Passaggio di consegne fraRodolfo Passalacqua (che dopo vent’anni lascia la direzione dell’oncologia di Cremona) e Giuseppe Procopio, che da lunedì 2 maggio sarà il nuovo primario. «Non mi piacciono gli addii – afferma Passalacqua – lascio i miei collaboratori con un’esortazione: li invito a continuare a percorrere la strada intrapresa, ad andare avanti. In medicina non ti puoi fermare. Penso che il presente e il futuro dell’oncologia di Cremona sia fatto di attenzione al malato, umanizzazione delle cure, ricerca e nuove progettualità. Il dottor Procopio è la persona giusta. La sua esperienza all’Istituto Tumori di Milano e la vicinanza all’AIRC non possono che rappresentare due elementi importanti per lo sviluppo e l’implementazione della ricerca e quindi delle possibilità terapeutiche dell’ASST di Cremona». «Di questi anni conservo molti ricordi, fra i più cari c’è il lavoro fatto con gli infermieri. Il loro coinvolgimento nella relazione con il malato, anche grazie al progetto HuCare, è stato un percorso molto proficuo – continua Passalacqua. Ringrazio tutti i colleghi di Cremona e Casalmaggiore che in questi giorni mi hanno manifestato la loro riconoscenza. Lo striscione appeso alla facciata dell’Ospedale? Sinceramente non me lo aspettavo, mi ha molto commosso».
«Ho accettato questo incarico con entusiasmo e curiosità, amo confrontarmi con situazioni diverse e fare nuove esperienze – spiega Procopio. Penso sia la vera ricchezza di ogni professionista. Il primo desiderio è conoscere i colleghi ed entrare in contatto con la vita del reparto e dell’ospedale. L’intenzione è quella di trasferirmi a vivere in città, Cremona sarà la mia casa».
«In oncologia i pazienti sono tutto – precisa Procopio -. Ogni malato è una persona con una storia e richiede un approccio diversificato e rispettoso delle specifiche esigenze. Per un medico, in particolare un oncologo, è importantissimo stabilire un rapporto di fiducia con il malato: l’empatia, l’umanità, l’ascolto, la passione per la professione, il senso etico fanno la differenza. Il nostro mestiere non è solo tecnica e conoscenza, ma anche linguaggio, che significa saper offrire il meglio che si può con i modi e i toni appropriati. Oggi in ambito oncologico l’approccio funzionale è quello per macro-aree di patologia gestite in modo multidisciplinare: l’interazione fra oncologi, chirurghi, radiologi, genetisti, anatomopatologi, psicologi è imprescindibile; questo già accade nell’ASST di Cremona».
«In termini pratici, mi impegnerò per sviluppare alcuni programmi di ricerca (network interconnessi con realtà europee e internazionali) che possano consentire i migliori standard di cure: all’ottima ricerca corrisponde l’ottima clinica – precisa Procopio. L’esperienza maturata presso l’istituto dei Tumori di Milano, dove ho lavorato per molti anni, sarà per me il punto di partenza per sviluppare modelli innovativi capaci di mettere in relazione l’ospedale, la medicina territoriale e le cure domiciliari. Ad esempio, il progetto OncoHome, nato durante la pandemia, ha dato ottimi esiti, continueremo in questa direzione con l’obiettivo di migliorare».
Giuseppe Procopio, classe 68, laureato presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia di Messina (1992) è specializzato in oncologia medica. Dal 2000 ha prestato servizio presso l’Istituto Tumori di Milano all’interno della Divisione di Oncologia Medica dove è stato responsabile del Servizio di Oncologia Medica Genitourinaria. È membro di alcune fra le più importanti società scientifiche quali AIOM, Grandangolo, ESMO, EUKCA, ASCO e autore di decine di pubblicazioni di rilevanza internazionale.