Report ha dedicato un’intera serata al caso Moro promettendo rivelazioni shock che in realtà non ci sono state (ad eccezione di quelle sulla prigionia in via Massimo 91, peraltro non pienamente provate) ma ha certamente raggiunto il risultato di far parlare di sé e dell’assassinio di Aldo Moro con un clamore che conferma quanto a distanza di 45 anni lo spettro di questo delitto non smetta di interrogare l’Italia.
Qualcuno ha detto che il delitto Moro sta all’Italia esattamente come l’assassino di Kennedy sta agli USA, e questo è certamente vero almeno per come non smette di ossessionare soprattutto il cinema e la tv, tra inchieste fiction e documentari.
Certo una differenza sostanziale tra i due c’è eccome: mentre per JFK ancora oggi non ci sono colpevoli certi, per Moro abbiamo dei reoconfessi che hanno scontato la loro pena in carcere e sono ora tornati ad una vita di quasi piena libertà. E per quanti paragoni si possano fare, questo è un dato di fatto che non può essere misconosciuto e che non è assolutamente di secondo piano, almeno in termini di chiarezza.
Per la verità negli anni si è cercato da più parti di confondere, allontanare, mistificare ridiscutere e perfino giustificare le colpe in capo alle BR, per le ragioni politiche più svariate e che vanno dalla Guerra Fredda tra CIA e KGB fino ad un lunghissimo travaglio di coscienza tutto interno al vecchio PCI, ed anche al devastante senso di colpa interno alla DC che dovette sacrificare il suo più autorevole esponente sull’altare del controllo del Paese.
Al Caso Moro ho già dedicato più di un editoriale e quindi qui vorrei solo affrontare la vicenda Report, perché mi ha molto impressionato che la narrazione giornalistica non riesca ancora, a distanza di decenni, ad uscire dalla colpevolizzazione sostanzialmente totale, ancorché indiretta, degli USA della CIA dei nostri Servizi e ovviamente della tanto vituperata DC.
Ora, che negli anni 80, in pieno scontro USA-URSS, da parte di un certo giornalismo si compisse ogni sforzo in questa direzione era motivato e comprensibile, anche se un po’ discutibile in termini di amor di verità, ma che ancora oggi da parte di una certa informazione si diano le colpe alla DC agli USA e ad Israele …beh francamente non si capisce proprio a che pro.
La maggior parte dei transfughi democristiani ancora viventi è oggi a Sinistra, e addirittura la Segretaria nazionale del PD è una cittadina americana di origini ebraiche figlia di un ebreo americano professionalmente vicinissimo alla CIA … A che serve oggi sostenere ancora il complottone americano?
Il mondo si è capovolto, con gli ex filo sovietici che oggi sono nemici giurati si Putin, eppure sul Caso Moro la.narrazione non è cambiata di una virgola, ma a mio avviso solo perché giornalisticamente non si riesce ad uscire da un solco che a furia di essere arato è diventato talmente profondo da essere ormai insormontabile.
A distanza di così tanti anni e davanti alla eccezionalità sbandierata da Report, mi aspettavo più che delle rivelazioni bomba (che ripeto non ci sono state) un approccio più storico, freddo e meno politico ai fatti, anzitutto magari ammettendo che quella mattina di marzo il compromesso storico era già defunto per volontà proprio dei suoi due principali fautori, Moro e Belignuer, che avevano capito di non potersi spingere oltre: il giorno prima Moro inserì nel Governo nomi inaccettabili per il PCI che così avrebbe potuto non votare la fiducia e non entrare. Testimonianze dirette del calibro di Cossiga e Andreotti e anche di maggiorenti del PCI rilasciate in anni recenti e più distanti lo confermano, e questo confermerebbe anche che le BR non lo sapevano e che quindi agirono autonomamente da qualsivoglia potere più o meno occulto, che altrimenti li avrebbe quasi certamente informati e fermati dal rapire Moro quel 16 marzo.
Mi aspettavo che finalmente si indagasse sul ruolo del KGB (nemmeno nominato) e che di certo non è stato da meno di quello della CIA; che si ammettesse che sono stati successivi e sopratutto paralleli alla iniziale attività delle BR che ha la propria matrice autonoma, politica e totalmente indipendente, e sulla quale i Servizi sono stati molto meno influenti di quanto negli anni è stato raccontato. E se sono stati influenti lo sono stati dopo che il rapimento era avvenuto, perché in Italia in Guerra Fredda tutto ciò che era sensazionale prima o poi finiva impastato nello scontro tra Servizi.
Certo, come per tantissimi altri “misteri” italiani, dalla P2 fino al mostro di Firenze, rimango convinto che anche per Moro molta chiarezza arriverebbe dagli immensi Archivi di Mosca e di Langley, ma come chiedere a loro di desecretare i documenti se l’onorevole Fioroni, presidente della nostra Commissione parlamentare “Moro 2” ha secretato per 50 anni le nuove carte che avrebbero dovuto far luce sulla vicenda??
Ecco mi sarei aspettato come vera novità giornalistica una lettura tutta à l’enreverse, dei fatti, giusto per contrapporre una nuova versione anche solo con l’intento di scuotere un po’ le nebbie del complottone mediatico e aiutare l’Italia a fare un po’ pace con la sua storia recente, che tanto ci aiuterebbe anche nella quotidianità della storia presente.
La Storia è quasi sempre molto più cruda, triste e banale di come ci piace raccontarla, e più si crea un “Caso” meno si arriva alla verità, soprattutto perché in Italia la raccolta di prove è sempre fatta in conseguenza ed a sostengo di una tesi e quasi mai a ricostruzione dei fatti per come sono accaduti, come in un tribunale ecclesiastico romano ottocentesco…
Ma pazienza, occorrerà attendere ancora..
sovrintendente agli Archivi del Comune di Milano
docente di archivistica all’Università degli studi di Milano