Anche il Partito democratico è schierato contro l’insediamento logistico nei pressi del Santuario di Caravaggio. Per questo stamattina i consiglieri regionali del Partito Democratico Davide Casati e Matteo Piloni hanno partecipato, (nella foto centrale) a fianco dei rappresentanti delle Diocesi di Bergamo, Cremona e Brescia, al flash mob organizzato da “Salviamo il suolo” per dire no alla realizzazione di un’ampia zona industriale nel vicino Comune di Misano Gera d’Adda.
“Abbiamo voluto essere presenti questa mattina per dire no a questo nuovo insediamento di logistica vicino al Santuario e per rimarcare la necessità di una legge regionale per regolamentare gli insediamenti delle logistiche: la Regione deve esercitare il ruolo di regia sovracomunale che le compete, per contenere il consumo di suolo, incentivare il recupero delle aree dismesse, e prevedere che i Comuni lavorino insieme per una pianificazione sovracomunale e non come avviene oggi, che sono solo comunali” hanno dichiarato i consiglieri regionali PD Davide Casati e Matteo Piloni.
“Una nostra proposta di legge c’è ed è stata depositata tre anni fa – hanno concluso i consiglieri PD – ora crediamo che non si possa più perdere altro tempo e ci auguriamo che anche la maggioranza di centrodestra che governa la Regione voglia confrontarsi per arrivare ad una legge il prima possibile”
6 risposte
È uno scherzo? PD contro il Polo logistico di Misano, mentre a S.Felice avanti che c’è posto? Ma dai!
Infatti non sono credibili.
Non mi risulta che Piloni si sia incatenato davanti a Palazzo Comunale quando Galimberti, Virgilio,e compagnia bella hanno dato il via per il polo logistico di S.Felice.
Vuoi mettere il suolo che verrebbee consumato a Misano Gera D’Adda con il suolo che verrà consumato a S Felice? Non c’è paragone! Mai mettersi contro i preti! Noi cremonesi possiamo arrangiarci con le nostre stupide menate sull’inquinamento e sulla cementificazione. Non abbiamo nemmeno uno straccio di Santuario…
Si vede che il santuario merita di essere difeso dal consumo di suolo e dalla deturpazione del panorama più dei cremonesi e del loro territorio… Perché la diocesi non si è battuta anche per noi?
Semplice. Perché la sua difesa dell’ambiente pare chiaramente pretestuosa, a corrente alternata, ed è evidente che la difesa del suolo attorno ad un santuario, per le sue molteplici implicazioni,ha ben altro rilievo della difesa di un suolo qualunque, semplicemente abitato da soli cittadini.