Vittore Soldo, attuale segretario provinciale del Pd, probabilmente farà il bis. Sarà il candidato unitario per il rinnovo della funzione, appuntamento in programma fra poche settimane. (Cremona oggi, 22 agosto), Giudicato dai compagni di partito persona affidabile e seria, definito bravo militante, resta un enigma la sua abilità politica. Inquadrarlo tra i politici perdenti di successo, potrebbe avvicinarsi alla realtà. Ma non è Matteo Renzi. Quale che sia il giudizio, Soldo merita il rispetto dovuto a chi si sacrifica per la causa. Eletto segretario nel novembre 2018, pochi mesi dopo – maggio 2019 – inciampa nelle elezioni amministrative. La sindaca piddina di Pandino, quinto Comune della provincia per popolazione, si ricandida. Viene sconfitta.
Nemmeno il tempo di elaborare il lutto che – agosto 2019 – il partito è protagonista di una delle più fantozziane operazioni politiche degli ultimi anni. Deleteria per il territorio.
Soldo interloquisce con esponenti di centrodestra, guidati da Fabio Bertusi , esponente di Forza Italia in dissidio con i vertici azzurri. È innamoramento a prima vista. L’idillio partorisce l’ideona. Il Pd candida alla presidenza della Provincia il bertusiano Mirko Signoroni, sindaco di Dovera.
La Lega gli contrappone Rosolino Bertoni, sindaco di Palazzo Pignano, sostenuto da Forza Italia e Fratelli d’Italia.
Vince il candidato dei dissidenti di centrodestra, ma presentato dal Pd. Un ossimoro.
L’0perazione entra nella storia del nostro territorio. Ma non è la marcia trionfale dell’Aida. È il De profundis dei morituri.
Appena alzati, i calici per il brindisi alla vittoria vengono subito posati. Il libiam libiam si tramuta in un arrossiam arrossiam.
Signoroni, al momento della consultazione elettorale, risultava ineleggibile. Entrano in campo le carte bollate.
Il Pd rimedia una figura da materiale ottimo per alimentare impianti di biometano.
Per un punto, Martin perse la cappa. Per disattenzione, superficialità e – forse – supponenza il Pd perde la meritata fama d’essere, dai tempi dell’antenato Pci, il più ligio, efficiente e scrupoloso partito nell’applicazione della burocrazia elettorale. Attentissimo a non sbagliare in casa propria. Altrettanto pignolo a controllare in casa altrui. Pronto a contestare agli avversari la dimenticanza di una virgola.
Signoroni resta in stand by fino a ottobre, poi si dimette.
Soldo spreca una buona occasione per tacere. Dichiara: «È inutile allo stato degli atti ritornare a dibattere il tema della possibile ineleggibilità del Presidente eletto Signoroni perché Signoroni stesso, dando prova di grande sensibilità istituzionale e dello spirito di servizio che lo ha portato a mettersi a disposizione, si dimette per evitare strumentali polemiche ma nel convincimento della giustezza di quanto fatto» (dal sito del PD Cremasco, 8 ottobre 2019).
Parole di segretario Pd. Del Pd di Cremona. Del Pd che ha smarrito la propria identità. Così è, anche se non vi pare.
A novembre si tengono le elezioni di riserva. Signoroni, che nel frattempo ha eliminato la causa di ineleggibilità, viene ricandidato dal Pd. Rivince. Alle urne si reca il 22 per cento degli aventi diritto al voto. Ancora meno la percentuale di chi ha votato Signoroni. Un’elezione tra amici.
Dal Faust di Marlowe, alla Pelle di zigrino di Balzac, al Ritratto di Dorian Gray di Wilde, coloro che si alleano con il diavolo o si affidano a talismani per raggiungere i propri obbiettivi pagano un prezzo salato.
Se il Pd non ha un candidato proprio, adotta un dissidente di centrodestra e lo sostiene a testa bassa, manco fosse un padre fondatore del partito. Se sigla un patto con Bertusi che, non è il demonio, ma nemmeno San Domenico Savio e s’illude di tenere in mano il pallino. Se fa la figura da materiale per biometano, ma non impara la lezione e prosegue sulla stessa strada sbagliata, allora è inevitabile che ne paghi le conseguenze.
Due anni dopo – maggio 2021 – in occasione dell’assemblea di Padania Acqua, puntuale come una cambiale in scadenza, Bertusi passa all’incasso. All’ordine del giorno figurano l’approvazione del bilancio e la nomina del nuovo consiglio di amministrazione. Il primo punto fila via liscio. Il secondo è l’inizio del calvario. Il Pd chiede il rinvio per mancanza di un accordo sulla spartizione delle poltrone. Detto in maniera brutale: al suk della politica gli altri mercanti non si sono filati le pretese piddine.
Seduta sospesa. Richiesta accolta. Sindaci-soci a casa e ritorno in campo dopo sei giorni per i supplementari.
Come è finita la partita? Lo ha spiegato Vittoriano Zanolli sul suo Blog: «Hanno infinocchiato il Pd in quanto dei due consiglieri d’amministrazione che i dem pretendevano, ne è passato solo uno, Alessandro Lanfranchi. L’altro consigliere, Francesca Scudellari, è stato indicato da Bertusi» (8 giugno 2021). Barba e capelli.
Il Golgota prosegue con le elezioni regionali dello scorso febbraio, una Caporetto per il centrosinistra della Lombardia. Per Cremona anche peggio.
D’accordo, mal comune mezzo gaudio.
D’accordo, Pierfranco Majorino, il candidato presidente del centrosinistra non era un fulmine di guerra e la scelta non è avvenuta in riva al Po.
D’accordo, l’alleanza con i 5 stelle non ha funzionato, ma a Cremona solamente gli sprovveduti potevano illudersi del contrario.
D’accordo, d’accordissimo, ma sotto il Torrazzo il risultato delle elezioni si è rivelato peggiore che altrove.
Tra i capoluoghi di provincia (Cremona, Mantova, Bergamo, Milano, Brescia) governati dal centrosinistra l’unico ad essere mazzolato dal centrodestra è stata la capitale dei violini, dell’aria inquinata da polveri sottile, della Walk of fame delle vacche e dei comitati incazzati con l’amministrazione comunale.
Soldo ha commentato «Per quanto riguarda il Partito Democratico a livello provinciale, giudico positivamente i dati politici registrati a Crema e Cremona e molto bene il risultato personale di Matteo Piloni» (Cremonasera, 14 febbraio). Ma dice sul serio? Ma dice sul serio? Ma dice sul serio? Meglio Robert De Niro.
Poi ci sono i capitoli relativi al biometano, all’autostrada per Mantova e alla qualità dell’aria cittadina. Al nuovo ospedale e alla demolizione dell’attuale. Alla sudditanza delle istituzioni pubbliche verso le categorie economiche e imprenditoriali e le associazioni che le rappresentano. Alla cessione di Lgh ad A2a e alla mancata nomina di un rappresentate degli azionisti di minoranza nel consiglio di amministrazione della multiutility. Poi ci sono i cittadini sul piede di guerra.
Su tutto questo, Soldo resta defilato. Traccheggia. Sfugge.
Dietro l’angolo attendono le elezioni comunali. Le manovre per il candidato sindaco sono iniziate. Per il centrosinistra Soldo è e sarà uno dei protagonisti principali dell’’operazione. Per lui potrebbe essere l’occasione per sciogliere l’enigma che lo riguarda.
Cremona non ha bisogno di un’altra ideona. Nemmeno di ossimori. Tanto meno di dichiarazioni buone per un film con De Niro allucinato. Ascoltare Fottuti per sempre de Lo stato sociale, può aiutare il Pd. Parla di rock, ma si addice alla politica. Rock sono i comitati. Soldo e il Pd, slow.
Antonio Grassi
4 risposte
Premesso che il PD cremonese non ne azzecca una da tanto, ma tanto tempo, siamo sicuri che il segretario provinciale sia il Deus ex machina di tutte le scelte sbagliate del partito? Perché i temi cari a Grassi sono sempre gli stessi: il PD (quali altri partiti vanno meglio? La Lega? Quelli dell’opposizione a Cremona? Parliamone! Ventura, che ora è il più ‘alto in grado’, l’abbiamo più sentito), Signoroni, il master Plan 3C… Quando il PD esprimerà il nome del candidato sindaco a Cremona ci ricorderemo di tutto quanto o ci basterà che non sia più qualche nome vecchio e magari un nome altisonante che al momento lavora nell’ombra?
Basta prendersela sempre con le stesse persone facendole apparire come la causa di ogni male! Si guarda il dito e non si vede la Luna: si dice così?
Leggo fra le altre cose, “il PD ha perso la sua identità”. Chiedo ad Antonio: ma il PD ha mai avuto una identità? E se sì, mi piacerebbe sapere quale era.
Nell’articolo di Grassi manca un successo del segretario Soldo, la perdita di Rivolta d’Adda nell’ottobre 2021, con la vittoria di Sgroi. La decisione peggiore è stata comunque l’inciucio con Signoroni, dissidente di Forza Italia, per la provincia di Cremona. Una scelta “milazziana” come quella che fece in Sicilia il PCI, una scelta sciagurata, di potere.