‘Regione Lombardia ha dimostrato, oggi, di non voler adempiere, come prescritto dalla legge nazionale, alla sua funzione di programmazione faunistico venatoria’. Lo fa sapere il consigliere regionale Matteo Piloni, capodelegazione dem in commissione Agricoltura, intervenendo dopo la bocciatura di un emendamento presentato questa mattina, in aula consiliare, durante la discussione del progetto di legge sulla semplificazione, che proponeva di non cancellare la norma che rende obbligatoria la predisposizione quinquennale del Piano faunistico venatorio.
‘Siamo al paradosso, la Regione Lombardia abroga una norma su un piano che ancora non è stato realizzato – dichiara Piloni -. Infatti la nostra è una delle poche regioni italiane che non si è ancora dotata del Piano faunistico venatorio (l’iter di approvazione è iniziato nel 2016 e non è ancora terminato) e, nonostante questo e il forte ritardo nella sua approvazione, ha pensato bene di togliere la norma che lo rende obbligatorio con cadenza quinquennale. Da parte nostra, avevamo presentato un emendamento per ripristinare la norma, ma è stato respinto’.
‘Non è possibile non avere un piano faunistico venatorio e la giunta lombarda, che è già in ritardo di cinque anni, in questo modo, non sarà più tenuta a predisporlo con cadenza obbligatoria – spiega Piloni – Questo significa non regolamentare e programmare adeguatamente l’attività e continuare a muoversi attraverso inutili forzature che fanno male ai territori, ai cittadini e agli stessi cacciatori’.