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Ospedali, senza DEA di 2° livello Cremona si salva, ma contano i servizi non l’edilizia

7 Marzo 2023

Sembrava non esistere una via di mezzo, visto che Cremona è sempre al vertice delle classifiche nazionali (piste ciclabili, mortalità per tumori, cessione di spazi verdi pubblici ad iniziative private) oppure al contrario in zona retrocessione (serie A di calcio). Del tutto inaspettata arriva quindi la notizia che finalmente ci troviamo, più o meno, a metà classifica. Secondo Newsweek infatti l’attuale Ospedale di Cremona e quello di Piacenza se la giocano al centesimo di punto e però è alla fine il nosocomio cremonese a prevalere, classificandosi assai meglio persino di quello di Acquaviva delle Fonti e di Pontedera.  E’ pur vero che l’ospedale di Lodi è classificato un pochino meglio di noi, però la soddisfazione è tanta per avere distaccato l’Ospedale di Mantova di dieci posizioni, Cremona all’82° posto e Mantova al 93°. Certo, siamo molto distanti dal Gemelli di Roma e dal Niguarda di Milano, però almeno ci siamo lasciati alle spalle i cugini mantovani.

Già, i mantovani. Quelli che hanno un DEA di secondo livello, a differenza di Cremona. Anche Piacenza ha un DEA di secondo livello e Cremona no. Nel ricordare che un DEA di secondo livello è di fatto la qualifica di un ospedale e certifica che la gente non deve rivolgersi altrove per avere assistenza per determinate patologie, il fatto che l’ospedale di Mantova ne sia dotato e Cremona no la dice lunga sulle recenti scelte dell’ex assessora al Welfare di Regione Lombardia Letizia Moratti. Di fatto, senza DEA di secondo livello, l’ospedale di Cremona viene equiparato all’ospedale di Fidenza e a quello di Desenzano, per restare nei paraggi.

A chi ritiene che l’attribuzione di DEA di secondo livello possa dipendere dalla struttura edilizia va chiaramente risposto di no. E’ la presenza di raparti specialistici che rende attrattivo un ospedale, non le tendine alle finestre. E’ l’efficienza dei servizi, non la riduzione dei posti letto. E’ come funziona il tutto, è l’accoglienza, è il coinvolgimento del personale, è la scelta dei dirigenti a rendere un ospedale migliore di un altro. Esiste poi il problema dei cosiddetti “manager”, troppo spesso individui che identificano la loro “mission” come obbedienza pronta, cieca, assoluta ai loro mandanti. A chi ancora ritiene, e sono molti in ambito cremonese, che la sanità pubblica consista di iniziative edilizie, giova ricordare che ai vertici della classifica degli ospedali italiani si pongono strutture al cui confronto l’attuale ospedale di Cremona è un vero gioiello. Valga per tutti l’esempio del Niguarda, uno dei migliori ospedali italiani che, dal punto di vista strutturale ed edilizio, ha certamente pecche maggiori di quello di Cremona.

Il nuovo ospedalino sarà certamente una grande festa per politici, portatori di interessi (non sanitari), categorie produttive, mediatori e fancazzisti dalla lingua pronta. Resta da vedere se sarà lo stesso anche per i cittadini cremonesi. Nella speranza che non si tratti dell’ennesima opera incompiuta, troppo spesso ci si dimentica che anche questa iniziativa edilizia sarà pagata, per molti, troppi anni a venire, con i soldi delle nostre tasse.

 

Pietro Cavalli

3 risposte

  1. Posso dire, con cognizione di causa, qualche parola sui cosiddetti manager, come giustamente li ha definiti il Dr. Cavalli. Li ho conosciuti tutti molto bene. Hanno procurato solo danni, obbedendo al solo ordine di Regione Lombardia: tagliare i posti letto. Così’ si e’ passati dagli iniziali 1.500 agli attuali 400 o poco piu’. Per quanto riguarda la qualita’ dei “manager”, meglio lasciar perdere
    I piu’, trombati o esclusi dalla carriera politica, sono stati felici di accontentare i loro “padroni” in cambio di uno stipendio veramente assurdo, 250.000 euro all’anno per le quattro figure apicali di ogni ospedale italiano. Neanche fossero Presidenti della Repubblica!

  2. Sorprende la posizione dell’Ospedale di Cremona rispetto a quello di Mantova, nonostante la DEA di secondo livello. La tanto vituperata Cremona, in cui pare non vada bene niente, sopravanza di dieci posizioni i tanto plucelebrati cugini mantovani. C’è qualcosa che non quadra. Come si spiega?

  3. La classifica di Newsweek è basata su un’indagine effettuata sui pazienti (Patient Reported Outcome Measures – PROMs); parere di esperti (medici e tecnici); soddisfazione dei pazienti; standard quantitativi internazionali (sicurezza, igiene, qualità dei trattamenti)

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