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Soncino, estate 2016. La bambola gonfiabile usata per irridere l’avversaria

10 Agosto 2022
Era una calda estate del 2016 a Soncino. Su di un palco, durante un pubblico comizio, fu issata una ‘bambola di gomma’ . Volgare pupazzo in vendita a prezzi modici in quasi tutti i pornoshop della zona. Ne acquistano, con effimero piacere,  coloro che si dilettano in pratiche sessuali quanto meno curiose. Ma quelli sono affari loro. Quando però l’immagine di una donna è innalzata in una manifestazione politica diventa, che si voglia o meno, un potente simbolo. E in questo caso è l’immagine di una persona sfruttata per istinti sessuali. Irrisa per la sua condizione. Mostrata al pubblico per scherno e ludibrio. Privata della sua dignità. L’esatto contrario di quello che tutte le donne, aldilà di ogni appartenenza partitica, si aspettano dalla politica. Un’icona terribile del sessismo più esasperato nei confronti della femminilità. Tutto ciò viene ancor più terribilmente amplificato se a condurre questa peregrina ‘rappresentazione’ sia proprio una donna. Che sia lei a farsi da cerimoniere dell’incredibile messa in scena . Ad applaudire il fantoccio per identificarlo con un’altra donna avversario politico.  Lei è Silvana Comaroli che alle prossime elezioni politiche chiederà alle donne cremonesi il voto per andarle a rappresentare nel parlamento nazionale. Una riflessione è d’obbligo per l’altra metà del cielo che vive sotto il Torrazzo.
Ghino di Tacco

9 risposte

  1. Credo che l’ altra metà del cielo, avendo la dubbia fortuna di vivere sulla terra, abbia ben altro da pensare nelle concrete difficoltà quotidiane. E, più che a un RIPROVEVOLE gesto di simbolico bullismo machista risalente a tanti anni fa,. si preoccupi – per dirne una- dei non simbolici stupri quotidianamente commessi sul nostro territorio. Per lo più ad opera di irregolari e finti profughi illegalmente entrati. Se poi vogliamo inoltrarci sullo scivoloso sentiero della conta delle violenze. che dire di tutte le raffigurazioni di Giorgia Meloni appesa a testa in giù , palesi evocazionini nostalgiche di piazza Loreto?

  2. Visto che si parla di scivoloni, credo che alla Sig.ra Ferrari sfuggano i 60.000.000 di morti causati da coloro che auspicano una vittoria della Meloni stessa. Io continuo a chiedermi come sia possibile dimenticare simili mostruosita’.

    1. Caro Signor D’Avossa, dare i numeri espone sempre al rischio di vederseli ricambiare. Ricordo pertanto che le vittime variamente causate dai regimi comunisti nel mondo dal 1917 in poi sono stimate in 100.000.000. A differenza di Lei tuttavia non mi permetterei mai di caricarne la responsabilità morale sulle dirette spalle dei comunisti variamente riciclati che tuttora prosperano in Italia e aspirano a governarla.

  3. Caspita signori, il leggervi mette tristezza, siamo nel 2022, ormai la maggioranza delle persone fa fatica ad arrivare a fine mese, spesso neanche meta’, la sanità è allo sfascio, la scuola un disastro, e potrei continuare (l’aria a Cremona irrespirabile) e voi vi trastullate con questi argomenti, mi ripeto: che tristezza!!!

  4. Al di fuori di ogni polemica,penso che sarebbe più coerente alle sue tesi se tale sig Ghino di Tacco, avesse il coraggio e la dignità di firmarsi con il proprio nome.

  5. Gent.Sig.ra Ferrari, sono d’accordo con Lei. I numeri potrebbero essere oggetto di interpretazioni se non addirittura di manipolazioni. Ricordo molto bene che il primo a citare la mostruosa cifra di 100.000.000 di vittime dello stalinismo fu proprio Berlusconi, probabilmente su informazioni certe fornitegli dal suo carissimo amico Putin, ex capo del famigerato KGB. E, come si sa, Berlusconi, e’ la Bibbia per gli anticomunisti di professione. Le do una notizia che la stupira’ non poco. Ho militato nelle file del PCI per oltre 40 anni. Ho visitato tre citta’ dell’URSS nel 1975 in un viaggio premio e mi ci volle poco per capire che di comunismo non c’era nemmeno l’ombra. Nel 1991, a Palazzo Cittanova, dichiarai alla presenza di Giovanni Berlinguer, fratello di Enrico, che” nei paesi oltre cortina non esistevano socialismo e tanto meno comunismo ma il nazismo”. G.Berlinguer, nelle sue conclusioni, si dichiaro’ piu’ volte d’accordo col mio intervento. L’ unica esperienza positiva per raggiungere il comunismo fu quella propugnata dal PCI con la “via italiana al socialismo” che fece sognare non solo l’Ialia ma il mondo intero. A questo punto mi corre l’obbligo, Gent. Sig.ra Ferrari, di porLe una domanda, alla quale spero vorrà,’ rispondere senza tentennamenti: secondo Lei, la Cina o ia Corea del Nord sono paesi comunisti o non, come io penso, feroci dittature?
    La ringrazio per l’attenzione e, in attesa di una Sua cortese risposta, Le invio distinti saluti.

  6. Grazie del suo monumentale, e non richiesto, sunto autobiografico. A domanda rispondo: sono feroci dittature comuniste. Non a me ma a se stesso dovrebbe forse porre la domanda: come mai il paradiso di giustizia, libertà e uguaglianza predicato dal comunismo ideale, quando si converte in comunismo reale genera sistemi che si rivelano inferni di sopraffazione e violenza? E osservo a margine che il Suo assillante bisogno di mettere con le spalle al muro la mia coscienza allo scopo di strapparle qualche autocritico mea culpa ha un retrogusto molto, molto illiberale. Da orgogliosa liberale e anticomunista impenitente, La saluto. Le auguro buon Ferragosto informandoLa che lo passerò dove non c’è campo per i nostri cellulari. Confido dunque che ci congediamo qui di comune e amichevole accordo. Grazie

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