Bu! Eccoci.
L’intervento di Novità a Cremona, la civica di Alessandro Portesani ne è la prova lampante.
Breve sintesi: un gruppo di cittadini – sì, diciamolo pure, alcuni d’area centrosinistra, altri d’area radicale – fa una buona cosa. Lancia una petizione popolare per far sì che il Comune torni sui suoi passi e investa i fondi ottenuti per i danni causati dalla Tamoil per interventi di natura ambientale e non per opere che rientrano nell’alveo del decoro urbano. La petizione è chiara e coerente: quei soldi derivano da una precisa battaglia ed è su quel campo che andrebbero spesi.
Logico. Semplice. Lineare. Tanto logico che anche un esponente del Pd (il partito che guida l’Amministrazione comunale) aderisce apertamente all’iniziativa. Si tratta di Giancarlo Storti, presidente dell’assemblea provinciale del Partito Democratico.
E dunque? Dov’è il problema? Storti ha esercitato un suo diritto. Ha pensato con la sua testa, ha agito secondo coscienza. Avercene di persone così.
Ma alla civica di Portesani questo non interessa. Interessa piuttosto lo slogan: “Ecco, vedete? Il Pd è spaccato!”.
E sticazzi?
A parte che lo sanno pure le mie piante aromatiche sul balcone che il Pd è diviso. Ma ripeto: e sticazzi? A che serve urlarlo ai quattro venti? Dove ti porta?
Non era più semplice, se si condivide l’iniziativa, limitarsi ad appoggiarla? Farsi su le maniche e raccogliere firme (lo sto facendo pure io, figurarsi).
Ma voi, del centrodestra, che avete i garage pieni di gazebo, banchetti, tavoli e sedie, perché non scendete in piazza a raccogliere firme per una buona causa, che peraltro condividete, e che viaggia per il bene della città?
Ve lo dico io perché: perché è più facile sbraitare. Strumentalizzare qualsiasi cosa. Puntare il dito. Un po’ più difficile è unirsi a un’iniziativa nata non da voi e che secondo voi “puzza di centrosinistra”. Anche se quell’iniziativa fa il bene della città. E lo sapete anche voi, eccome se lo sapete.
Però attaccarsi alle pezze sui vestiti altrui è più facile. Forse, per qualcuno, più appagante. Ma così non si va da nessuna parte. Strappate il titolo sul giornale, alzate la voce, fate vedere che ci siete, siete vivi.
Sticazzi.
L’iniziativa è buona? La condividete? Finitela con le ciance e datevi da fare. Più firme si raccolgono più possibilità ci sono per indurre la Giunta a ripensarci. E se la Giunta, nonostante una montagna di firme non ci ripenserà, allora sì sbraiterete pure. E se non altro lo farete a ragione.
Invece no, meglio la conclusione democristiana che dice tutto e niente: “Noi, come minoranza siamo pronti al dialogo su temi di questa importanza: ricordiamo che non si parla di spiccioli ma di oltre due milioni di euro. Però vogliamo avere un interlocutore serio. Affidabile. Non vogliamo iniziare mediazioni o interlocuzioni con un partito bicefalo. E’ un sistema che non ci piace. E questo ai cremonesi che in giugno si sono espressi lo vogliamo dire a chiare lettere. E proseguiremo ad affermarlo in ogni sede”.
Sticazzi.
Ma che vuol dire? L’interlocutore è l’Amministrazione. Fine. L’iniziativa è in campo. Se la ritenete condivisibile, appoggiatela.
Semplice, no? Ma in politica niente è semplice. Tocca sempre difendere l’orticello, mostrare la bandiera. Salvo poi domandarsi perché in Italia le cose non procedono. Salvo chiedersi perché viviamo uno stallo eterno.
Perché siamo ancora guelfi e ghibellini. Ecco perché.
Federico Centenari
Storti aderisce alla petizione contro i fondi Tamoil a piazza Roma, Portesani: ”Qual è il vero Pd?”