Si è tenuto al Centro Pastorale l’incontro informativo per promuovere l’importanza di andare a votare prossimamente i 5 referendum abrogativi. A promuovere l’assemblea la CGIL Cremona. In apertura è stato mostrato il video della studentessa universitaria di Padova Emma Ruzzon, che con molto coraggio ha apostrofato le istituzioni e questo governo che sta letteralmente levando un futuro dignitoso ai giovani, e lo ha sottolineato con il gesto simbolico di levarsi la camicia nera, rimanendo in maglietta.
Elena Curci, segretaria generale della Camera del Lavoro di Cremona, ha dato ufficialmente il “via” alla campagna referendaria. Un rapido excursus sulle attuali criticità nel mondo del lavoro oggi in Italia. Lunga è la lista: lavori precari e mal pagati, morti o infortuni gravi senza tutele, pochi diritti, molta insicurezza e poca continuità lavorativa, tempi determinati, impieghi stagionali, occasionali, stage e contratti gratuiti scuola/lavoro.
Qualità, sicurezza, legalità non sono più una priorità da troppo tempo. Appalti, sub appalti, sub appalti di sub appalti, sempre più rischi per i lavoratori, per non parlare delle frequenti infiltrazioni mafiose. Questi i motivi per cui è importante andare a votare e votare Sì, è lunico modo che ci rimane per fermare tutta questa precarietà, ma anche di conseguenza, migliorare la situazione pensionistica.
Inoltre è importante per il nostro tessuto sociale, saper accogliere e valorizzare anche chi viene nel nostro paese per cercare nuove opportunità. Sono ben 2.500.000 le persone che pur vivendo da anni in Italia stanno aspettando il diritto alla cittadinanza.
Maria Teresa Perin, sindacalista CGIL, ha sottolineato il vero significato del 8 marzo, non come festa della Donna, ma come Festa dei Diritti della Donna. Ha elencato una serie di dati e statistiche molto significative. In Italia, gli uomini percepiscono il 20% in più di salario rispetto alle donne con stessa tipologia di lavoro; inoltre 1 donna su 5 esce dal mercato del lavoro in seguito alla maternità perché non ha altre alternative per i suoi figli. Tutto questo poi porta ad una ripercussione finale sulle pensioni con un 25% in meno di remunerazione rispetto agli uomini.
Ecco perché i 5 Sì al referendum riguardano anche il nostro futuro di donne!
Ha preso poi la parola Claudio Arcari, coordinatore regionale Mercato del Lavoro e Formazione e Ricerca Scuola CGIL Lombardia, che ha spiegato il significato dei primi 3 punti referendari.
1. Abrogazione delle norme che impediscono il reintegro al lavoro in caso di licenziamenti illegittimi. I lavoratori assunti dopo la fatidica data del Jobs Act voluto da Renzi, il 7 marzo del 2015, hanno meno tutele rispetto a chi era già in forze precedentemente, con questa abrogazione si vogliono dare le stesse tutele, il reintegro in caso di licenziamento illegittimo o un aumento dell’indennizzo nel caso il reintegro non sia prevista. Votare Sì è una azione giusta e darà benefici Sociali.
2. Tante sono in Italia le piccole aziende con meno di 16 dipendenti. Anche in questo caso, il sì del referendum permetterà una minore soggezione dei dipendenti nei confronti del datore di lavoro, perché in caso di licenziamento illegittimo un lavoratore può ottenere al massimo 6 mensilità di risarcimento. L’indennizzo invece andrà aumentato, abrogando questo limite, sulla base della capacità economica dell’azienda, dei carichi familiari e dell’età del lavoratore.
3. Riduzione del lavoro precario. Oggi in Italia, circa 2 milioni e 300 mila persone hanno contratti di lavoro a tempo determinato. Questo può andare avanti anche 12 mesi, senza nessuna ragione oggettiva che lo giustifichi. I lavoratori non sono merce con una scadenza, bisogna rendere più stabile il loro lavoro ridando valore al tempo indeterminato. Oltretutto sono proprio i nostri giovani a risentirne maggiormente, e spesso (come nel caso dei miei due figli) abbandonano il loro Paese mettendo le loro competenze a disposizioni di Paesi esteri. In Italia, la precarietà del lavoro dà un tasso di occupazione: 15 punti percentuali rispetto al resto dell’Europa. Per non parlare di assunzioni avvenute su personale over 50 e addirittura over 60. Tra le righe si capisce perfettamente il disegno e la priorità di questo governo nazionale: smantellare un pezzo alla volta il Decreto Dignità del 2018 (Governo Conte 1).
4. Più sicurezza sul lavoro. Di questo ha parlato Marco Zambelli rappresentate del Lavoratori per la Sicurezza. Dopo aver citato diversi casi, anche gravi o addirittura mortali, di lavoratori mai risarciti perché assunti senza contratti regolari, spiega come l’INAIL sia di fatto una mera compagnia assicurativa e che ragionerà sempre e in ogni caso come una assicurazione. Se vincerà il sì, i committenti saranno obbligati a scegliere le aziende a cui appaltare solo se riconoscono completamente i diritti dei lavoratori che verranno così tutelati e protetti.
5. Più integrazione con la cittadinanza italiana. L’ultimo punto è stato trattato da Giulio Gennari, responsabile Immigrati e Segretario Generale NIDIL CGIL Cremona. Oggi, anche per chi vive, ha residenza e lavora in Italia da più di 10 anni, ottenere la cittadinanza se sei straniero è un iter burocratico lungo e farraginoso. Ridurre da 10 anni a 5, di residenza legale, la richiesta per poter fare la domanda di cittadinanza italiana potrà dare ai cittadini che lo richiedono pari diritti e opportunità, con benefici di ricchezza e crescita anche per il nostro Paese.
Durante le quasi 4 ore di assemblea, molto toccanti alcuni video di persone che hanno vissuto i vari disagi di queste leggi da abrogare. Il licenziato per ingiusta causa, la signora perennemente precaria, la giovane straniera in Italia da oltre 20 anni che pur frequentando tutte le scuole, pur sentendosi Italiana, con amici italiani, mangiando cibo Italiano, di fatto non lo era finché non ha recentemente ricevuto la tanto desiderata cittadinanza. E per ultimo il ragazzo egiziano cristiano, fuggito dalla primavera araba perché venivano messi a morte per la loro religione, come un suo cugino di soli 11 anni ucciso perché cristiano copto. Lui non ha ancora la cittadinanza, ma ha lanciato un appello a tutti noi cittadini italiani che possiamo votare di andare a farlo, anche per quelli come lui.
Il voto è la nostra rivolta, con il nostro voto possiamo dare maggior sicurezza a tanti!
Frasi conclusive da Gino Giove, segretario Nazionale della CGIL: andare a votare, soprattutto ai referendum, è la massima espressione di democrazia. Far sentire la nostra voce per spezzare il giogo messo oggi su tanti contratti lavorativi che da troppo tempo stanno togliendo identità ad ampie fasce di lavoratori che non hanno più il potere e la forza di protestare.
Votiamo Sì per tutti quei lavoratori interinali, apprendisti, stagionali, precari, pedine nel mondo dei sub appalti e, aggiungo io, anche di certe cooperative che utilizzano il loro personale come pedine.
Con il referendum noi non deleghiamo nessuno, noi abbiamo il potere di decidere di far star meglio milioni di persone, perché ricordiamoci tutti che:
🟢PIU’ DIRITTI non hanno mai fatto star male nessuno…
🔴MENO DIRITTI sì!
Noi come Movimento 5 Stelle abbiamo aderito, insieme ad altri partiti a questa campagna referendaria e ci vedrete molto presto ovunque per trasmettervi questo importante messaggio:
IL VOTO è LA NOSTRA RIVOLTA
Paola Tacchini
Una risposta
Andrò a votare e farò votare …ma non ho bisogno di lezioni di diritti da chi come CGIL CISL e UIL per decenni hanno svenduto la tutela dei lavoratori per assicurarsi un posto al tavolo della negoziazione …da chi in nome della concertazione ha dato man forte ai governi di centro sinistra per realizzare ciò che non sarebbe mai stato concesso a un governo di destra.
Oggi questa enfasi ..questo sentire il bisogno di rifarsi una verginità …ormai perduta inesorabilmente …sa di IPOCRISIA ..
Cittadini andate in massa a votare ma non perché costoro si sono messi a guida del corteo ..il corteo siamo noi …i diritti sono i nostri e sappiate che dovremo difenderli anche da CGIL CISL e UIL!!!