Alcuni mesi fa l’amico Roberto Magarini mi chiese se volessi ricordare in due minuti Antonio Prato in questa commemorazione. Ho avuto subito un ricordo improvviso: io ragazzino, appena avvicinato al canottaggio baldesino, nel 1970, che osservo un “omone” in pantaloncini corti ed una canottiera bianca di lana con la scritta Baldesio trasversale sul petto che lava e rilava e che asciuga e riasciuga con una vecchia spugna la sua barca. Un singolo, uno skiff di legno, di cedro del Libano con tutti i rivetti di rame e la copertura gialla. Ci passava molto tempo, anche una mezz’oretta con una cura certosina, pensandoci ora, con amore
Ho capito dopo cosa vedevo in quel semplice lavoro: la passione. La passione che ti trasmette uno sport come il canottaggio, la passione per il fiume, la passione per le tue cose, l’ordine delle cose.
Quella barca, quello skiff del 1924 mi è stato donato dalla sua famiglia, alla scomparsa di Antonio, ed è ancora nell’hangar della Baldesio, con la sua copertina, un lampo di caldo legno, immerso nel freddo carbonio attuale. Una volta l’anno la metto fuori, la lavo e l’asciugo, ma un po’ più velocemente di come ricordo faceva Antonio.
Quella barca, quello skiff del 1924 mi è stato donato dalla sua famiglia, alla scomparsa di Antonio, ed è ancora nell’hangar della Baldesio, con la sua copertina, un lampo di caldo legno, immerso nel freddo carbonio attuale. Una volta l’anno la metto fuori, la lavo e l’asciugo, ma un po’ più velocemente di come ricordo faceva Antonio.
Prato ha remato ad altissimi livelli per la Canottieri Baldesio. È stato campione italiano juniores in 2+ con Tacchinardi e al timone Giardini nel 1935 e 1936. Si legge nelle cronache di allora “ il 2+ della Baldesio vince BRILLANTEMENTE il Campionato Italiano“. Nel 1937, anno dell’inaugurazione della nuova sede della Baldesio, costruita in tempi record – gli archivi riportano meno di un anno – per festeggiare è stata organizzata una regata internazionale il 3 e 4 luglio con tutte le specialità olimpiche. Prato e Tacchinardi dovettero soccombere, pur tenendo testa in modo egregio all’equipaggio berlinese campione del mondo.
Non posso dire che aver conosciuto Antonio mi abbia portato a fare quello che ho fatto e sto facendo per il canottaggio e per la Canottieri Baldesio, ma sicuramente è tra i miei ricordi e quando entro nell’hangar il mio sguardo va ancora su quello skiff di cedro del Libano tenuto con tanta cura, passione ed amore.
Giancarlo Romagnoli
consigliere Canottieri Baldesio