Da che mondo è mondo la politica, che è l’arte del possibile, fa accordi più o meno manifesti. Esponenti di schieramenti opposti, che in pubblico si attaccano vicendevolmente talvolta al limite dell’insulto, in privato dialogano tra loro, magari con maggiore sintonia e più proficuamente di quanto avviene con i rispettivi compagni di partito. E’ emblematico il rapporto di collaborazione tra l’allora senatore Luciano Pizzetti, tuttora uomo di riferimento del Pd, e il sindaco Oreste Perri, eletto nel 2009 dal centrodestra, mentre la relazione tra l’allora primo cittadino di Cremona e il suo vice Carlo Malvezzi era apertamente conflittuale. Il legame tra Pizzetti e Perri non era di esclusivo interesse né strumentale: ha resistito al cambio dei ruoli e si è cementato nel tempo. E’ un caso tra i molti che balzano all’evidenza generale ad ogni livello. Altrettanti restano celati nelle segrete stanze ma danno vita a una politica concreta e costruttiva, non necessariamente consociativa, alternativa a quella belligerante che non produce nulla oltre gli slogan.
Alla luce di questa doverosa premessa, non stupisce il tentativo d’intesa tra centrodestra e centrosinistra sul rinnovo del consiglio d’amministrazione di Padania Acque, la società che in provincia di Cremona gestisce il servizio idrico integrato. Rientra tra le prassi normali. I savonarola che si stracciano le vesti e gridano allo scandalo per la spartizione delle poltrone spesso sono i primi a vendersi per uno sgabello. Ma gli accordi non reggono quando si fanno i conti senza l’oste. Centrodestra e Lega, che sulla carta hanno la maggioranza, spalleggiati da qualche battitore libero, vogliono tre dei cinque componenti del consiglio e sono disposti a cedere il posto di amministratore delegato. Il Pd pretendeva tre membri e l’ad. Dall’esito fallimentare dell’assemblea dei sindaci che si è tenuta mercoledì scorso a CremonaFiere e che non è riuscita a eleggere il consiglio d’amministrazione scaturisce un giudizio inappellabile: dilettanti allo sbaraglio.
L’accordo tra il Partito democratico e il centrodestra sul rinnovo delle cariche a Padania Acque poteva reggere solo col consenso della Lega, che è la forza maggioritaria nel Paese e in provincia di Cremona. Se la Lega avoca a sé la presidenza della società idrica, qualsiasi patto che la escluda è destinato a saltare. Mentre c’era consenso sulla conferma dell’amministratore delegato Alessandro Lanfranchi, in quota Pd, era in bilico la presidenza di Claudio Bodini (Forza Italia). Nel mirino della Lega, ma anche in larga parte del centrosinistra, sono finiti da tempo i soldi per la comunicazione, cioè per la pubblicità, ritenuti ingiustificati se a spenderli è una società pubblica che opera in regime di monopolio. Per salvare capra e cavoli, rimandando a oggi pomeriggio la nomina del cda, personaggi come Mirko Signoroni, presidente della Provincia che ha la maggioranza del capitale, il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti e quello di Crema Stefania Bonaldi, insieme con un drappello di primi cittadini allineati e coperti, si sono dichiarati ‘non sufficientemente informati sugli oggetti posti in deliberazione’, appellandosi all’articolo 2374 del codice civile. Una farsa che però è servita a ottenere il rinvio dell’assemblea.
La morte della Prima Repubblica ha decretato la fine dei partiti storici, della politica come professione e il trionfo dell’impolitica con tutto ciò che ne consegue: populismo, sovranismo, derive autoritarie. Demagogia al potere, della quale danno quotidiana rappresentazione leader e personaggi di destra e di sinistra. Tra le forze in campo che si fregiano ancora del nome ‘partito’ sopravvive il solo Pd. Ma anche lì i mestieranti nelle segreterie hanno scalzato i professionisti, come dimostrato dalla carnevalata di mercoledì scorso.
Dopo il fiasco della prima, come sarà la replica odierna dell’assemblea di Padania Acque, chiamata a eleggere il consiglio d’amministrazione? Il centrodestra dovrebbe riuscire a imporre i suoi tre consiglieri, lasciando al Pd la conferma di Lanfranchi. Ma dei due consiglieri dem, uno sarebbe indicato da Fabio Bertusi e quindi di area moderata. Tale soluzione sarebbe sgradita a diversi sindaci cremaschi di centrosinistra perciò l’accordo, che prevede la presidenza al leghista Cristian Chizzoli, docente all’Università Bocconi, è appeso a un filo.
Vittoriano Zanolli