“Il prossimo rinnovo dei Comitati di Quartiere ripropone l’ormai consolidato doppio pesismo che regna a Cremona da quanto il centro sinistra governa. E’ la concretizzazione plastica che il Pd e i loro alleati hanno dei cremonesi. Da una parte i buoni: quelli che applaudono all’Amministrazione. Dall’altra i cattivi: quelli che mettono il dito nelle criticità della vita quotidiana e che magari neppure sono del centro destra ma vedono, senza paraocchi ideologici o peggio partitici, i veri problemi della città”. Lo dice Alessandro Portesani capogruppo di ‘Novità a Cremona’ in consiglio comunale.
“Ma del resto – spiega Portesani – le recenti alzate di scudo della Giunta in riferimento alle dichiarazioni di cittadini candidati nei ‘parlamentini’ cittadini, ne sono la cartina di tornasole. Evidentemente a palazzo comunale si teme, come non mai, che gli inciampi di Virgilio e del suo assessore alla Sicurezza possano far raccogliere consensi a coloro che mettono sul tavolo problemi veri e che ritengono che i Comitati non debbano trasformarsi in ludoteche pronte a organizzare girotondi per infanti o feste di paese a base di pane salame”.
“Lo dico – prosegue il capogruppo di ‘Novità a Cremona – perché voglio ribadire, ancora una volta, che la partecipazione civica è autentica solo se si ascoltano tutte le voci. Non solo quelle che fanno comodo. Non solo quelle che applaudono. Una città che si chiude alla critica è una città che rifiuta di migliorare. I Quartieri non sono strumenti di propaganda né da una parte, né dall’altra. Del resto, che si faccia notare che non è né civile, né normale che si cerchi di dare coltellate a un cittadino che rientra a casa, che si protesti perché non c’è una vigilanza che eviti che ragazzotti ballino il tip tap sui tetti delle autovetture di notte in pieno centro. Che si sottolinei che, ogni tre per due, ci sia una rapina ai danni di innocenti cremonesi: non è una presa di posizione partitica. E’ solo buon senso. E’ un’esigenza che i cittadini sentono. E devono essere ascoltati”.
“Rifugiarsi dietro lo smunto lessico di regolamenti – afferma Portesani – è l’ennesimo segno di debolezza di questa Giunta, che non sapendo come affrontare i problemi, alza la solita cortina fumogena per confondere le acque. Per sottrarsi al confronto serio, nascondendosi dietro il proverbiale dito della burocrazia infagottata di ‘buonismo’ a tutti i costi: quel metodo che ci ha portato alla drammatica situazione odierna”.
“Se poi nella sala rossa della Giunta si teme che queste elezioni possano diventare un impietoso referendum sull’attività dell’Amministrazione, qualche esame di coscienza Virgilio and company se lo dovranno pure fare. Noi di ‘Novità a Cremona’ proseguiremo nell’ascolto, al di là di ogni steccato partitico, nell’ascolto dei cremonesi e delle loro reali esigenze”, conclude Portesani.
2 risposte
C’è mancato poco che Alessandro Portesani diventasse sindaco! Una manciata di voti ha portato Virgilio alla vittoria. Tra l’altro non dimentichiamo che in centro Virgilio ha ottenuto risultati migliori: e ora il centro e sotto assedio e si lamenta. Bisogna rivolgersi altrove, siete d’accordo? Le elezioni dei rappresentanti dei cittadini nei consigli di quartiere sono un’altra occasione per poter dire la nostra, cremonesi! Andate a votare! È un modo concreto di fare sentire la nostra voce e lottare per non permettere a una giunta disattenta e presuntuosa, in continuità con la precedente, di portare avanti altre azioni che noi non vogliamo: dalla mancanza di attenzione per la nostra sicurezza, alla distruzione assurda di muri e recinzioni. Se davvero si vuole non solo limitarsi a parlare di democrazia…e fare retorici proclami.
Forse i comitati di quartiere possono ascoltare i cremonesi, ma il passaggio successivo sarebbe quello di essere loro stessi ascoltati dall’amministrazione comunale. Mi risulta non ci sia stato ascolto in parecchie occasioni invece e che i presidenti di quartiere non siano stati considerati quando “hanno osato” riportare la voce dei cittadini che esprimeva disaccordo riguardo le decisioni prese. Non bisogna arrendersi, però.