Piove, governo ladro, ma soprattutto non nevica più e l’anomalia di una temperatura primaverile in pieno inverno impedisce qualsivoglia pratica dello sci e dello slittino su neve naturale o artificiale. Il vero problema del cambiamento climatico non è quindi l’innalzamento del livello dei mari e neppure la siccità ma il fatto che sciare, oltre che caro, è diventato sempre più difficile. Specialmente sugli Appennini, dove il panorama invernale è ormai quello di una distesa giallastra di alberi senza foglie ed erba disseccata.
Che fare? Il vecchio De Amicis, uno che nell’epoca dei social e del metaverso è scomparso dalla memoria collettiva, quasi come l’intelligenza e le buone maniere, suggerirebbe di raggiungere Bariloche, utilizzando un volo charter dagli Appennini alle Ande. E’ vero che il viaggio sino in Cile non è brevissimo, ma avete provato a mettervi in autostrada per il ponte della Befana? E poi, a fronte delle spese di viaggio, bisogna considerare che a Bariloche lo skipass è molto più economico che da noi, il che consente di ammortizzare largamente le spese di trasferta. Resta solo da affrontare il problema delle proteste dei rappresentanti delle stazioni sciistiche abruzzesi che, al grido “non nevica, governo ladro”, richiedono a gran voce indennizzi, ristori, contributi, arrivando persino a proporre uno sciopero fiscale, di fatto ridando fiato all’unico movimento di massa del nostro grande Paese: il popolo dei no-tax.
OCTOPUS
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Articolo perfetto