Nel Seminario Vescovile, la diocesi di Cremona con la sua Commissione di Pastorale Sociale rappresentata da Eugenio Bignardi ha accolto il mondo politico, economico e sociale. Un annuale incontro tra il vescovo Antonio Napolioni (nella foto centrale) e le istituzioni per inaugurare al meglio il nuovo anno. Presente anche il sacerdote cremonese Bruno Bignami, direttore Ufficio Nazionale CEI per Problemi Sociali e Lavoro che ha presentato il suo libro “Un’anima per la politica”.
Papa Francesco ha parlato della necessità di rivedere la democrazia, di viverla in maniera autentica attraverso una rinnovata partecipazione. L’augurio è quello di essere “artigiani di democrazia, testimoni di partecipazione” nonché capaci di contagiare e saper lavorare assieme agli altri per il bene della collettività.
Per don Bruno, chi non va a votare oggi è un po’ come un innamorato deluso. Sappiamo che purtroppo, ultimamente, i professionisti della politica non possiamo annoverarli fra i benefattori dell’umanità. La democrazia non gode più di buona salute, ci sono troppi “analfabeti di democrazia” e non solo nel nostro Paese. Vige la cultura dello scontro, corruzione e illegalità feriscono il cuore di chi vorrebbe vedere amministratori ben più risanatori di questa società ferita. Se la parola ci rende umani, la corruzione delle parole corrode la democrazia: parole svilite, abusate, manipolate, distorte e persino usate come arma.
Invece bisogna accogliere le differenze, le diverse voci devono trovare spazio. Creatività, partecipazione, avere un cuore che brucia ma senza consumarsi, come il roveto ardente nel passaggio biblico dell’incontro di Mosè con Dio che lo spinge a mettersi a disposizione del suo popolo per salvarlo dalla schiavitù in Egitto.
Mi è piaciuto il passaggio che cita don Primo Mazzolari: “Non dico che le strade che partono da destra o da sinistra o dal centro siano sbagliate, ma lo diventano se vengono cancellate come percorso e diventano punti d’arrivo e di possesso. Mi ha ricordato le parole di Gianroberto Casaleggio che definisce non politica di destra o di sinistra, ma buona o cattiva politica. Mentire e manipolare, da parte di qualsiasi partito venga, genera sfiducia, astensione.
Ad ogni problema sociale legato a un territorio, d una cittadinanza, si deve rispondere con “Reti Comunitarie”. Il buon politico non è la persona forte o autoritaria, ma colui che sa tenere insieme le persone, essere costruttivo e non divisivo. Strumentalizzare le persone per il potere o agire per interessi personali è l’esatto opposto di cosa bisogna fare per il benessere collettivo e per il futuro di tutti noi. La forma del servizio pubblico fatto con carità e affianco degli ultimi, dei fragili, rappresentando tutti con la forza della tenerezza.
I tre consigli che mi sento di sintetizzare, sono:
1. Esperienze di contrasto. Cioè avere il coraggio di agire, andando anche contro corrente davanti a delle ingiustizie, delle storture, dei danneggiamenti per la collettività.
2. Vocazione dei luoghi. Ovvero avere una attenzione nel dare la priorità a ciò che si può evidenziare di positivo valorizzandolo, ampliando le potenzialità di ogni categoria, di ogni fascia di età, in base alle tipologie del posto in cui viviamo.
3. L’Alto della Politica. Quindi, non destra, sinistra o centro, ma in alto. L’”alto” della politica non è uno spazio di schieramento, ma una novità di stile.
L’appartenenza non deve essere una meta prefissata, ma una delle strade che si percorrono per arrivare a lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato.
Per terminare una persona che si mette a disposizione della sua città o territorio, deve farsi queste domande alla fine del suo percorso:
– Quanto amore ho messo nel mio operato?
– In che cosa ho migliorato i cittadini che ho rappresentato?
– Che impronta ho lasciato in questa società?
– Quali legami reali ho costruito?
– Quali forze positive ho liberato?
– Quanta pace sociale ho seminato?
In definitiva un semplice riassunto: Quale tipo di politico vuoi essere tra queste due categorie:
CHI è DI PAROLE …
CHI è DI PAROLA …
Tutto questo lo possiamo approfondire leggendo il libro di don Bruno Bignami: “Dare un’Anima alla Politica”.
Paola Tacchini