La vicenda del SAAP – il Servizio di Assistenti per l’Autonomia Personale – ha segnato un momento grave nella gestione amministrativa del Comune di Cremona. Con la sentenza dello scorso 31 maggio, il TAR di Brescia ha annullato l’aggiudicazione del servizio alla cooperativa inizialmente vincitrice, riconoscendo come fondate le contestazioni presentate dal RTI secondo classificato. Non si è trattato di un errore marginale o di una semplice questione tecnica, ma di una procedura irregolare che ha messo a rischio un servizio essenziale per centinaia di studenti con disabilità e per le loro famiglie. Il SAAP non è un appalto qualunque. È un presidio di inclusione e di giustizia sociale. Chi amministra dovrebbe saperlo e trattarlo con la sensibilità, l’attenzione e il rispetto che merita. Purtroppo, così non è stato. In questa vicenda, l’Amministrazione ha mostrato un atteggiamento difensivo e autoreferenziale, rifiutando il confronto, ignorando le segnalazioni di criticità, e scegliendo di sostenere in giudizio una procedura che si è poi rivelata infondata. Tutto questo ha generato incertezza tra gli operatori, disorientamento nelle famiglie e un colpevole ritardo nell’individuazione di una soluzione. Solo il 9 luglio, a distanza di oltre un mese dalla sentenza, la Giunta ha provveduto ad affidare il servizio all’RTI, Raggruppamento Temporaneo di Imprese, risultato secondo in graduatoria, ottemperando finalmente a quanto disposto dal TAR. È stato un passaggio necessario, ma tardivo. Soprattutto, è avvenuto nel silenzio, senza alcuna assunzione politica di responsabilità, senza nemmeno alcun gesto pubblico di riconoscimento degli errori commessi e scuse a famiglie e operatori per il disagio arrecato. Questo silenzio pesa. Pesa sulle famiglie che hanno dovuto vivere settimane di incertezza. Pesa sugli operatori che non sapevano se avrebbero potuto continuare a svolgere il proprio lavoro. E pesa sulla credibilità dell’Amministrazione comunale.
Per queste ragioni riteniamo che non sia più possibile voltare lo sguardo dall’altra parte. La gestione della vicenda impone una riflessione seria e non rinviabile. Crediamo sia doveroso che il Sindaco valuti con attenzione l’operato dell’assessore Marina Della Giovanna, che ha seguito direttamente la vicenda, adottando un approccio burocratico, distante, poco incline all’ascolto e al dialogo con le parti coinvolte, apparsa essa stessa disorientata e non in grado di gestire la situazione.
È altresì necessario che venga analizzato il ruolo della dirigenza del settore, i cui atti sono stati smentiti da un tribunale amministrativo: un segnale che impone un esame rigoroso e responsabile. Il nostro gruppo consiliare ha sollevato per tempo le criticità di questa gara, ricevendo in cambio solo chiusura e accuse infondate e ingenerose. Non abbiamo cercato scontro né visibilità: abbiamo fatto il nostro dovere di forza di opposizione, con spirito costruttivo e attenzione al merito. Oggi chiediamo consapevolezza e trasparenza. Perché non si può continuare a guidare la città senza assumersi le responsabilità degli errori commessi.
Non si può amministrare ignorando le sentenze. E soprattutto, non si può amministrare ignorando le persone.
Marco Olzi
Chiara Capelletti
Carlaberto Ghidotti
Rosaria Compagnone
Luca Fedeli
Matteo Carotti
consiglieri comunale di Fratelli d’Italia