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Quegli eroi che per un selfie si sciroppano quattro ore di lirica russa

12 Dicembre 2022
Bisognerebbe istituire un premio da conferire subito dopo la Prima del teatro Alla Scala; ogni anno. Sarebbe da assegnare a coloro che nella vita hanno, a malapena, sentito Per Elisa e che, in una sola sera, si sciroppano invece quattro ore di musica lirica; per di più russa. Veri eroi che si immolano non per l’arte ma per un selfie. Immagini, con il vestito della festa, da ‘postare’ ovunque. Prova provata per dire ‘io c’ero’ . Mi fotografo: dunque sono, cartesianamente. Tutto il resto è un noioso orpello. Politicanti di ogni forma e di ogni età, come direbbe il Leporello mozartiano. Assessori, assessore, portavoci, segretarie politiche, rancorose amanti vecchie e nuove. Impiegate agghindate da ‘gran dame’ che hanno magicamente scalato i posti nelle istituzioni musicali nazionali per ignoti meriti. Questo variegato popolino si è affollato nella sala del Piermarini. Qualcuno ha pure discusso del ‘putinismo’ del povero Musorgskij la cui composizione più bella fu invece ‘La porta di Kiev’. Altri, la maggioranza, persa nei display dei cellulari a confrontare e commentare sottane e pantaloni.
Quelli che Alla Scala ci lavorano e gli amanti della Cultura hanno fatto sommessamente notare che i ‘selfisti’ di Sant’Ambrogio hanno tagliato il 50% dei pubblici denari per quelle attività. Reazione? Poco più che una pernacchia. Passata la festa, gabbato lo santo. E tanti auguri!
Ghino di Tacco

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