E’ andata in scena la nuova grottesca puntata della serie “Faide nel centrodestra cremonese”. Il rifiuto di iscrizione al gruppo Fratelli d’Italia della neoconsigliera Monteverdi, cui rivolgo i migliori auguri di buon lavoro, rende plasticamente evidenti la confusione e le tensioni interne al partito di destra e all’intera coalizione cui appartiene. Che si contraddistingue per personalismi e posizionamenti in vista delle prossime candidature e assenza di visione e azione politica. E infatti in questi anni abbiamo assistito a diversi rimescolamenti e smottamenti dei gruppi di destra: un viavai tra Lega, gruppo misto e FDI, per il quale serve il pallottoliere. La Lega ha infatti perso quattro consiglieri su sei che sono saliti sul carro del presunto vincitore, quello trainato da Giorgia Meloni. Addirittura con il passaggio del capogruppo della Lega trasformatosi, dopo qualche mese di apprendistato, in capogruppo di FDI
E oggi siamo al paradosso: il gruppo di FDI non ha più alcun consigliere eletto nella corrispondente lista, ma è rappresentato solo da transfughi leghisti. Ricordiamo inoltre che solo qualche mese fa il segretario cittadino si è dimesso dal ruolo e dalla attività politica nel partito. In quell’occasione evitò elegantemente dichiarazioni pubbliche, ma lasciò chiaramente trapelare una condizione di forte conflittualità interna.
In effetti bisogna ammettere che il centrodestra cremonese mostra una sua coerenza nel perseverare nelle lotte intestine autodistruttive. Non avendo infatti mai curato le ferite lasciate dalla lotta alla candidatura a sindaco tra Malvezzi e Zagni, continua negli scontri che diventano sempre più accesi e plateali più ci si avvicina alle nuove elezioni amministrative. E finisce per confermare ciò che la maggioranza dei cittadini cremonesi sa benissimo: ossia di non avere una classe dirigente affidabile e pronta per amministrare la città.
Roberto Poli
capogruppo Pd Consiglio comunale Cremona