”La Lombardia è la prima regione in Italia per produzione di biogas agricolo e per numero di impianti. Ecco perché per noi è importante che quella che può essere un’opportunità, considerato che ci può portare una maggiore indipendenza energetica e dai fertilizzanti esteri, vada nella direzione della sostenibilità e stia in linea con i principi dell’economia circolare, minimizzando il consumo agricolo e sostenendo i territori e gli enti locali con una regolamentazione normativa chiara e definita”, lo dicono Miriam Cominelli e Matteo Piloni, consiglieri regionali del Pd, durante la discussione sulla risoluzione in merito alle ‘Criticità connesse al decreto Biometano’, approvata all’unanimità, questo pomeriggio, in consiglio regionale. Il Gruppo regionale del Pd aveva anche presentato un preciso e dettagliato ordine del giorno sul tema, che è stato rinviato per una seconda parte della discussione in Commissione Agricoltura.
“Fino ad agosto 2023, in Lombardia erano presenti 451 impianti di biogas. Secondo i dati Snam aggiornati, poi, a luglio 2024 erano presenti 23 dei 133 impianti di biometano attivi sul territorio nazionale. Nel 2024 in Italia venivano prodotti 570 milioni di metri cubi di biometano, ma il Piano nazionale integrato energia e clima pone come obiettivo 5,7 miliardi di metri cubi. A questo scopo, il Pnrr ha stanziato 1.923,4 milioni di euro per sostenere la costruzione di nuovi impianti di biometano e riconvertire i vecchi impianti di biogas agricoli”, ricordano i consiglieri Pd.
“Riteniamo che si possa perseguire uno sviluppo in questo senso, ma con un’accortezza: non tutte le tecnologie sono ugualmente sostenibili e a oggi mancano linee guida organiche. Inoltre, dobbiamo tener conto del cosiddetto fattore accumulo: la presenza di questi impianti in un territorio produce effetti collaterali, come ad esempio un impatto sulla viabilità, soprattutto se il materiale viene da fuori. Quindi, va valutata la complessità che riguarda questo tipo di impianti. È fondamentale, perciò, supportare gli enti locali che si trovano ad avere a che fare con le richieste, perché non hanno le risorse umane dal punto di vista tecnico”, fanno presente Cominelli e Piloni.
“Ecco, dunque, che servono precisi impegni, molto pratici e concreti, come l’elaborazione di un quadro normativo organico, che definisca le linee guida per la progettazione, lo sviluppo e l’esercizio degli impianti di produzione di biogas e biometano. È necessaria una cabina di regia che coordini una distribuzione equa sul territorio. Per logica, bisognerebbe pianificare la localizzazione degli impianti di biometano nelle vicinanze di un punto di immissione in rete, cioè di un metanodotto, o comunque, anche per il biogas, accanto a siti di produzione delle materie prime necessarie. Vanno introdotti, inoltre, criteri più stringenti per determinare per quali impianti serve la Valutazione di impatto ambientale, in particolare per verificare i fattori di cumulo. Dobbiamo assolutamente minimizzare il consumo di suolo agricolo, favorendo la localizzazione su aree dismesse, industriali e cave. Cerchiamo di perseguire buone pratiche che tocchino gli aspetti della progettazione e del tipo di impiantistica. E Regione si faccia carico di dare una regolamentazione normativa chiara e definita per gli enti locali che devono occuparsi degli impianti, affinché questi ultimi diventino una risorsa per i territori. Altrimenti si rischia che la Lombardia diventi solo un polo attrattivo e debba addossarsi un carico ambientale eccessivo”, concludono i dem.