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Ventura: l’ospedale Oglio Po faccia rete con Cremona

5 Luglio 2023

Il consigliere regionale Ventura: «Uscire dalla logica dei singoli reparti per privilegiare prestazioni specialistiche in rete con Cremona e i servizi territoriali».  

La linea dell’emergenza-urgenza il vero punto di forza e una priorità per i cittadini. 

I dati pubblicati ieri dall’Asst di Cremona sugli ottimi risultati dell’attività ambulatoriale e le oggettive criticità  dell’Oglio Po rappresentate dal direttore generale Giuseppe Rossi, offrono lo spunto per qualche riflessione  sul futuro possibile dell’ospedale di Casalmaggiore. È arrivato il momento di mettere da parte l’ideologia e  guardare ai fatti. È un fatto che i cittadini di quel territorio per raggiungere l’ospedale di Cremona o l’ospedale  di Mantova impiegano in entrambi i casi 45 minuti. Questo ci dice che l’Oglio Po dovrà continuare ad essere  una struttura dotata di una linea di emergenza-urgenza ben strutturata, che comprende pronto soccorso e terapia  intensiva. Diverso è continuare a pensare a questo ospedale secondo logiche e modelli del secolo scorso. Vale  la pena chiedersi: ha ancora senso pensare a un ospedale fatto di singoli reparti? A primariati dedicati? Perché  non costruire percorsi specialistici integrati, come in parte già sta avvenendo, con l’ospedale di Cremona e i  servizi territoriali? In tal senso la gastroenterologia è un esempio virtuoso; La Pediatria e l’Ostetricia stanno  garantendo servizi essenziali e una gamma di attività ambulatoriali molto funzionali, secondo una logica  aziendale. Il cambiamento epocale che stiamo vivendo nell’era post-covid, la fisiologica carenza di personale  che coinvolge tutto il Paese, le diverse esigenze di una popolazione che invecchia, le abitudini dei più giovani  che non hanno più difficoltà a spostarsi e che tendenzialmente vanno ad abitare in città, ci invitano a trovare  nuove soluzioni sostenibili. Per questo mi chiedo: e se l’Oglio Po diventasse un polo specialistico per tipologie  di prestazioni molto specifiche, anche colmando eventuali mancanze? Come, ad esempio, la creazione di un  Hospice che oggi non c’è per il quale esiste un progetto che aspetta di essere finanziato. Anche un “vecchio”  ospedale può farsi nuovo attraverso i modelli di cura che adotta: posti letto commisurati alle esigenze reali,  degenze brevi, alta qualità alberghiera (e in questo l’Oglio Po parte avvantaggiato), massima accessibilità a  orari diversi, forte integrazione con la rete dei servizi territoriali, potenziamento della telemedicina a bassa  intensità e uno sviluppo massivo della digitalizzazione e magari un percorso per i grandi anziani con patologie  acute. Per dimensioni e caratteristiche l’Ospedale di Casalmaggiore bene si presta per essere re-inventato e,  perché no, diventare qualcosa di unico. Anziché recriminare, stiamo nel presente e proviamo a immaginare un  ospedale più contemporaneo e in rete. Io sono disponibile a provarci.

 

Marcello Ventura

consigliere regionale Fratelli d’Italia

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