Battute, scherzi e sorrisi per invogliare gli utenti di passaggio a spegnere la propria sigaretta.
I volontari dell’Associazione dal Naso al Cuore sostengono la Giornata Mondiale Senza Fumo di Tabacco insieme ad ASST Cremona Sembrerebbe una giornata triste con questo cielo grigio. Ma sono arrivati loro, con tanto colore e simpatia a “strappare” un sorriso (e la sigaretta) agli utenti di passaggio presso l’ospedale di Cremona.
Stiamo parlando dei volontari dell’Associazione VIP – Dal Naso al Cuore, che insieme agli operatori del Servizio Dipendenze e del Centro Antifumo dell’ASST Cremona hanno organizzato un info point molto particolare per sensibilizzare la cittadinanza sui benefici dello smettere di fumare.
L’evento, organizzato in occasione della Giornata Mondiale Senza Fumo da Tabacco, rientra nel programma delle iniziative della “No tabacco week”.
Da un’idea dell’UOS Comunicazione, ASST Cremona.
Una risposta
Sono d’accordo con tutte le iniziative, specie quelle intelligenti e spiritose come questa, che mirano a disincentivare il fumo, specie tra i giovani.
Una volta tanto non vorrei però fare il “laudator temporis acti” come di solito mi tocca di fare. Quando ero ragazzo, grazie all’impegno deciso dei miei genitori, non divenni “tabagista” come tanti miei coetanei.
Eppure, allora si fumava davvero per ogni dove. Entrare in una sala cinematografica già occupata da una sola oretta era come entrare in un banco di nebbia, Fumavano davvero quasi tutti, persino i medici al capezzale dei pazienti e per i non fumatori la vita sociale era disturbata dal malcostume di troppi.
Quando uscì la legge che proibiva il fumo nei locali pubblici, ero scettico circa la sua effettiva applicazione ma fui lieto di essere stato cattivo profeta. Soprattutto i locali pubblici ne trassero grandi benefici e ne avrebbero tratto vantaggio anche i cittadini tutti, anche se, nel frattempo cresceva l’inquinamento atmosferico prodotto dall’aumento delle automobili, delle industrie e degli allevamenti intensivi.
Pare che oggi il fumo stia tornando, purtroppo, di moda, ma spero che si tratti solo di una situazione passeggera, forse favorita dalla riduzione di uso
degli spazi sociali determinata dalle pur doverose disposizioni anticovid.