Aveva dormito tranquillamente per secoli, il contralto cremonese Rosa Mariani, finché qualche mente illuminata ha avuto la geniale idea di intitolarle un parco in quel di Bagnara, frazione di Cremona. Da allora notti sempre più agitate ed insonni, il Valium che non faceva più effetto, perché quando ti intitolano un parco te ne senti moralmente responsabile, e stai male se vedi qualcosa che non va, anche se vivi nell’aldilà. Ad entrare nel parco dal parcheggio l’impressione è anche tollerabile: alberi apparentemente sani, panchine presenti anche se non proprio linde, come la fontanella dell’acqua imbrattata da qualche anonimo graffitaro; contenitori dei rifiuti presenti ed apparentemente integri (foto 1 centrale), giochi per bambini in buone condizioni, eccezion fatta per le solite scritte selvagge (foto 2.) .
Quando però si arriva nella parte dei gelsi (Morus sp), che dà su via Bonemerse e ha dal lato opposto quell’enorme muraglia di vite del Canadà (Parthenocissus inserta (A.Kern.) Fritsch che sovrasta un edificio a fianco (foto 3) , apriti o cielo, sembra tutto uno scempio!!
Piante sventrate (foto 4) che ti chiedi come facciano a stare in piedi, infestate da funghi come l’Hyphodontia sambuci (Fr.) J.Erikss.(1958) (foto 5) , tipicamente aggressivo di piante malate o morte, o piante quasi interamente ricoperte dall’edera che sappiamo essere uno dei fattori naturali più destabilizzanti (foto 6), quindi sanguinanti per la linfa vitale che esce dalle ferite e si solidifica creando tra l’altro effetti molto suggestivi alla vista (foto 7), ma non confortanti rispetto alla salvaguardia del luogo. E ancora piante abbattute (foto 8) vicino alla carrozzabile e rimaste lì a marcire, o coi lunghi rami posati a livello del terreno come la proboscide di un elefante che viene abbassata per cercare l’acqua. (foto 9)
E forse è proprio l’acqua il principale problema. Queste piante presumibilmente non sono state sufficientemente idratate e neppure curate, basti vedere le foglie malate diffuse (foto 10).
La madre nientemeno che di un consigliere comunale, casualmente incontrata, mi ha confermato i danni nel parco, mi ha parlato addirittura di un ramo volato su degli anziani seduti su una panchina, quindi le numerose segnalazioni a cui però non è stata data risposta alcuna salvo sentirsi dire che non si è intervenuti perché la natura deve fare il suo corso.
Allora, vera o no la replica, è necessario a questo punto fare chiarezza, perché la fesseria ideologica del libero corso della natura ogni tanto torna alla carica.
Se parliamo di un bosco selvaggio, ovvero non adibito a parco inteso come luogo verde per la frequentazione e la sosta delle persone, l’affermazione ci può anche stare, salvo che la caduta di alberi non intralci vie o fiumi, corsi d’acqua in prossimità di edifici, nel qual caso i detriti andrebbero rimossi.
Altra cosa è la rimozione della vegetazione spontanea dai corsi d’acqua che va evitata il più possibile, perché tra l’altro ha la funzione di rallentare la velocità dell’acqua in piena.
Ma se l’area, come in questo caso, è prevista per il “godimento” delle persone, è evidente che la manutenzione è obbligatoria, rimuovendo le parti vegetali pericolanti, intervenendo in tutti i modi per rendere l’area a minor rischio possibile per l’incolumità delle persone, oltre che per il suo decoro. Non vale in questi casi dunque il principio “libera natura in libero mondo”.
Non oso immaginare cosa avrà detto il famoso contralto cremonese per tanta bella vista, ma è evidente che una situazione del genere merita interventi di manutenzione seria e rapida.
Spostandoci sulla via Bonemerse vicina, la situazione non è affatto migliore e per certi versi ricorda la descrizione di via della Vecchia Dogana a Cremona.
Numerosi ceppi di Carpinus betulus L.1753 , a volte completamente coperti da cespugli densi di erba selvatica, disadornano la via (foto 11)
Le ferite sanguinanti delle piante sono anche qua presenti e molto abbondanti (foto 12), ma quello che non vi aspettate è che a stare su questa via il 24 di luglio, siete osservati da centinaia di funghi, in particolare esemplari di Schizophyllum commune Fr.: Fr.1815 (foto 13) che rivestono come bianche conchiglie quasi l’intera superficie di diverse piante.
Magra consolazione la bellezza del loro ornamento , visto che si insediano su piante malate a prognosi infausta. Si potrebbe obiettare: ma questo è il ciclo della natura.!! Si, ma non è ammissibile per piante giovani pagate coi soldi dei contribuenti, causa mancata manutenzione!!
Sarà il caso di trovare un sonnifero un po’ più potente per il nostro contralto, o distrarlo invitandolo a guardare un altro pianeta, dimenticandosi dell’attribuzione.
Forse non farà fatica a trovarne uno messo meglio!!
Stefano Araldi
Cremonese e Cremasco, piante a rischio crollo: tema trascurato
4 risposte
Tutto corretto. Credo che questo blog a breve, dopo il caso “ospedalino”, diverrà paladino del nostro trascurato verde urbano.
Consiglierei a Stefano di fare un giro per le aree dedicate allo sgambettamento dei cani (segnatamente via Amidani, area limitrofa a Porta Mosa e area di via Sabotino). Tempo fa mi lamentavo con un addetto ai lavori per la trascuratezza dei siti, ma la risposta è sempre quella: numero precario di operatori, turni e quant’altro. Se ci vai fai portati dietro una manciata di sacchetti per la raccolta delle deiezioni dei cani e raccogline un po’ come fa mia moglie, anche se non sono dei nostri cani. Il senso civico non è mai abbastanza.
Articolo ben argomentato che mette in evidenza l’incuria di alcuni spazi pubblici.
La speranza è che qualcuno intervenga in modo tempestivo
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Articolo molto chiaro corredato da foto che rappresentano bene la situazione in cui versa, ahimè, questo parco in periferia di Cremona. Ringrazio l’autore nel portare alla ribalta questi, non indifferenti, problemi ambientali che ci riguardano tutti.
Purtroppo quasi sempre gli amministratori non tengono conto che tutto ciò che è vivo e che è costato richiede cure.Lasciare fare alla natura non è ammissibile per un parco pubblico.La sicurezza dei fruitori è la cosa più importante.Sono d, accordo sulla linea dell’articolo.