Le coincidenze sono spesso bizzarre, stupefacenti, inimmaginabili. In questo caso particolarmente. Delle belle coincidenze!
In zona Castello, a Cremona, da diversi giorni vedevo una splendida fioritura di Ligustrum sinense Lour. ( foto 1 centrale) a cingere magnificamente l’edificio dell’ex Provveditorato agli studi tra via Tagliamento e via Spalato (foto 2, 3, 4, 5). Perciò mi sono detto che al più presto dovevo andare a fotografarlo, mentre era nel pieno della fioritura, e il 19 maggio l’ho fatto.
Notevole, rigogliosissimo, con quei numerosissimi fiori bianchi (foto 6, 7, 8) . E poi il loro profumo, deliziosissimo, il meglio della primavera!
Ciò che mi ha colpito di più, tuttavia, è stata la sua estensione. Tanto ce n’era in città in quel momento, forse l’arbusto/siepe più fiorita in assoluto. Mai però l’avevo visto così sviluppato. Con quei rami resi luminosi dal candore dei petali che potenziava l’effetto della luce solare: un’entusiasmante, esplosiva voglia di vivere che ben si stagliava sotto quel cielo azzurro.
Il giorno stesso leggevo sul giornale La Provincia di Cremona, una lettera del professor Montuori su Cremona Capitale della cultura, in merito a cui lui proponeva di allargare lo sguardo su altri temi. Mi è balenata l’idea di inviare a mia volta una lettera in cui suggerivo di aggiungere anche la natura tra questi temi, essendo essa a mio avviso poco considerata quando si parla di cultura, come se il potenziale naturalistico che abbiamo non sia percepito come valore culturale, forse perché la natura stimola solo o soprattutto se dobbiamo parlarne in negativo: l’inquinamento, lo sfruttamento, la sottrazione di suolo..
Ho allegato alla lettera una foto proprio di questo ligustro che tuttavia non è stata pubblicata, e cioè solo due giorni dopo l’invio, il 21 maggio. In realtà anziché essere contento per la pubblicazione, ero discretamente amareggiato perché la sera precedente, passando casualmente presso l’ex Provveditorato il giorno prima della pubblicazione della lettera, il 20 maggio, ho visto, stentando a crederci, che buona parte di quella stupenda siepe era stata tagliata.
Poco dopo ho inviato una email a SpazioComune, pensando di primo acchito a un atto vandalico, per poi arrivare a sospettare un taglio programmato. Ma da chi?
Il Comune mi ha replicato il giorno dopo dicendomi che m’avrebbe dato una risposta, ma una risposta non è mai arrivata. Che fosse di altri la competenza, visto che il Provveditorato era una struttura provinciale? Chi lo sa. E la mattina stessa ho constatato che tutta, ma proprio tutta quella meravigliosa siepe era stata tagliata. Sparita, erano rimasti i piccoli tronchi nudi. Non era stata un’allucinazione dunque (foto 9, 10, 11).
Alla faccia che volevo proporlo, questo ligustro, come simbolo naturalistico di Cremona quale capitale della cultura!
Mi avesse qualcuno spiegato almeno la ratio di un intervento del genere, e invece niente.
Forse che qualcuno ritenga quei tronchi nudi, neanche potati ma devastati, visti i tagli mal fatti, più attraenti non solo esteticamente ma anche culturalmente rispetto al ligustro in fiore?
E poi si dice che nella fase ‘florida’ le piante non vanno tagliate. Se non era florida questa?!!
Senz’altro adesso le pareti fatiscenti di quell’edificio storico si vedono meglio, senza la fioritura disturbante del ligustro. Piuttosto che il verde rigoglioso volete mettere che bel guadagno? Ah ma si ipotizzano interventi di ristrutturazione? Beh se fosse che tutte le volte che c’è da ristrutturare un palazzo, dobbiamo distruggere tutto il verde attorno, e per di più in fase florida, allora è meglio che andiamo a costruire nel deserto!
Una serie dunque di coincidenze incredibili ma tutt’altro che edificanti, anzi beffarde, e allora sono arrivato a pensare che era tutta colpa mia. Sì, che io portassi sfiga, come si disse a suo tempo per Marco Masini e per Mia Martini, per cui se così fosse me ne guarderò bene dal parlare ancora di Cremona naturalistica come fatto culturale. E della natura in genere.
Ma se fosse vero il contrario, e cioè che anzichè sfiga incarnata fosse una premonizione? Come in una novella Cassandra, come se una voce interna mi avesse detto: ” Vai a fotografarlo ora il ligustro, finché sei ancora in tempo!” Perché nell’era moderna dobbiamo aspettarci di tutto, perciò dobbiamo trattare le piante come se fossero funghi per cui vale il detto ”Cogli l’attimo fuggente”, perché ora ci sono e dopo poco non ci sono più.
Quale sia la verità su questo è relativo. Rimane una certezza: quel meraviglioso ligustro è sparito per un’arcana decisione.
Altrove vedo anche buone cose, come le piantumazioni in via Ca‘ del Ferro.
Speriamo che non prevalga il principio di Penelope, che da una parte si “costruisce” la natura, dall’altra la si distrugge, insensatamente.
E in quanto a Cremona capitale della cultura naturalistica.. bè lasciamo perdere!
Stefano Araldi
6 risposte
Bellissime le foto, molto particolareggiate le descrizioni, articolata ed interessante la narrazione! Peccato per quel taglio, programmato o meno, e soprattutto per il silenzio di chi, interpellato, non fornisce adeguate risposte. Lei, dottor Araldi, continui con i suoi articoli incisivi: sono uno spaccato di vita e ricerca per il nostro territorio. Grazie!
Preciso. Sul quotidiano La Provincia, la foto non è stata pubblicata. La lettera si,dopo due giorni che l’avevo inviata, il 21 maggio.
Ottimo articolo!!! che ben evidenzia la mancanza assoluta di attenzione al verde e all ‘estetica di una città esaltata a viva voce ma umiliata con queste operazioni “Volgari “ dai nostri “ lungimiranti “(in negativo) amministratori.
Sarebbe interessante sapere chi sono i “professionisti” che operano sul verde! Forse più che esperti in questo campo sono altro, improvvisati, non attenti, impreparati. Sapere che non si fanno simili energiche potature in questo momento dovrebbe costituire una base ineludibile.
Analfabetismo professionale? Burocrazia? Terrorismo? Sadismo botanico? O contro il gusto borghese della bellezza ambientale? E chi più ne ha piu ne metta.
Non sarebbe meglio che, invece di tagliare selvaggiamente ciò che andrebbe invece rispettato e curato, ci si occupasse di pulire muri e marciapiedi da erbacce abbondanti e molto brutte da vedere, tagliare l’erba dove serve davvero e fare lavori di manutenzione adeguati alla stagione? Grazie, dottor Araldi, ma purtroppo temo che anche la sua voce che parte da questo blog resterà clamans in deserto.