ProSus: oltre 100 giorni di occupazione. L’onorevole Valentina Barzotti della Commissione Lavoro della Camera in visita venerdì, incontro in Regione il giorno prima. Irrompe nelle istituzioni la lotta dei lavoratori del macello ProSus di Vescovato che da oltre 100 giorni occupano la fabbrica in difesa del posto di lavoro. La loro vertenza sarà infatti oggetto di audizione domani, primo febbraio, presso la IV Commissione Attività Produttive della Regione Lombardia, mentre il giorno successivo l’onorevole la deputata Barzotti si recherà direttamente alla ProSus.
”La finalità degli interventi di carattere istituzionale – precisa una nota dell’Usb, Unione sindacale di base Confederazione Cremona-Mantova Lavoro privato settore logistica – è quella di riaprire un tavolo di confronto tra le parti, stante l’arrogante chiusura di quella datoriale. Con determinata radicalità di pratiche conflittuali gli operai licenziati che facevano parte degli appalti e pure quelli del committente, si sono arrampicati sulle giostre, come vengono chiamate le catene di macellazione dell’impianto, per difendere quel lavoro prestato per decenni e che ha contribuito a fare di ProSus un’azienda leader mondiale nel settore. La proprietà ha, infatti, deciso di superare una crisi dovuta a carenze di liquidità e fattori di tipo
congiunturale, non con un piano di rilancio industriale, possibilissimo considerati gli interventi di
ristrutturazione innovativa recentemente attuati. Ha deciso, invece, di far cassa vendendo i vari rami d’azienda dell’impianto: per renderlo più appetibile ai compratori, inoltre, si sta attuando il precetto secondo il quale “meno sono gli operai, più basso sarà il costo del lavoro grazie ad un maggiore sfruttamento di quelli presenti con un più alto profitto finale”. L’escamotage è pertanto stato quello del recesso di tutti i contratti d’appalto, “dimagrendo” l’organico di un centinaio di unità in un sol colpo. È contro questo modo speculativo di gestire le crisi che gli operai si sono rivoltati, mobilitandosi fino ad occupare la fabbrica con un gesto di resistenza estrema. La loro determinazione è quella di continuare la lotta: la mobilitazione proseguirà sino a che non
verranno riassunti dall’attuale o dalla nuova proprietà. L’intervento delle istituzioni serve, ora, a determinare se la nostra continui ad essere una Repubblica fondata sul lavoro, oppure sui furbetti che l’intervento pubblico lo usano solo per aumentare il loro profitto”.