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Sanità, l’Ue dice di investire sul personale, Cremona punta sull’edilizia

25 Marzo 2023

Altri 25 milioni di euro per un ospedale più sicuro e più green, con “efficientamento delle prestazioni” e garanzia di “standard di intervento e assistenza elevato”. E poi non dimentichiamo il discorso sul risparmio energetico e lo “spazio di cura” per generare “ricoveri appropriati”. Siamo nella campagna tra Cremonese e Mantovano, dove è appena stato inaugurato un magnifico day hospital oncologico che, a causa della mancanza di soli 15.000 euro, deve attendere i benefattori del territorio per la sua attivazione. No, le autorità sanitarie volano troppo in alto, 25 milioni di euro li tireranno fuori dalle tasche dei cittadini per un ospedale più bello e più moderno di pria, però 15.000 euro per una troppo banale esigenza dei pazienti oncologici li debbono trovare le Associazioni del territorio.   E’ un mondo difficile questo, al punto che proprio non si riesce a capire quale sarà il destino dell’ospedale Oglio Po, progressivamente depauperato di competenze, personale, capacità. Però ineccepibile dal punto di vista edilizio.

Mancano quattrini ed incentivazioni per il personale sanitario e tuttavia si trovano anche duecentocinquanta milioni per costruire un altro ospedalino di fianco e quello attuale. Siamo a Cremona, culla delle emissioni di CO2 e sede di una nuova, entusiasmante sfida edilizia per ridurne del 60% le emissioni e per questo garantire, anche senza l’apporto di medici ed infermieri, una migliore salute all’intera popolazione. Ridurre le emissioni di CO2 significa salvare molte vite e di conseguenza avere minore necessità di assistenza e cure: così magicamente una nuova costruzione sarà in grado di migliorare lo stato di salute dell’intera popolazione. A questo punto se Cremona fosse del tutto senza ospedale le emissioni di CO2 provenienti dalla struttura sanitaria si annullerebbero, garantendo lunga e serena vita ai cittadini tutti.

Purtroppo non siamo su Scherzi a parte e purtroppo nessuno dei nostri responsabili di politiche sanitarie  si è preso la briga di leggere la Carta di Bucarest sulla crisi globale dei Sistemi sanitari pubblici. Ne riporto allora un commento significativo: ‘Gli operatori sanitari sono la spina dorsale dei sistemi sanitari e la loro dedizione e il loro duro lavoro devono essere riconosciuti e sostenuti ora. Ciò porterà a sostanziosi benefici in termini di salute e benessere individuali e collettivi, sia per gli operatori sanitari che per coloro che servono, e preparerà meglio i Paesi e la nostra Regione nel suo insieme a gestire le prossime emergenze sanitarie che ci attendono, oltre che a rafforzare i sistemi sanitari per fornire servizi essenziali e quotidiani ‘.

In conclusione: nel contesto di una sanità pubblica in crisi, l’Europa ritiene necessario investire sul personale. Nel contesto di una sanità pubblica in crisi Cremona ritiene necessario investire sull’edilizia. Arrivate voi alle conclusioni.

 

Pietro Cavalli

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