Egregio Direttore,
pochi giorni fa l’assessore regionale allo sviluppo economico, il leghista Guido Guidesi, ha garantito l’appoggio della Regione nel manifestare contro l’Europa per affrontare i pesanti costi dell’energia.
Non potendo chiedere conto al suo Governo, la Regione chiama in causa l’Europa brutta, sporca e cattiva.
Nel frattempo la realtà la conoscono bene imprese e famiglie, su cui i costi dell’energia ricadono con forza.
Invece che prendersela con l’Europa, la giunta regionale di Attilio Fontana dovrebbe innanzitutto bussare al Governo facendo sue la forte preoccupazione degli industriali, delle associazioni e delle famiglie, pretendendo che il Governo calmieri i costi e spinga sulle rinnovabili, cosa che non sta facendo. Non sta intervenendo per ridurre la dipendenza del gas né sulla semplificazione degli iter autorizzativi – importantissimi – sulle rinnovabili. Sembra, invece, che stia facendo il contrario. Ad esempio, nell’ultima legge di stabilità, ha rinnovato le concessioni della distribuzione elettrica scaricando i canoni sulle bollette dei consumatori: industrie, piccole-medie imprese, negozi e famiglie.
Sul tema dell’energia le imprese dei nostri territori sono in grande difficoltà, e non trovano, nei fatti, Stato e Regione Lombardia al loro fianco. Politiche industriali e politiche energetiche sono le vere assenti dell’agenda politica del Governo Meloni e della Lombardia guidata dal centro-destra. Altro che Europa.
Sull’energia l’urgenza è un provvedimento che consenta di calmierare i costi. E va fatto subito. In attesa di riforme di mercato e investimenti infrastrutturali che diversifichino le fonti tenendo anche conto della vocazione produttiva di ciascun territorio.
Con queste proposte e con questo spirito abbiamo presentato una mozione urgente al consiglio regionale di martedì scorso ma che, purtroppo, la maggioranza di centro-destra non ha voluto affrontare non ritenendola “prioritaria”. Così facendo hanno voltato le spalle alle imprese e alle famiglie lombarde.
Matteo Piloni
consigliere regionale