E’ lecito che chi ha malgovernato la sanità oggi possa governare la sua ricostruzione? Il 14 dicembre è stata pubblicata sul BUR la legge n° 22 di modifica ed integrazione del testo unico delle leggi regionali in materia di sanità (la legge 33/2009); si tratta della nuova legge sanitaria regionale lombarda. Il 15 dicembre il presidente Fontana, la dirigenza sanitaria dell’ATS ed ASST cremonesi, il sindaco ed il presidente della provincia di Cremona, sottoscrivono la convenzione che regola la costruzione del nuovo ospedale di Cremona che sostituirà l’attuale considerato obsoleto. 330 milioni di euro. Sulla costruzione del nuovo ospedale, dopo un avvio un po’ in sordina e con qualche titubanza sulla reale possibilità che una tale operazione potesse concretizzarsi, quando si è capito che si stava entrando in una fase nella quale i denari piovevano dal cielo attraverso i fondi europei ed il PNRR (Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza),quando ci hanno convinti che il debito pubblico non era più un problema, le
prudenze, ed i timori sono caduti. Da quel momento la condivisione è stata unanime e bipartisan: Giuseppe Rossi e dirigenza sanitaria in testa, Amministrazione e politica bipartisan di seguito, impegnati e sgomitanti nell’intento di accreditarsi la paternità di una nuova cattedrale nel deserto di un territorio da sempre svuotato di ogni presenza di servizi sanitari vicini alla popolazione.
Per il vero non tutti hanno partecipato e condiviso la scelta di sposare la causa del nuovo ospedale: Rifondazione Comunista si è dichiarata da subito contraria ed oggi, che la operazione sembra concretizzarsi è ancora più determinata nella sua opposizione. Non ne avevamo bisogno, ma quello che ci ha ulteriormente convinto di essere dalla parte della ragione è stata la visita della Moratti, oggi assessora regionale alla sanità lombarda, subentrata al ‘povero’ Gallera, estromesso e capro espiatorio delle tante ed imperdonabili castronerie commesse nella gestione della
sanità lombarda dalla gestione Fontana. Nella sua visita l’assessora, pochi giorni fa, con un’operazione degna del miglior trasformismo,
– ha ignorato ed insabbiato 15 anni di malgoverno della sanità lombarda, caratterizzata da una
politica finalizzata alla distruzione del servizio sanitario pubblico per aumentare gli spazi ai grandi colossi della sanità privata che in Lombardia hanno trovato terreno fertile e grandi opportunità per aumentare i propri profitti, in una logica di privatizzazioni, di ruberie e scandali che ha visto in organica continuità la gestione Formigoni-Maroni-Fontana,
– ci ha raccontato in modo molto determinato di una regione che per prima ha saputo dotarsi di una legge che riordina la sanità sfruttando i fondi europei del PNRR, che è votata alla sanità
territoriale, che ha organizzato il più efficiente piano vaccinale riesumando il buon Bertolaso,
– ha confermato i finanziamenti del nuovo ospedale assicurando che sarà tecnologicamente
avanzato, con un DEA di secondo livello, che avrà la massima attenzione al benessere del paziente
ed una grande attenzione alla sostenibilità ambientale.
Nei momenti più bui della pandemia sono diventati virali due messaggi che noi non dimentichiamo: La sanità pubblica ci salverà – La riorganizzazione della sanità pubblica non potrà essere gestita da chi l’ha portata alla rovina. Ed allora noi pensiamo che la stessa dirigenza e la stessa politica che ha portato a leggi sanitarie che favoriscono e dirottano scientemente l’utenza verso le cliniche e le strutture private, che appaltano ed esternalizzano i servizi, che hanno tagliato i finanziamenti alla sanità e bloccato le assunzioni del personale, che hanno distrutto la sanità territoriale, che hanno chiuso la TIN a Cremona, che penalizzano Casalmaggiore e l’ospedale Oglio Po, non possono credibilmente raccontarci che lavoreranno per correggere le disfunzioni che hanno creato.
Francesca Berardi
Rifondazione comunista di Cremona