che la “scatola edilizia” esiste già e normalmente si calcola tra il 40 e il 50°% del valore di tutta l’opera. Dalle analisi Ires emerge inoltre che la vita media di un ospedale come il nostro è di 90 anni! La destrutturazione e la ristrutturazione in step, a stralci, oltre garantire la possibilità di perfezionare acquisizioni e realizzare lavori rivolgendosi agli operatori economici più competenti e competitivi dà la possibilità di realizzare opere e impianti tecnologici sempre aggiornati, come interventi antisismici e l’isolamento termico.
Rossi mi ha invitato a lasciar perdere le analisi della Regione Piemonte ”che non hanno niente da insegnare a noi della Regione Lombardia”.
E io domando: ”Avete fatto le analisi previsionali di CO2 e CO che saranno emesse in più durante il periodo di apertura del cantiere che sarà di 10-12 anni e altri 3 anni per la demolizione, tenendo presente che siamo primi in Europa per inquinamento atmosferico?”.
Interviene Bracchi: ”Il cantiere sarà organizzato con sistemi innovativi”. Io replico: ”I mezzi d’opera utilizzati dovranno essere i soliti tradizionali: non si scava con il badile. E faccio un elenco dei mezzi necessari previsti per la costruzione e per la demolizione. Cito l’analisi fatta dalla Cnb (Cooperativa muratori di Carpi) dove vengono elencate la emissioni di CO2 di tutti i macchinari di cantiere”. Faccio inoltre presente il consumo di energia elettrica e idrica molto elevati per la costruzione e demolizione mentre quelli necessari alla ristrutturazione sono inferiori dell’80%.
Evidenzio l’enorme impatto veicolare che si avrebbe nelle vie adiacenti e in prossimità del cantiere per 15 anni, un arco di tempo in cui diminuirebbero i parcheggi che già sono insufficienti.
In conclusione, pazienti e parenti che si appoggiano sull’attuale ospedale dovranno subire tutti i disagi causati prima dal nuovo cantiere poi dalla demolizione. Per 15 anni si dovrà tenere chiuse le finestre ermeticamente perché l’aria sarà irrespirabile. La viabilità interna ed esterna al limite del collasso.
Il valore della scatola edilizia attuale, cioè dell’ospedale maggiore, è di 1.000 euro al metro quadro per 100.000 metri: 100 milioni di euro. Per la costruzione ex novo occorrono 330 milioni ai quali bisogna aggiungere la perdita di 100 milioni pari al valore del Maggiore, destinato alla demolizione.
Rossi chiude l’incontro dicendo che chi si oppone alla costruzione di un nuovo ospedale vuole il male di Cremona perché con il recupero si perderebbero i 330 milioni di euro già finanziati. Per avere un finanziamento per la ristrutturazione bisogna invece presentare un nuovo progetto e fare una richiesta specifica.
Al che replico: ”Certo, ma non si possono sprecare risorse dei cittadini pur di spendere quattrini inutilmente, con l’aggravante di creare enormi e inammissibili disagi a tutta la collettività. Avere senso civico e preservare risorse che possono servire per altri interventi necessari: questo è un bene per la città”.
Giorgio Mantovani
16 risposte
Giorgio Mantovani e il comitato stanno portando avanti in modo serio e appassionato disinteressatamente il discorso del nuovo ospedale come avrebbero dovuto fare i politici che rappresentano la città e i cittadini dai quali sono stati eletti. Ma se i più in alto di grado (Pizzetti, Salini, e ora Ventura) sono stati zitti fino ad ora essendo tra i fautori del progetto o favorevoli, e gli altri (Piloni and Company, e così via) si sono svegliati ora quasi sorpresi, mentre Forza Italia e la lega tacciono ci dobbiamo chiedere: chi pensa alla salute dei cremonesi? Chi tutela i loro interessi? Quando voteremo ricordiamoci!
È stato superlativo. Grazie e complimenti
15 anni di ulteriori disagi per cittadini fragili in quanto bisognosi di attenzioni e cure: tutti prima o poi abbiamo bisogno di rivolgerci a un ospedale!!! Anche perché la tanto sbandierata medicina del territorio è allo sbando totale, non è mai partita! Bisognerebbe cercare la puntata di Report di qualche domenica fa quando è stata analizzata la situazione proprio in provincia di Cremona!
Bravissimo e molto preparato nella spiegazione della inutilità della nuova costruzione 👍👏👏👏👏👏
Il direttore Rossi non argomenta il suo diniego alla ristrutturazione dell’ospedale, al contrario di Mantovani che sviscera ogni possibile intervento con dovizia di dati, da esperto quale è del settore. Ergo: chi non ha competenza parli per quello che sa. Fa specie che un DG si esprima sul problema, per quello che ho letto, senza dovizia di dati, anche purtroppo con una malcelata arroganza. In caso di successo del non abbattimento, i quattrini risparmiati ringraziano Assieme alla Cittadinanza.
Condivido ogni argomentazione.
Mi pare che (esattamente come per la Cremona-Mantova) l’unico argomento solido portato dai sostenitori delle opere resti sempre quello di “non perdere il finanziamento deliberato”.
Come se fosse un buon argomento quello di partire sempre dalla coda dei processi e non dalla testa.
Alla quantificazione dei costi e alla loro copertura economica si dovrebbe arrivare al termine di un dibattito sulle modalità di intervento e la progettazione si dovrebbe sviluppare sulla scorta di quanto scaturito da quel dibattito. Non il contrario.
Se qualche politico folle, alimentato dalla lobby dei costruttori, riuscisse a far stanziare uno straordinario contributo di 500 milioni di euro per erigere una nuova cattedrale al posto dell’attuale, al passo con i tempi e dotata di tutte le tecnologie per garantire il comfort dei fedeli, cominceremmo seriamente a discutere sull’opportunità di un tale intervento a partire dal fatto che sia un peccato sprecare il finanziamento promesso?!
Infine non posso non pensare che tutti i sedimi dell’attuale ospedale, una volta liberati dagli edifici, non possano scatenare appetiti immobiliari e conseguenti ulteriori cantieri (per la gioia di utenti e lavoratori dell’ospedale, residenti e collettività locale).
Siamo sicuri che anche questo elemento (e gli affari che genererà) non stiano alla base del noto contributo?
Più che un sospetto è quasi una certezza. Manca solo la prova.
Vani rotondi fondamentali per essere innovativi, sto morendo dalle risate.
Speriamo che il vostro contributo sia accolto da molti,moltissimi,se si vuole ottenere risultati. Mi preoccupa l’indifferenza dei nostri concittadini-spero che non sia,per alcuni,omertà.
Nessuno, dico nessuno crede che il progetto di un un nuovo ospedale sia stato concepito per il bene di Cremona; i cremonesi lo sanno, ma non reagiscono; la rassegnazione contadina fa parte del nostro DNA. Ognuno ha quello che si merita, politici compresi.
Non sono “contro” la costruzione di un nuovo ospedale, sono “contro” la demolizione del vecchio. Vecchio, …. parliamone!
Peché invece di demolire l’attuale non se ne costruisce un altro? Cerco di spiegarmi. L’esempio l’abbiamo a Brescia. C’è il vecchio ospedale e subito dietro c’è il “Satellite”. Il nuovo, quindi, verrebbe ridimensionato e si potrebbe invece dotarlo di altissime tecnologie. Il vecchio, rimanendo, assolverebbe a tutte quelle mansioni di bassa tecnologia che comunque in ospedale sono indispensabili. Cosi facendo, avremmo il nuovo ospedale molto all’avanguardia perché dotato appunto di tecnologie all’avanguardia, ma più piccolo, con meno letti di quanti preventivati con il progetto attuale, mancanza comunque supportata dal vecchio.
Non sono molto esperto nei calcoli, credo però che cosi facendo, con il risparmio della demolizione del vecchio e il risparmio del ridimensionamento del nuovo, potremmo devolvere il denaro, alla qualificazione del personale. Qualificazione che darà la possibilità di far funzionare il nuovo, rendendo al cittadino cremonese e non solo, un servizio eccellente. Sì, il Personale (Medici, Infermieri, Ausiliari ecc.. Ne abbiamo un bisognone!!
Che ci frega di avere una bellissima Ferrari e non saperla guidare, magari senza avere manco la patente!?
Credo di essere stato tra i primi cremonesi a criticare apertamente la bizzarra e improvvisata ipotesi di rifare integralmente, “miniaturizzandolo”, il nostro ancora relativamente giovane, anche se alquanto maltenuto, “Ospedale Maggiore”. Il dibattito che si è poi, in argomento, sviluppato, anche se caratterizzato dalla, non di rado saggia, flemma che è tipica della nostra popolazione, ha confermato e arricchito di motivazioni i gravissimi dubbi di opportunità che gravano sull’intera operazione. Non posso che augurarmi che la politica locale sappia, al più presto possibile e senza sprecare tempo e ulteriori risorse, adottare delle ipotesi di lavoro più sagge e meglio aderenti alle reali necessità del nostro territorio.
Esprimo la mia gratitudine per chi si è preso a cuore questo problema, condivido pienamente le argomentazioni che sono state portate, spero che prevalga il buon senso.
Volevo ringraziare di cuore il signor Mantovani per lo sforzo profuso, la competenza e la passione. Finalmente qualcuno che vuole andare a fondo. Solidarizzo con la sua causa. Non sono contraria al nuovo, benché liofilizzato, ospedale, sono dubbiosa rispetto ad una politica che si rifiuta di vedere l’ovvio: serve organizzazione, management e volontà sul vecchio, che poi vecchio non è. Non va demolito: è una risorsa preziosa. Grazie.
Vedo l’argomento da un altro punto di vista: il colloquio tra il dottor Rossi ( prossimo alla scadenza mandato ) e l’architetto Bracchi altro non è che un metodo per evitare future critiche quando gli si rimprovererà di non aver dato ascolto alla controparte .
È evidente che il geometra Mantovani, professionista di grande spessore e carattere, ha ragione .. dati alla mano!! Ma difficile è accoppiare mente eccelsa a eccelsa politica .
Le disquisizioni ospedale sì ospedale no lasciano oramai il tempo che trovano .
Progetti sono già fatti e approvati, e saranno presentati a breve.
Bisogna prepararsi al cantiere, lungo e fastidioso, nella speranza che un domani ci sia un posto dove curarsi da umani, andando oltre quella che oggi è la frenesia di avere tecnologie avveniristiche: vogliamo dare un futuro alla nostra salute, oggi ci sembra che si dia valore alle impresa e al denaro, cancellando quanto di buono sino ad ora il nostro ospedale ci ha dato!
E se è vero che oggi Mantovani ha ragione, spero che un domani chi ha torto oggi sia ancora lì per ravvedersi!!
Vale anche il contrario: chi oggi ha ragione spero che un domani si ricreda, chi ha torto che possa esultare.
A questa mia prima deve rigorosamente essere ribadito il concetto che quando si dice “ Mantovani ha ragione “ si intende che il vecchio Ospedale non va abbattuto per le ragioni così dettagliatamente esposte .
Se il desiderio è quello di avere “ forme tonde “ che si costruiscano dei satelliti , così come fatto in tante città !