Gentile direttore,
esprimo la mia opinione in merito all’accordo siglato tra M5s e Pd, ovvero in merito a quanto asserito per mezzo stampa fino ad oggi da parte di alcuni esponenti politici del Partito democratico. Parto dal presupposto che credibilità e patti vadano rispettati. Se qualcuno vuole cambiare le carte in tavola o edulcorare i termini di un accordo riducendolo ad un esercizio di metodo lo dica in modo chiaro: Pacta sunt servanda.
In questi giorni abbiamo potuto leggere da esponenti territoriali, amministratori, ed ex parlamentari del Pd cremonese molte dichiarazioni ed interviste che vanno in direzione opposta o che sono in contrasto rispetto a quanto contenuto nel documento condiviso con il M5S. Un colpo al cerchio e uno alla botte.
Voglio sottolineare che il documento di sintesi della condivisione degli obiettivi non è una interpretazione del M5s, ma riporta fedelmente tutti i punti, messi nero su bianco, sui quali c’è stata piena condivisione da parte di Pd, Sinistra Italiana, Verdi, Articolo Uno e altre forze civiche. I punti sono chiari, basta leggerli: non servono giri di parole, interpretazioni di diversi esponenti o paginate per spiegare passaggi lapalissiani.
In merito al tema infrastrutturale non servono ulteriori studi, approfondimenti o altro per sancire definitivamente la non sostenibilitá economica e ambientale dell’autostrada Cremona Mantova. La nostra posizione è chiara. No all’autostrada. Il progetto è fallito e la non fattibilità è certificata da piani finanziari ripetutamente bocciati e dalla volontà di Regione di far decadere la concessione con Stradivaria, sborsando ben 25 milioni di euro per il progetto. Tanto paga Pantalone. Zero km costruiti in 20 anni, 8,5 km di buco in mezzo e in più c’è una questione complicata dal punto di vista legale in termini di decadenza e parere della Corte dei conti. Questo va detto a chiare lettere.
Il M5s parte da qui, dai fatti. E da qui in linea con l’accordo è fondamentale muoversi da subito per “privilegiare gli investimenti nella riqualificazione dell’esistente” trovando la soluzione migliore, in accordo con Anas e ministero dei Trasporti, per velocizzare e mettere in sicurezza la SS10, valutando la realizzazione allargamenti selettivi in sede e la realizzazione di alcuni bypass per spostare il traffico dai centri abitati, riducendo al minimo l’impatto ambientale.
Per quanto riguarda il tema ambientale e l’economia circolare, il testo dell’accordo è altrettanto chiaro e sancisce che entro il 2030 il superamento degli impianti di incenerimento più obsoleti e meno performanti, come ad esempio il percorso che può riguardare il sito di Cremona, tra l’altro già previsto prima dello “sblocca Italia” e dalla proroga al 2029 da parte di chi ne aveva promesso la chiusura in campagna elettorale molti anni fa. Se davvero la volontà è quella che “la Lombardia smetta di essere l’immondezzaio d’Italia perché non può continuare ad essere il centro raccoglitore di rifiuti di vario tipo (indifferenziato, fanghi da depurazione, ecc.) di altre regioni” bisogna dichiarare gli intenti in modo chiaro: ovvero che nel 2030 l’obiettivo è quello di spegnere l’inceneritore cittadino. Le alternative ci sono. Il modello Contarina nel Veneto ha fatto scuola. La riconversione o la definizione di nuovi impianti di altri natura sono altra cosa e sono subordinate ad altre questioni, che devono necessariamente considerare in primia il fabbisogno regionale di smaltimento e gli impatti cumulativi.
Per noi la svolta in termini di sanità si avrà solo riportando in auge la componente pubblica, investendo nel personale e nella capillarità dei servizi socio sanitari territoriali. Il pubblico deve tornare strategico e dominante anche nella gestione di RSA e RSD. La nostra non è una visione ospedale-centrica soprattutto in una provincia dove c’è il rischio di isolamento di alcuni territori. È inutile parlare solo di grandi opere milionarie che porteranno ad aver meno posti letto e che rischiano di aprire ancor di più le porte alla sanità privata.
Infine i termini dell’accordo sono altrettanto chiari sul tema allevamenti ed agricoltura. Bisogna accompagnare i nostri imprenditori in un processo di trasformazione e sostenibilità. Qui non si fa la guerra a nessuno, ma è fondamentale affrontare i problemi insieme. Questo lo si ottiene con l’innovazione e la ricerca, ma anche con linee politiche chiare:
“Qualora gli effetti del cambiamento climatico e i periodi siccitosi dovessero intensificarsi, la Regione deve essere pronta ad adottare ogni strategia per ridurre il consumo di acqua del settore agricolo anche ripensando i modelli colturali oggi praticati. Viene prevista una sospensione del rilascio di autorizzazioni per nuovi allevamenti intensivi e/o per un loro ampliamento, in attesa della definizione di nuove linee guida ed iter autorizzativi che dovranno tenere necessariamente conto dei fattori cumulativi di pressione ambientale e prossimità.”
Non credo ci sia bisogno di occupare paginate per spiegare ai cittadini il significato di queste parole.
Ci hanno ripensato?
Hanno timore a comunicarlo?
Le sfide si affrontano con trasparenza e credibilità.
Marco Degli Angeli
consigliere regionale M5s