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Petizione contro il nuovo ospedale, oggi 220 firme

9 Settembre 2023

Al banchetto allestito stamattina davanti a Spazio Comune in piazza Stradivari a Cremona, sono state raccolte 220 firme in calce alla petizione contro il nuovo ospedale, contro la demolizione del Maggiore e per la sua ristrutturazione. Il Movimento che ha promosso l’iniziativa si pone l’obiettivo di raggiungere duemila sottoscrizioni con le quali si presenterà lunedì pomeriggio 11 settembre all’incontro con il direttore generale dell’Azienda socio sanitaria territoriale Giuseppe Rossi.

Intanto prosegue la raccolta di firme online. Qui sotto pubblichiamo il tutorial per accedere alla piattaforma e firmare e il testo della petizione.

Tutorial per firmare la petizione agosto 2023

 

PETIZIONE CONTRO LA COSTRUZIONE DI UN  NUOVO OSPEDALE A CREMONA

del  “Movimento per la riqualificazione dell’ospedale pubblico di Cremona” 

“FERMIAMO la costruzione del nuovo ospedale nella città di Cremona”

Un gruppo di donne e uomini della provincia di Cremona con ruoli, idee e funzioni diverse, preoccupati per la decisione di demolire l’Ospedale Maggiore della loro città capoluogo, riferimento sanitario per tutta la provincianon ritenendo indispensabile la costruzione di un nuovo ospedale in quanto non determinante per il miglioramento della sanità pubblica del territorio, hanno deciso di fare qualcosa.

Chiedono al Sig. Direttore della Asst Dr Giuseppe Rossi di 

“FERMARE la costruzione del nuovo ospedale nella città di Cremona”

La ragione di questo appello, è dare vita ad una vasta mobilitazione in difesa dell’ospedale ritenuto “vecchio” dopo solo 52 anni dalla sua inaugurazione,  nonostante sul territorio lombardo siano attivi, e ritenuti punti di riferimento, ospedali ben più antichi e vetusti, come ad esempio  il Niguarda, il più grande ospedale d’Italia, costruito nel 1939, il San Raffaele di Milano nel 1950  e il vicino ospedale Poma di Mantova del 1928

Vi chiediamo di firmare, diffondere e condividere su Facebook, e-mail, WhatsApp ecc. questa petizione in quanto riteniamo che ci siano alternative molto più efficaci e meno costose per migliorare la sanità pubblica nel nostro territorio.

appello....

L’ospedale di Cremona è stato inaugurato nel 1971 ed è stato costruito grazie al patrimonio di fondi agrari, cascine, case e lasciti in denaro che si sono accumulati nei secoli e frutto della generosità trasversale di ogni ceto sociale dei cremonesi.

Tutto questo viene dissolto con il crollo fisico di un edificio, con la demolizione di una struttura che sicuramente non è stata pensata dai progettisti per durare solo 50 anni e di cui si dovrebbe considerare assieme al lascito morale anche il valore economico che non è certamente zero  

i motivi per i quali chiediamo di FERMARE la costruzione del nuovo ospedale, sono dovuti ad una opportunità di modificare una politica sanitaria fondata sulla sola aspettativa di un ospedale ad  elevato livello di specializzazione, che assorbe enormi fondi economici, trascurando il fondamentale aspetto di prevenzione e cura di situazioni mediche curabili in stato precoce che possa evitare l’acutizzarsi o il cronicizzarsi della patologia e la necessità di interventi a posteriori molto complessi e costosi.

                                                       PROPONIAMO

Anziché un nuovo ospedale, che garantisce per ora sulla carta solo la possibità di degenza in camere singole, e una “modularità” di cui non ci è stato spiegato e provato un vantaggio sufficientemente convincente per eliminare l’opzione della riqualificazione dell’ospedale esistente, chiediamo che il denaro risparmiato venga usato per la costruzione di centri sanitari chiamati “casa per la salute”, come concordato nel “protocollo d’intesa” tra Regione Lombardia, Provincia di Cremona, Comune di Cremona, Asst e Ats il 28 luglio 2021 

La funzione delle “case della salute o case della comunità” hanno nel loro principale obiettivo la  funzione di “medicina di prossimità”, di pronto intervento per patologie non gravi,  per attuare consulenze sanitarie e di igiene alimentare, al fine di limitare gli accessi al pronto soccorso ospedaliero solo a gravi urgenze, e anche una finalità di prevenzione e di educazione alla salute fisica e mentale.

L’obiettivo dichiarato da dottor Giuseppe Rossi e dal sindaco Gianluca Galimberti  nel “protocollo d’intesa” era di favorire una maggiore integrazione fra le cure sanitarie e socio sanitarie, fra l’assistenza ospedaliera e quella territoriale. 

Con la costruzione di un nuovo ospedale si stanno sprecando soldi  ingigantendo la funzione ospedalocentrica, lasciando le briciole dei finanziamenti del Pnnr per le “case della salute”.

 Questi centri per la salute dovranno essere adeguatamente attrezzati e dotati di personale medico e infermieristico. Le poche inaugurazioni in questi ultimi mesi in Lombardia di questi centri di medicina sul territorio non hanno avuto un seguito operativo importante in quanto non si è assunto del personale sanitario in misura adeguata. 

Per mancanza di fondi economici?

 La differenza di denaro risparmiato tra la costruzione del nuovo ospedale e la riqualificazione  dell’attuale ospedale non è irrilevante: 85,7 milioni 

La Regione Lombardia ha deliberato

fondi per la costruzione del nuovo ospedale : 250,7 milioni  

di cui 238 milioni dallo Stato e 12,5 milioni dalla Regione Lombardia

per la demolizione dell’ospedale esistente:   30 milioni

per un totale di 280,7 milioni  

Per la riqualificazione del monoblocco dell’attuale ospedale di Cremona sono necessari 195 milioni

Per quanto ci è dato di sapere, non ci sono differenze significative tra la superficie del monoblocco ospedaliero e il nuovo monolbocco da costruire a poche decine di metri accanto all’attuale: il “vecchio” ospedale ad ora ha una superficie di circa 100.000 mq quando fu inaugurato nel 1971 i posti letto erano circa 1300, era un’altra medicina rispetto all’attuale, e il servizio alla persona era forse alla pari  della vita abituale per la maggior parte di cittadini nelle proprie abitazioni.

Nel 2010  i posti letto vengono ridotti a 792 con camere a 2 e 4 letti con bagno.

Nel 2021  i posti letto dichiarati dalla Regione Lombardia sono  589.   

Non è impossibile pensare, visto che la superficie negli anni è stata incrementata con ristrutturazioni importanti e costose, che si possano riqualificare tutte le camere di degenza con 1 o 2 posti letto. 

 Il “nuovo” ospedale ha anch’esso una superficie di circa 100.000 mq e sono previsti un numero di posti letto di 554, tutti in camera singola. La presentazione più che entusiasmante del progetto come un “avveniristico ospedale, proiettato nel  futuro” con concezioni costruttive “modulari” che lo faranno diventare un “ospedale modello per il mondo intero” e altre più che ottimistiche aspirazioni, si fondano, per chi ha pensato ad un nuovo ospedale, sul fatto che ci sia una “modularità” nella sua costruzione e nelle sue funzioni.

Molti di coloro che hanno letto questi “lanci pubblicitari” hanno pensato ad un edificio TRANSFORMER che possa in pochi e veloci passaggi modificarsi e rendere tutto l’edificio più efficiente rispetto al precedente momento dove assumeva altre funzioni per altre necessità. Un organismo “vivo” che muterà nel tempo e si adatterà alle evoluzioni più imprevedibili della medicina.

Ma la fantascienza scientifica, anche in ambito medico, non passa per modifiche del suo esoscheletro della struttura muraria, costruita e subito demolita dopo pochi anni e ricostruita con nuove architetture, ma si concretizza, e porta sempre più a migliori risultati medici, con il contributo delle più avanzate apparecchiature tecnologiche, che oggi si sono concretizzate e ancor più si evolveranno nel futuro, quasi in modo completamente indipendente dall’edificio nel quale saranno collocate.

Il fattore umano, la competenza e la dedizione del personale che lavora sono fondamentali per  collocare un ospedale e un servizio sanitario ai più elevati  livelli nazionali e mondiali, e nel progetto del nuovo ospedale nulla c’è al riguardo, ma si ha la sensazione di un forte ridimensionamento a tutti i livelli.

Non capire questo ci porterà a dilapidare importanti risorse economiche per inseguire la “comodità” del paziente alloggiato in un monolocale alberghiero a cui non necessariamente seguirà una performance di interventi medici di eccellenza.

Un obiettivo da tempo perseguito nella cura del paziente in ospedale è quello di una permanenza sempre più breve, pensando al suo rapido recupero,  al suo reinserimento in ambito famigliare e al suo costante controllo e supporto domiciliare attraverso sistemi telematici di cui la medicina moderna fa ampio uso. 

Pensare ad attrezzare con questi sistemi informatici l’attuale ospedale è pienamente possibile anche per un edificio che non ha le caratteristiche di una “stazione spaziale”.     

“movimento per la riqualificazione dell’ospedale pubblico di Cremona” 

       movimentoper.riqualificahdicr@gmail.com

2 risposte

  1. Continua la perversa tradizione cremonese del “piccone demolitore”, dal Castello alle case dei canonici, da S. Domenico agli sventramenti fascisti e agli antichi palazzi e palazzetti del centro storico sostituiti da anonimi condomini anni ’60 ’70. Siamo allo stremo.

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