Padania Acque attraverso le Case dell’acqua proporrà ai sindaci un aumento della tariffa, appunto, dell’acqua. Lo ha spiegato Alessandro Lanfranchi ieri sera durante un incontro residenziale con una decina di sindaci in preparazione dell’assemblea prevista per il 20 dicembre e in questa occasione verrà chiesta l’approvazione dell’operazione. L’idea nasce dalla necessità di uniformare l’utilizzo della Casa dell’acqua in tutti i Comuni. In alcuni, il servizio è completamente gratuito, in altri, gli utenti pagano pochi centesimi al litro utilizzando una tessera rilasciata dal Comune stesso. La scelta di pagare o meno dipende dall’amministrazione, la quale usa il ricavato per saldare a Padania acque le spese di gestione e di ammortamento per la costruzione della Casa stessa. Qualora gli introiti non fossero sufficienti a pagare la rata, il Comune copre la differenza. Con l’uniformità, oltre ad avere un trattamento uguale in tutti Comuni, si otterrebbe un uso più oculato del servizio e una riduzione degli sprechi. Il principio non solo è condivisibile, ma anche auspicabile, diventa però inaccettabile nella formula proposta per applicarlo. L’uniformità infatti si otterrebbe con una tessera fornita gratuitamente da Padania Acque a tutti i cittadini che potranno utilizzarla ad libitum. Per l’utente il servizio è, apparentemente, gratuito in quanto non si sborsa un centesimo per caricare la tessera. Si presume che ciò non induca ad una significativa contrazione degli sprechi.
Chi paga? E qui c’è la sorpresa. Il costo del servizio diverrebbe una voce fissa nella tariffa in bolletta, uguale per tutti gli utenti di Padania Acque. Pagherebbero anche coloro che non usufruiscono della Casa dell’acqua. Un’ingiustizia evidente. Per quale motivo un cittadino dovrebbe pagare un servizio non indispensabile? L’acqua potabile del rubinetto di casa è ottima, decantata dallo stesso Lanfranchi in precedenti assemblee, è messa sul piedestallo e figura tra le migliori sul mercato. Estremizzando, con il sistema spiegato ieri sera, significa far pagare a tutti gli utenti di Padania l’acqua minerale che uno decide di comperare alla Casa dell’acqua invece che al supermercato. Plin plin lo fa chi beve l’acqua. Puf puf chi la paga e non la beve. Ma la Casa dell’acqua è un optional. Senza dimenticare che il servizio, dedotto dal numero delle tessere acquistate dai cittadini di Casale Cremasco Vidolasco, uno dei Comuni dove da sempre si paga, copre un terzo delle famiglie. Due terzi non usufruiscono della Casa dell’acqua. È giusto che tutti paghino?
Padania Acque prima di portare in assemblea la buona proposta di uniformità dovrebbe rivederla nel suo aspetto operativo. Se non sarà modificata voterò contro per rispetto dei cittadini, dell’equità e della logica.
Antonio Grassi
sindaco di Casale Cremasco Vidolasco
2 risposte
Come cittadino che paga già il servizio di Padania, e utilizzo l’acqua del rubinetto come fonte per bere grazie ad un’altro macchinario, sono nettamente contrario e d’accordo col sindaco Grassi.
La Padania piuttosto risolva il suo problema di spreco abbassando quei super stipendi ai “dirigenti inaccettabile ” e le varie automobili ad uso dei vari dirigenti stessi o dei “quadri”, e riducendo gli sprechi dovute alle varie perdite nelle condotte.
Sono pienamente d’accordo con il sig. Gnocchi e aggiungerei che nella “bolletta” già paghiamo gli “oneri di perequazione” che sono soldi non introitati da persone che non pagano. Ricordiamoci che tra queste persone non ci sono solo i poveri ma anche altre categorie. Aiutiamo quindi il sindaco a non essere l’unico contrario.