Emergono nel PD le contraddizioni di un partito che non c’è. Che cosa vuol dire essere democratici? Tutti lo siamo. Socialisti? No, loro no. Dopo aver contribuito alla distruzione del PSI, hanno vergogna perché la storia ha dato ragione al bel socialismo riformista dei Rosselli, di Nenni e di Pertini. E ha distrutto i comunisti. Gli ex (?) PCI hanno cavalcato il termine democratico scimmiottando gli americani, dimenticandosi la storia, gli ideali che gli Usa non possono permettersi. Hanno cercato di scrollarsi di dosso il complesso del fattore K unendosi con democristiani e liberisti sfrenati, abili nella gestione del potere e sono diventati un partito di potere, diviso in correnti di potere, dimenticando il pregio del vecchio PCI nella sensibilità verso le classi meno abbienti dei disagiati, degli operai e abolendo l’art 18.
Con la Storia si fanno sempre i conti e gli errori si pagano. Le nuove generazioni non capiscono come laici, liberisti e integralisti cattolici possano stare insieme e non li votano, scegliendo altre formazioni. Nel secolo scorso la sinistra raggiungeva quasi il 50% ed ora, secondo sondaggi, il PD, cattolici compresi, fatica ad arrivare al 19. Serve un vero partito socialdemocratico laico, riformista e con un gruppo dirigente nuovo da aprire ai giovani. Facce nuove!
Ettore Manes