Gentile direttore,
da cittadino e osservatore esterno senza piu ruoli elettivi o statutari volevo offrire uno spunto di riflessione sulle prossime elezioni provinciali, che vedranno tutti i cremonesi che non occupano uno scranno in un consiglio comunale, costretti ad assistere come spettatori.
A causa della legge Delrio, l’unica cosa che ci è consentita fare è quella di valutare le dichiarazioni di segretari o rappresentanti eletti.
Partito Democratico, Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, Azione e Italia Viva, se dovessero scegliere di presentarsi con una lista unica alle prossime elezioni provinciali, farebbero per la prima volta un atto di trasparenza e farebbero finalmente cadere quel velo di ipocrisia che fino ad oggi tentava di nascondere quello che invece era a tutti evidente. Non ne capisco onestamente lo stupore. Il gioco dei ross(on)i contro i celesti ormai non regge più dalle nostre parti.
Ecco perché trovo retorico l’appello al PD lanciato da Sinistra Italiana e Verdi per provare a scongiurare il “listone” e cercare di ricostruire un fronte cosiddetto progressista in salsa cremonese. Con questo non voglio dire che non sia necesario creare una lista alternativa anzi, qualche anno fa, in occasione del rinnovo del consiglio provinciale avevo anch’io cercato, purtroppo invano, di aiutare a fare nascere una terza lista che raccogliesse le forze civiche presenti nei consigli comunali unite da un programma e non da mera logica di spartizione di seggi. Io credo che una lista che rappresenti l’alternativa al partito unico del cemento, del consumo di suolo e dell’azzerbinamento alle solite lobby la si possa costruire senza chiedere il permesso al PD che nella nostta nostra provincia ha dimostrato di essere fermo all’agenda Draghi o a quella di Matteo Renzi.
I consiglieri delle varie liste civiche e dei partiti che si riconoscono in un programma alternativo si uniscano senza chiedere permesso alle segreterie di partito. Il vero cambiamento nella nostra provincia può partire proprio da questa forma di emancipazione e di Hybris. Ecco perché ritengo una perdita di tempo appellarsi al PD cremonese e lo considero un mero esercizio di stile. Da qui la mia prima domanda. A chi si rivolgono Losco e Ladina nel loro appello? Rivolgersi al PD, significa rivolgersi alla segreteria del partito? Oppure ai grandi burattinai? Oppure l’appello è ai singoli consiglieri comunali con la tessera dem in tasca? Capirei solo se i destinatari fossero i terzi.
Perché chiedere alla segreteria del PD cremonese di rinnegare la propria identità solo per partecipare ad un gioco delle parti sarebbe solo una presa in giro. La linea politica del PD nella nostra provincia è chiara, e non mi si venga a parlare di pluralismo e di mal di pancia. Nelle scelte di peso il partito è sempre stato un monolite ed ogni voce fuori dal coro zittita. Il partito unico esiste e non da oggi. La liaison tra i tre consiglieri regionali eletti al pirellone è più che evidente, ed è lí a dimostrarla, e con loro soliti noti di diversa bandiera. Questi partiti rappresentano di fatto un blocco unito sul nuovo ospedale di Cremona, sull’autostrada Cremona Mantova nefasta per ambiente e conti pubblici, sulle autorizzazioni di impianti a biometano, sul piano di ampliamento dello stoccaggio di metano in tutta la nostra provincia, sulla svendita del patrimonio e dei servizi di pubblica utilità , e così via. Perché chiedere a loro di rinnegare sé stessi e non lavorare invece per riunire i numerosi eletti nei consigli comunali che si sono presentati come civici e ai tesserati chiedendo loro di emanciparsi dal controllo dei partiti e, se d’accordo su una visione e un progetto alternativo al partito unico, unirsi? Questa è l’unica speranza che rimane al cittadino per potersi sentire ancora ‘rappresentato’ in un ente svuotato da ogni di controllo dal basso.
Marco Degli Angeli
Una risposta
Degli Angeli ha fatto centro. La sua voce fuori dal coro, come al solito mette a nudo le stonature di chi si è ormai assuefatto allo status quo