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Ponchielli-Cauzzi. FdI: ‘Una vicenda fosca’

14 Gennaio 2022

Ancora una volta il Teatro Ponchielli è al centro dell’opinione pubblica e non per motivi di ordine culturale, bensì per una vicenda giudiziaria che si è conclusa con il proscioglimento di Angela Cauzzi, ex sovrintendente della Fondazione, dall’accusa di abuso d’ufficio per l’assegnazione di lavori nel teatro cittadino. Una buona notizia dunque, della quale non possiamo che essere lieti, in attesa delle scuse, se mai arriveranno, del sindaco Gianluca Galimberti; certo non fu lui a presentare l’esposto in Procura, materialmente lo presentò Andrea Rurale, allora membro del CDA del Ponchielli, proprio nei giorni nei quali il primo cittadino stava conducendo una ‘battaglia’ per la sostituzione della Cauzzi al vertice della prestigiosa istituzione culturale cittadina, non tenendo conto che la maggior parte dell’assemblea dei soci fondatori metteva in dubbio il metodo messo in atto, che potremmo definire quantomeno poco ortodosso e certamente poco credibile e trasparente; la vicenda si concluse con la nomina di Andrea Cigni, nome gradito al sindaco sin dall’inizio. Già allora criticammo, non solo sulla stampa, ma anche con aspri interventi in consiglio comunale, il metodo con il quale si era arrivati alla nomina del nuovo sovrintendente; ci teniamo a precisare che allora come oggi, le nostre perplessità non furono sui nomi (Cauzzi/Cigni), ma sul metodo seguito, in maniera ostinata ed incomprensibile, dal sindaco Galimberti, metodo che voler definire approssimativo è quantomeno un eufemismo. Visto che da quegli avvenimenti sono passati circa due anni ci pare giusto ricostruire il susseguirsi dei fatti, per consentire ai cittadini di poter inquadrare in maniera corretta la vicenda giudiziaria che oggi trova una giusta conclusione.

Tutto ha iniziò con la nomina di Andrea Rurale alla presidenza del Conservatorio Claudio Monteverdi; nulla da eccepire sul curriculum del docente universitario, ma il suo nome apparì dal nulla, voluto dal sindaco in sostituzione di Stefano Allegri, che aveva condotto in maniera impeccabile la gestione finanziaria dell’Istituto. Perché dunque Andrea Rurale, semplice: è amico del sindaco. Si potrà obiettare che la conoscenza personale di Rurale è certamente una garanzia circa le sue capacità manageriali in campo culturali; possiamo accettarlo, ma ciò che accadde dopo ci fa capire che questa nomina altro non era che una fase di avvicinamento al vero scopo: sostituire Angela Cauzzi con Andrea Cigni; ma come fare? Semplice: alla seconda riunione dell’assemblea del soci fondatori della Fondazione Ponchielli, il presidente (che è sempre il sindaco), propone, in sostituzione di due membri dimissionari del CDA i nomi di Andrea Rurale, che potrà essere votato dai membri dell’assemblea, e quello della Pagani, la cui nomina spetta di diritto al presidente (il CDA conta 5 membri: il presidente, che a sua volta sceglie un altro membro, ed infine i restanti tre membri vengono votati dall’assemblea); l’assemblea accoglie il suggerimento del sindaco e vota Andrea Rurale, perché no?! È già presidente del Conservatorio Monteverdi di Cremona! A questo punto il gioco è fatto, Galimberti ha la maggioranza del CDA: lui, Rurale e la Pagani, si può quindi procedere con l’operazione di cambio al vertice della Fondazione! Una strategia impeccabile, se non fosse figlia del tradimento del rapporto di fiducia che i membri dell’assemblea credevano di avere con il proprio presidente: con il senno del poi si è capito che tutto era stato fatto non certo nell’interesse del Teatro Ponchielli, ma solo per consentire al sindaco di portare a termine il proprio progetto. Da questo momento si iniziano a scoprire le carte e tutti capiscono che il vero obiettivo di Galimberti è sostituire, nel giro di pochissimo tempo, la dott.ssa Angela Cauzzi; lo si comunica, maldestramente, prima alla stampa e poi  alla diretta interessata, si vuole procedere velocemente ma da più parti arrivano pareri negativi sulla faccenda in questione (assemblea dei soci fondatori, soci sostenitori, forze politiche, anche vicine al sindaco), non tanto sulla possibilità di un avvicendamento al vertice del teatro ma sul metodo, sbrigativo e poco rispettoso. Considerando che la decisione unilaterale di sostituire Angela Cauzzi viene presa in tutta fretta e viene considerata, dal sindaco, irrinunciabile e non rimandabile, adducendo come scusa il fatto che negli ultimi anni la gestione del bilancio della Fondazione non è stata certo brillante, viene da chiedersi come mai i bilanci redatti durante la sua presidenza siano stati da lui sempre sottoscritti. Visto che la scusa della gestione finanziaria non regge (tra l’altro il 2019 viene chiuso in pareggio), si passa al tentativo di denigrare Angela Cauzzi, con un esposto in Procura, con il quale si mettono in dubbio la legittimità di due incarichi professionali all’interno del teatro (uno al fratello della Cauzzi), mettendone in dubbio non tanto la regolarità ma la legittimità; si precisa che gli atti in questione furono assunti dal consiglio di amministrazione in totale autonomia e trasparenza, senza alcun intervento del sovrintendente e che il sindaco stesso ne era a conoscenza!

L’affaire Ponchielli alimenta le polemiche sulla stampa e fioccano critiche da più parti; la situazione è fonte di imbarazzo. Ormai è scontro aperto e nei giorni seguenti si arriverà, alla fine della farsa, alle dimissioni volontarie di due dei membri del CDA in aperto contrasto con le decisioni del presidente, ed alle dimissioni di Rurale, che arriveranno solo in limine dell’assemblea dei soci convocata per la revoca dello stesso ed ovviamente dopo aver partecipato con voto decisivo alla nomina di Cigni. Nel tentativo di voler superare queste difficoltà il sindaco Gianluca Galimberti, in qualità di presidente della Fondazione Ponchielli, propone di affidare l’incarico per la scelta del sostituto di Angela Cauzzi, ad una importante agenzia di Milano, la Egon Zehnder, nota per aver scelto il nuovo sovrintendente del Teatro alla Scala. Questa agenzia dovrebbe garantire la massima trasparenza nella scelta del nuovo sovrintendente, evitando così favoritismi di qualsiasi genere. Ricordiamo che, da subito, il nome gradito al sindaco e ad almeno due dei componenti del consiglio di amministrazione (Rurale e Pagani) era quello di Andrea Cigni; per inciso: l’incarico a suddetta Agenzia è costato ben 25 mila euro! Il meccanismo prevede una selezione da curriculum e poi un colloquio, per arrivare ad una rosa di quattro nominativi, ai quali se ne dovrà affiancare un altro scelto dal sindaco; il Cda della Fondazione e l’assemblea dei soci accettano, ma si raccomandano di non inserire il nome di Andrea Cigni come quinto nome dei candidati tra i quali il Cda dovrà scegliere il successore di Angela Cauzzi. Tutto a posto? Neanche per idea! Il quinto nome scelto da Galimberti è proprio quello di Andrea Cigni, tradendo così le raccomandazioni degli Organi della Fondazione; ed anche quando si tratterrà di scegliere fra i candidati, malgrado il parere contrario di due membri del Cda, il sindaco deciderà, con atteggiamento “collaborativo” di non tenerne conto e di mettere ai voti la decisione, ben sapendo di poter contare sulla maggioranza dei voti (il suo e quello dei suoi amici Rurale e Pagani). Ed il macroscopico conflitto di interessi del sindaco e del consigliere Rurale vengono esaminati? Me neppur per sogno. E la decisione assunta con tale enorme conflitto, che se applicato mediante l’astensione dei due consiglieri avrebbe portato ad una decisione esattamente contraria (la maggioranza dei consiglieri sarebbe stata rappresentata dai due consiglieri, questi sì di genuina espressione dei soci privati che rappresentano la maggioranza dell’assemblea della Fondazione, che poi si sono dimessi) ha qualche conseguenza? E tutto questo presenta i crismi della legittimità sotto ogni aspetto? Non vi sono estremi affinché le autorità preposte al controllo della Fondazione e dell’operato dei pubblici ufficiali (Galimberti è presidente della Fondazione Ponchielli in quanto riveste la carica di sindaco, non per nomina) possano ravvisare comportamenti contra legem? A chi di dovere, che certamente leggerà queste considerazioni, la valutazione di tali aspetti. Gli ultimi strascichi di questa vicenda porteranno alle dimissioni dei due membri del Cda, in aperto disaccordo con i metodi e le decisioni assunte dalla presidenza della Fondazione ed alle dimissioni di Rurale, presentate non certo di sua spontanea volontà, ma, come precedentemente citato, a seguito dell’annunciata sfiducia da parte dell’assemblea dei soci Fondatori. Una vicenda complessa e spiacevole, gestita malamente e dai contorni assai foschi, la cui conclusione ad oggi, dal punto di vista giudiziario, ha restituito dignità umana e professionale ad Angela Cauzzi, ma che richiede certamente un’ulteriore riflessione ed un approfondimento di tipo politico e forse non solo……

In conclusione ci sembra doveroso notare che, sulla questione Ponchielli, anche l’onorevole Luciano Pizzetti, attraverso i suoi interventi sulla stampa, prende definitivamente le distanze dall’operato del sindaco di Cremona.

Giuseppe Arena

consigliere comunale di FDI Cremona

Marcello Ventura

capogruppo di FDI Cremona

4 risposte

  1. Montanelli, già negli anni Ottanta, definiva la politica una cloaca. È disarmante vedere come gli artefici di tutta la vicenda si comportino come se la cosa non li riguardasse.

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