Ieri al Cremona Palace Hotel si è tenuta l’assemblea dei soci di Padania Acque. Erano presenti sindaci della provincia di Cremona in rappresentanza del 76.23 per cento del capitale. Il bilancio, approvato dal consiglio d’amministrazione nella seduta del 31 marzo 2023, presenta un utile netto di 4.358,041 euro ed è stato approvato all’unanimità dai soci. Il consiglio d’amministrazione ha proposto di destinare interamente il risultato a riserva straordinaria, avendo già il fondo di riserva legale raggiunto l’importo di euro 6,749.894,60 pari a un quinto del capitale sociale. Il valore totale della produzione è di 71,550 milioni di euro e l’ammontare complessivo dei costi pari a 44,639 milioni. Il margine operativo lordo è di 26,916 milioni di euro.
Dopo la relazione del presidente del comitato consultivo, si è provveduto alla designazione dei componenti del consiglio d’amministrazione e del collegio sindacale di Fondazione Banca dell’Acqua per il triennio 2023-2025: confermato Mantovani e designato Riccardo Groppali; Parolari vicepresidente.
«Nessun rischio per la potabilità e la sicurezza dell’acqua distribuita dagli acquedotti della provincia di Cremona e nemmeno per la salute delle persone, che possono continuare a bere l’acqua del rubinetto che arriva nelle nostre case e che è anche disponibile in tutti i punti di erogazione pubblici, come le fontanelle e le case dell’acqua» dichiara il presidente di Padania Acque Cristian Chizzoli.
In merito ai dati pubblicati da Greenpeace, Padania Acque, in qualità di gestore unico del Servizio Idrico Integrato della provincia di Cremona, intende innanzitutto rassicurare i cittadini, fugando qualsiasi sospetto o dubbio circa la sicurezza e la qualità dell’acqua di rete e, inoltre, ritiene opportuno fare chiarezza relativamente ai seguenti aspetti:
– I dati diffusi sono stati forniti da Padania Acque a seguito di richiesta di accesso agli atti da parte di Greenpeace, che ha chiesto di fornire unicamente riscontri puntuali sulle campagne analitiche di ricerca PFAS. I dati, pertanto, non si riferiscono a un campione rappresentativo dei monitoraggi che complessivamente vengono eseguiti sugli acquedotti. Padania Acque esegue di fatti annualmente oltre 3.500 campioni per un totale di più di 100mila parametri misurati.
– I dati pubblicati sono, inoltre, quasi esclusivamente relativi alle acque grezze (di falda) che in maniera cautelativa, dal 2018 vengono, di fatto nella totalità, già trattate con sistemi di filtrazione a carboni attivi.
– Padania Acque monitora l’eventuale presenza di PFAS già dal 2019. Inoltre, dal 2022, per tale monitoraggio, il laboratorio della società ha acquisito una strumentazione all’avanguardia in modo da poter svolgere direttamente in proprio queste analisi.
– Con riferimento al dato relativo alla presenza di PFAS in uno dei pozzi di prelievo che alimentano l’acquedotto di Crema, si precisa che si tratta di un pozzo dismesso tempestivamente già nel 2021 a seguito dei risultati del monitoraggio. Nella rete dell’acquedotto della cittadina non sono mai stati rilevati valori superiori a quelli stabiliti dall’Istituto Superiore di Sanità con riferimento al noto “caso Veneto”.
– Limiti di legge per queste sostanze sono stati introdotti dal D.lgs 18/2023, che ne prevede l’entrata in vigore dal febbraio 2026.
«Il laboratorio di analisi chimiche e microbiologiche di Padania Acque, accreditato da ACCREDIA fin dal 1999 secondo la UNI EN ISO/IEC 17025, effettua controlli rigorosi e costanti» – conclude l’amministratore delegato Alessandro Lanfranchi. «Dall’inizio del corrente anno sono stati effettuati 72 campionamenti per la ricerca dei PFAS sugli acquedotti gestiti in tutto il territorio provinciale senza riscontrare alcun superamento dei futuri limiti nelle acque di rete. Il rischio legato alla presenza di queste ed altre sostanze inquinanti è comunque sempre valutato preventivamente attraverso l’adozione di Piani di Sicurezza dell’Acqua per la valutazione e la gestione del rischio di tutta la filiera idropotabile, dalla captazione all’utente finale, al fine di garantire la protezione delle risorse idriche e la riduzione di potenziali pericoli per la salute nell’acqua destinata al consumo umano. A ulteriore garanzia dell’impegno sistematico di Padania Acque nella gestione della sicurezza alimentare dell’acqua potabile, si ricorda che la società è certificata ISO 22000:2018».
Una risposta
Forse non tutti sanno che “accreditamento” e “certificazione” sono termini che si riferiscono ai processi e al modo di organizzare l’attività, non al risultato finale di questa attività. Dire “sono certificato” e non fornire i dati non è per nulla corretto.