Corsi di formazione, iniziative culturali, residenza di artista: così rivivrà la storica dimora del geniale liutaio. Casa Stradivari ha riaperto le porte ieri, 4 luglio, presente l’ex presidente della Camera Roberto Fico. Una data non casuale poiché fu proprio il 4 luglio 1667 che Antonio Stradivari, dopo essersi unito in matrimonio con Francesca Ferraboschi, fece ingresso nell’edificio di corso Garibaldi a Cremona in cui allestì il suo primo laboratorio di liuteria. Grazie al progetto di restauro e rilancio voluto dalla Fondazione Casa Stradivari, la dimora in cui visse e lavorò il geniale liutaio torna a nuova vita. Sarà un centro di promozione culturale e artistica e accoglierà giovani artigiani per percorsi di formazione e specializzazione, legati ai temi della tutela della trasmissione del sapere tra scuola e bottega e del rapporto tra musicisti e liutai.
Dal prossimo autunno gli spazi di Casa Stradivari ritroveranno la loro antica vocazione: giovani
liutai potranno frequentare un corso di 18 mesi per costruire strumenti ad arco, seguiti da maestri di chiara fama internazionale: Bruce Carlsson, Marcello Ive, Primo Pistoni e Davide Sora. Carlo Andrea Rozzi e Alessandro Voltini si occuperanno del progetto di analisi acustica degli strumenti nelle varie fasi di lavorazione; e il chimico Curzio Merlo dello studio delle vernici.
Nel quadro del programma verranno inseriti seminari e approfondimenti aperti anche a tutta la comunità liutaria, in collaborazione con altre realtà del territorio. L’obiettivo è riportare l’antica dimora allo spirito che animò l’operato di Antonio Stradivari. Per questo alle attività della bottega al piano terra, si aggiungeranno quelle dedicate a giovani musicisti che si svolgeranno al primo piano.
Il secondo piano è invece destinato alla residenza di un artista di fama internazionale. La sinergia tra studenti, maestri e personalità affermate costituirà il terreno fertile per la crescita di nuovi talenti e l’elemento fondamentale per il sostegno all’avvio d’impresa per giovani liutai. La Casa sarà inoltre aperta al pubblico per iniziative culturali e visite.
Il progetto si inserisce nell’ambito del Piano di Salvaguardia del Saper fare liutario tradizionale
cremonese, pratica iscritta nella Lista UNESCO del Patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Viene recuperato un luogo simbolico che la città attendeva da tempo.
La Fondazione ha deciso di investire su Cremona. È un progetto che guarda al futuro e che punta in maniera forte sui giovani e sulla formazione attraverso la trasmissione del sapere, sottolineando ancora una volta il percorso di Cremona città dei giovani. Questo sarà uno spazio interdisciplinare con la capacità di guardare avanti e unire competenze.
«Siamo particolarmente emozionati per la realizzazione del progetto di Casa Stradivari, a cui sabbiamo lavorato con passione e impegno, felici di poter restituire alla città di Cremona e a tutta la comunità un angolo di storia così importante per il Paese e per il mondo», ha dichiarato Antonio Gambardella, presidente della Fondazione Casa Stradivari.
«Casa Stradivari emana energia creativa. Per questo abbiamo voluto creare spazi dove gli artisti possano confrontarsi per lo sviluppo di nuove idee, avendo sempre come riferimento lo strumento. Fu proprio l’incontro tra Stradivari e i violinisti-compositori dell’epoca, a mio avviso, uno dei suoi tanti “segreti”: la pluralità degli attori musicali coinvolti ha trasformato la liuteria cremonese in un’opera d’arte universalmente riconosciuta, fonte di ispirazione per capolavori che ancora oggi meravigliano» ha sottolineato il direttore artistico Fabrizio von Arx.
«Inizia con Casa Stradivari un percorso di formazione che si sviluppa grazie alla conoscenza e allo
studio del patrimonio materiale conservato al Museo del Violino, e al fare e al saper fare di liutai
che contribuiscono ad affermare l’eccellenza della creatività artigiana della città a livello
internazionale. Un incontro virtuoso in continuità con i percorsi didattici della Scuola Internazionale di Liuteria che si pone l’obiettivo di favorire e sostenere l’imprenditoria giovanile», ha affermato il conservatore delle Collezioni del Museo del violino Fausto Cacciatori.