”Referendum essenziali per l’esercizio della democrazia”

13 Maggio 2025

Nella riunione del Consiglio comunale del 12 maggio scorso, si è discusso tra l’altro dell’ordine del giorno Loffi – Tacchini e altri firmatari sulla promozione del Referendum. Favorevole. Sono state esposte le motivazione ad andare a votare. Ecco i dati dei referendum dal 1974 al 1995 su 9 referendum solo 1 non ha raggiunto il quorum. Dal 1997 in poi, su 8 referendum solo 1 lo ha raggiunto: è stato nel 2011 con il 54,8% ed era quello per l’acqua pubblica. Ricordo che quello del 2016, che non era abrogativo e quindi non era previsto un quorum, fu perso dal governo Renzi con il 40,88 contro il 59,12 e una affluenza del 65,47% e conseguentemente ci furono le dimissioni del premier.

Il messaggio che deve passare è che il voto nei referendum è un mezzo fondamentale per esercitare la democrazia e influenzare attivamente il futuro della società. Non è un voto sulla fiducia ad una persona, a chi ci deve governare. E’ un voto per decidere noi in prima persona quale mondo del lavoro vogliamo nel nostro Paese, quale sicurezza, quali tutele per chi vive e lavora nel rispetto delle regole, una cittadinanza con diritti a chi la merita.

Ho riportato le regolamentazioni per arrivare alla cittadinanza, perché sono dispiaciuta di sentire tanti ragionamenti contro questo referendum, contro gli stranieri, contro i diritti e i doveri verso il nostro Paese. Ricordo che in quasi tutta l’Europa occorrono 5 anni per concederla, dopo i lunghi iter burocratici per poter effettuare la richiesta di cittadinanza che possono durare 3/4 anni, come era anche per noi prima del 1992.

Ricordo che per poter richiedere la cittadinanza italiana, un cittadino straniero deve, in linea generale, dimostrare di aver rispettato i seguenti doveri:

Residenza legale e continuativa in Italia:
Questo significa aver risieduto in Italia per un periodo di tempo stabilito dalla legge (generalmente 10 anni per chi non è cittadino dell’UE, 4 anni per i cittadini dell’UE).
Conoscenza della lingua italiana:
È necessario dimostrare di possedere una conoscenza sufficiente della lingua italiana, solitamente attestata da un certificato di livello B1 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue (QCER).
Integrazione sociale:
È necessario dimostrare di essere integrati nella società italiana, ad esempio partecipando ad attività culturali, aderendo ad associazioni locali, ecc.
Disponibilità di adeguati mezzi economici:
È necessario dimostrare di avere un reddito sufficiente per garantire la propria sussistenza e quella della famiglia, se presente, in Italia.
Assenza di precedenti penali:
È necessario dimostrare di non avere precedenti penali in Italia o in altri Paesi.
Non avere procedimenti penali in corso:
È necessario dimostrare di non essere soggetti a procedimenti penali in corso in Italia o in altri paesi.
Non avere debiti verso lo Stato:
È necessario dimostrare di aver assolto a tutti gli obblighi fiscali e di non avere debiti verso lo Stato.
Rispetto della Costituzione e delle leggi dello Stato:
È necessario dichiarare di voler rispettare la Costituzione e le leggi dello Stato italiano.
Giuramento di fedeltà alla Repubblica:
Una volta ottenuta la cittadinanza, è necessario prestare giuramento di fedeltà alla Repubblica.

Allora vi faccio una semplice domanda: ai cittadini italiani che non rispondono a queste prerogative la togliamo?

Mozione su Cristianofobia FdI: Astenuta – Mozione Sessa: Favorevole
Ho motivato che limitare ai cristiani l’utilizzo di risorse del Comune per diminuire i problemi di eventuale emarginazione o promuovere inclusione non basta. Infatti ho votato a favore della mozione successiva, della consigliera Sessa, che ampliava le categorie che oggi sono emarginate e subiscono vessazioni, invitando a opporsi a qualunque tipo di discriminazione e l’impegno della giunta deve essere quello di condannare tutte le forme di discriminazione, religiose e non solo, senza distinzione di orientamento sessuale, identità di genere, etnia, condizione di disabilità, ecc.

Mozione LAV contro i Botti: Favorevole
Dopo aver aspettato il rientro in sala dell’assessore all’ambiente che aveva motivato la sua momentanea assenza, e dopo un disguido con il capogruppo FdI che chiedeva di trattare prima il suo ordine del giorno, sul quale non avevo espresso il mio parere in merito, il presidente del consiglio Luciano Pizzetti ha deciso di dare priorità al nostro, visto che un rappresentante di LAV, Filippo Locatelli, per ben due volte si era presentato in consiglio comunale per assistere all’approvazione della mozione proposta da loro, con la lettura dell’emendamento concordato in commissione e un ringraziamento della Lav, è passata la nostra Mozione all’unanimità. La salute pubblica è un concetto ampio, che comprende il benessere di tutti: persone, animali e ambiente. ”È importante sottolineare come i fuochi d’artificio possano compromettere questo equilibrio. Ringraziamo chi, con il proprio voto, sosterrà questa mozione, dimostrando sensibilità verso un tema così importante per la nostra comunità, auspicando che nel futuro ci siano nuovo passi in direzione di una salvaguardia della salute pubblica che comprenda un divieto di vendita e uso di fuochi d’artificio.”

Ordine del giorno Strade Sicure FdI: Astenuta
Dopo aver ascoltato il pensiero non solo della mia coalizione Movimento 5 Stelle e Cremona Cambia Musica, con diverse sensibilità, ma anche il parere di amici che lavorano nell’esercito e in altre forze militari, ho convenuto che la sicurezza è un diritto di tutti i cittadini non deve avere un colore politico, ma non si può risolvere solo con il presidio militare.
È un grave problema di disagi giovanili e senza prendere in considerazione delle azioni preventive, educative e sociali penso che si possa addirittura peggiorare. Va bene se una pattuglia di militari, invece di restare in caserma presiede, ad esempio, la stazione ferroviaria o dei pullman, ma il problema si risolve? In Sala Quadri c’era un agente istruttore della locale che è anche un amico, conosciuto per i suoi meriti da molti di noi, infatti alla fine ha ricevuto un ringraziamento come rappresentante della Polizia locale dal Presidente del Consiglio, ma soprattutto un applauso scrosciante da noi consiglieri. Ebbene lui, vigile di quartiere e tanto altro, ha sempre saputo dialogare con i bambini, i giovani, gli anziani, con severità ma giusto quando incappava in azioni sbagliate. Prima si cerca di far capire una regola, poi si sancisce.
Questa voglia di braccio di ferro tra forze dell’ordine e disagiati, senza altre azioni di accompagnamento di un fenomeno, non nego, preoccupante, temo non risolverà il problema, lo farà solo spostarne in altri luoghi, aumentando altrove il degrado. Mai letti così tanti fatti di cronaca che riguardano minori. C’è chi spara a un coetaneo su un pullman, baby gang che aggrediscono, che rubano. Le leggi ci sono e farle rispettare è un diritto. Le forze dell’ordine sono poche e non possono essere onnipresenti, ma non posso non chiedermi cosa c’è dietro questo disagio.

I nostri giovani migliori se ne vanno dall’Italia, spesso quelli che restano sono amareggiati e delusi, questo attuale governo italiano proibisce loro di manifestare, anche solo seduti con qualche cartellone. Se si radunano dopo lo studio in un giardino pubblico con una lattina in mano (magari non necessariamente alcolica) chiamano il vigile perché vengano allontanati … Se cantano, viene considerato schiamazzo. Qual è la giusta posizione?

Ieri sono stata davvero molto attenta alle motivazioni dei vari consiglieri, ma quelle con le quali mi sono sentita più in linea erano di tre fra i più giovani, Vittoria Costanza Alessandra Loffi, Eleonora Sessa e Mattia Gerevini che da giovani sono ancora capaci di esprimere il loro vissuto e le loro speranze.

Non è con un Daspo urbano che si risolvono i problemi, neanche con le città militarizzate. A mio parere basterebbe un’ordinanza prefettizia che obbliga le diverse forze di polizia a coordinarsi per presidiare i diversi punti critici. Negli anni le forze dell’ordine sono state limitate nelle azioni. I delinquenti sanno che spesso il fermo finisce in nulla. Il rispetto e il valore verso forze dell’ordine, personale sanitario, insegnanti, educatori è sceso. Così come il timore verso di loro. Una volta i teppisti erano isolati, ora sono pieni di followers e vengono emulati.

Il Comune che può fare? Su questo maggioranza e opposizione dovrebbero sedersi ad un tavolo e trovare insieme delle risposte. Lo ha proposto la consigliera di Sinistra Italiana, lo auspicheremmo anche noi. Ecco perché mi sono astenuta.

 

Paola Tacchini

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