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Putin erede di Stalin: atrocità non folli ma strategicamente ragionate

13 Maggio 2024

Come abbiamo detto, senza capire Stalin non si può capire il punto di vista russo sulla crisi ucraina: l’influenza storica del georgiano è talmente pervasiva e strutturale da essere ancora oggi estremamente influente, e ciò in gran parte grazie alla realizzazione di quel suo piano di rilancio dell’Urss in cinque mosse che abbiamo visto settimana scorsa, e che trasformò un Paese medioevale in un Impero padrone di mezzo mondo..

Ma come ha potuto realizzare tutto questo e soprattutto come esercitava Stalin il suo potere? Ancora una volta la risposta è negli Archivi e nel ventennale lavoro di analisi di lettere personalissime, telegrammi ufficiali, rapporti di polizia etc…

Anzitutto la Cerchia: tutto il potere in Urss era nelle mani di pochissimi uomini, la cosiddetta Oligarchia che si riuniva nel Presidium del Soviet supremo. La Costituzione dell’Urss voluta da Lenin e poi rivista da Stalin prevedeva pomposamente che tutto il potere fosse nelle mani del Popolo, contadini e operai, che lo delegavano ai Soviet, rappresentanze locali elettive che gestivano ogni cosa e che a  loro volta si riunivano a livello nazionale in congresso delegando il potere al Soviet Supremo, che era a sua volta rappresentato dal suo Presidium, che poi diventerà il Politburo, una ristrettissima cerchia di poche persone che governavano con potere assoluto 170 milioni di sovietici. Ovviamente i rappresentanti di tutti i soviet erano scelti del PCUS e non dal popolo che li eleggeva e basta. Ergo: chi controllava il Partito, cioè il Segretario Generale, controllava tutta l’Urss

Stalin, come ogni grande leader, esercitava anzitutto una presa psicologica assoluta sui membri della Cerchia. Nelle lettere tra di loro emerge una reale venerazione in cui gli riconoscono doti assolute arrivando persino a chiamarlo il Padrone, che detto dai Bolscevichi fa veramente impressione. Poi ovviamente c’era il Terrore, e cioè la paura fisica di venire fucilati o spediti nei gulag con un solo tratto di penna del Georgiano: le famigerate “liste” che Stalin controllava personalmente quasi ogni giorno indicando a pastello rosso in Categoria 1 quelli da fucilare subito e in Categoria 2 quelli da spedire nei gulag. Solo tra il 1936 e il 1938 in quelle liste ci finiranno 700.000 persone, tra cui anche molti membri del Partito. É stato perfino rinvenuto il telegramma ufficiale con cui nel 1937 Stalin autorizza le torture contro i dirigenti ribelli del partito. Se il Partito controlla tutto e io non controllo il partito non riesco a realizzare il Disegno. Allora va eliminata alla radice ogni possibile opposizione interna.

Chi eseguiva materialmente fucilazioni e incarcerazioni era la temutissima NKVD (che dopo il 1954 diventerà KGB) di Berija, le belva di Stalin, il ministro degli Interni che per 20 anni sarà il terrore dei sovietici. Stalin controlla Berija attraverso la Cerchia minacciando di dare il suo ministero ad altri, e a sua volta controlla la Cerchia attraverso la minaccia di usargli contro Berija. In sostanza, Stalin usa la Cerchia per controllare la Polizia, polizia che usa per controllare il Partito  attraverso il quale controlla tutta l’Urss. Stalin non ha un rapporto diretto con la massa popolare come Mussolini o Hitler, ha rapporti solo con la Cerchia. E non usa l’esercito perché sa che non può controllarlo: la Grande Armata Rossa in realtà viene tenuta sotto vetro e usata solo in caso di guerra perché è troppo pericolosa. I suoi generali vittoriosi verranno celebrati nel 1945 ma poi immediatamente spediti ai confini della Russia per tenerli lontani dal potere, ma non verranno eliminati perché servono in caso di guerra, che è oramai solo il controllo dei Regimi all’interno della Cortina di Ferro.

Poi ci sono le purghe. fucilazioni e deportazioni di massa che hanno due scopi: eliminare i nemici del Disegno e creare un clima di terrore psicologico che impedisca di fatto ogni possibile opposizione. Ma nulla è mai lasciato al caso o alla follia. Tutto è sempre e solo strategia, realizzata attraverso la strage a volte minuziosa a volte di massa, spesso preventiva ma sempre estremamente razionale.

Anarchici e socialisti sono avversari del Disegno. Vanno eliminati. Scoppia la guerra civile in Spagna e tutti loro ci vanno a combattere come volontari. Bene, Stalin farà infiltrare nelle loro fila agenti del NKVD con lo scopo di ucciderli. Sembra incredibile ma è così: Franco in parte vince la guerra civile perché Stalin la usa per sbarazzarsi dei sinistrorsi non controllabili. Uno di questi assassini “di parte” è il futuro generale Mielke, che sarà per 30 anni il capo della Stasi nella DDR.

I contadini ucraini non vogliono la collettivizzazione delle terre? Stalin manda un telegramma chiaro: chi non vuole lavorare nemmeno mangerà. E scatta la grande carestia programmata, l’Holodomor. E siccome Stalin è strategico a livello atomico, prima deve  tagliare le comunicazioni tra i villaggi, che avvenivano attraverso i cantastorie e i bardi. Ecco che viene indetto un grande concorso per premiare il migliore cantastorie, ed ecco che appena tutti si presentano vengono sterminati. Dopo milioni di morti i contadini si piegheranno e Stalin non se ne occuperà più perché là minaccia era esaurita e il piano riuscito.

Ai confini con il Giappone c’è una comunità di 250.000 coreani russi. La Russia entra in guerra col Giappone, e allora rischiamo che spie giapponesi si mescolino ai coreani. Ecco che allora vengono spostati in massa in un’altra parte della Russia e sostituti con degli slavi biondi con gli occhi azzurri, così appena un giapponese entra in Russia spicca come una mosca nel latte. Purtroppo ne moriranno circa 25.000, perché spostarsi in blocco all’epoca era tragicamente difficile. Ma non era una purga contro i coreani, era una scelta strategica.

Si entra in guerra con la Germania? Tutti i veterani della comunità importata da Pietro il Grande secoli prima viene mandata nei gulag, perché potrebbero diventare spie naziste. I russi di cognome polacco verranno tutti fucilati all’inizio delle ostilità con la Germania perché Stalin riteneva che fossero troppo pericolosi (i polacchi detestano i russi e diventano dei potenziali nemici in casa), non perché fosse fissato coi polacchi.

Se si entra in guerra con la Germania e devo evitare ogni comunicazione con l’estero per controllare le spie, allora devo eliminare i collezionisti di francobolli perché spediscono lettere con altri Stati di continuo. Ed ecco che vengono deportati, ma solo per il periodo bellico quale misura preventiva. Ovviamente moriranno a centinaia perché i Gulag erano degli inferni, ma Stalin non aveva un odio per i filatelici.

Sono sparuti esempi, ce ne sarebbero a centinaia, ma che servono a dimostrare come la crudeltà assoluta di Stalin non era assolutamente folle ma strategicamente ragionata fin nei minimi dettagli.

Atrocità indiscutibile tanto quanto indiscutibile è stato il risultato finale, è cioè l Urss padrona di mezzo mondo. E quella struttura di potere, pur molto ammorbidita sopratutto nel ricorso alla violenza, è però rimasta una sorta di Dna del sistema di potere sovietico prima e russo poi, il che spiega tante notizie su Putin che a noi paiono surreali ma che in realtà sono ancora oggi eredità, pesantissima certo, del Georgiano.

 

 Francesco Martelli

sovrintendente agli Archivi del Comune di Milano

docente di archivistica all’Università degli studi di Milano

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