Dispiace ancora una volta constatare che il piano vaccinale regionale non funziona come dovrebbe, almeno in provincia di Cremona, al contrario di quanto dichiarato da Guido Bertolaso, consulente del governatore Attilio Fontana, nella recente visita al centro di somministrazione in Fiera. A causa di una falla nel sistema di prenotazioni della Regione, ieri e stamattina non si sono presentati anziani per farsi vaccinare, tra lo sconcerto degli operatori. All’appello dell’Azienda sanitaria locale Valpadana, ripreso dalle autorità locali, nel pomeriggio si è verificato un improvviso intasamento. Sono arrivati ultraottantenni non ancora vaccinati che non erano stati ancora chiamati e che quindi non risultavano in lista d’attesa. I volontari hanno telefonato ad amici e conoscenti per convocarli. E così si è passati da un disservizio all’altro.
Solo chi ha più di 80 anni in questa fase può ricevere il vaccino. Stiamo parlando di persone anziane, in molti casi non autosufficienti e che perlopiù hanno un’autonomia limitata. Necessitano di qualcuno che li accompagni. Mettere persone di età avanzata in una situazione di oggettiva difficoltà è di per sè grave. Lo è altrettanto l’assenza di un piano B. Di fronte alla complessità di un’operazione senza precedenti – una vaccinazione di massa a tappe forzate – e come tale tutta da impostare, era prevedibile che sorgessero imprevisti e si creassero intoppi. E’ dilettantesco lanciarsi in una nuova avventura senza paracadute. E infatti le cadute sono state rovinose, tra sms sbagliati e disguidi vari. Al momento non c’è controprova, ma tutto lascia pensare che se ogni provincia avesse gestito il proprio piano vaccinale, con il coinvolgimento diretto dei medici di base, lasciando alla Regione solo la distribuzione del farmaco alle singole Aziende sanitarie territoriali, si sarebbero evitati questi disservizi.
Una risposta
Prima Gallera, poi Moratti, ora Bertolaso … ma in che mani siamo?