Vince il 74° Festival della Canzone Italiana Angelina Mango, figlia d’arte, con il brano La noia. Cervellotico il sistema di votazioni. Il favorito ad inizio serata è Geolier, sul podio, incalzato da Angelina Mango, dopo il disvelamento della classifica complessiva, che comprende tutti e trenta i nomi in competizione, risultante dalla media delle classifiche (rivelate in maniera parziale) della prima, seconda, terza e quarta serata. Ultimo Sangiovanni.
Dopo il televoto, da record, per tutta la quinta serata si giocano la finale cinque artisti. Segue un’altra
tornata di votazioni, arriviamo alle 2 di notte, che abbina sala stampa, radio e pubblico da casa che decreta
la cinquina definitiva, in questo ordine:
1) Angelina Mango
2) Geolier
3) Annalisa
4) Ghali
5) Irama
Premio della Critica Mia Martini assegnato dalla Sala Stampa va a Loredana Berté. Angelina Mango vince il Premio Lucio Dalla sempre della Sala Stampa e anche il Premio Giancarlo Bigazzi per la migliore composizione musicale. Premio Sergio Bardotti miglior testo a Fiorella Mannoia.
Fiorello, con mille gag e la consueta poliedricità, torna ad affiancare Amadeus, come co-conduttore (o co-co). Afferma da giorni che questo è l’ultimo festival, ma lo dice tutti gli anni. Rimarrà nella storia per aver fatto ballare la qua qua dance a John Travolta. Questa sera riproposta sulla base musicale di Farfallina di Luca Carboni.
Edizione con ascolti stellari. La serata duetti ha registrato il 67,8% di share con 11 milioni 893 mila spettatori. Uno spettacolo magnifico. Fiorello dice che Ama è l’uomo dei record. Amadeus ha sdoganato la lingua napoletana al festival (c’è un precedente con Nino D’Angelo e Murolo con Mia Martini), poi ha portato alla ribalta la trap, l’hip hop e il rap, con cantanti giovanissimi, pensiamo a Lazza lo scorso anno, Geolier quest’anno, accanto ad altri, figure emergenti con all’attivo già dischi di platino, e parecchie collaborazioni, facendoli conoscere al grande pubblico. Possono non piacere, ma hanno successo con le nuove generazioni. Il conflitto giovani/vecchi c’è sempre stato al festival, basti pensare agli urlatori negli anni ’60 contro i melodici. Ha poi destagionalizzato il festival, prima semplice vetrina invernale
di canzoni, trasformandolo in una sorta di festivalbar. Arrivano in anticipo sull’estate i tormentoni dei The Kolors, di Annalisa, dei Ricchi e Poveri e Rose Villain che vorrebbe essere la nuova Elettra Lamborghini.
Si perdono nel calderone dei 30 artisti diversi cantanti, si confondono nella folla, fra tristezze, disagio e la vita è bella, viviamola intensamente, risaliamo dai nostri abissi ogni giorno, i temi più gettonati. Fra questi La Sad, Santi Francesi, Clara, Fred De Palma, Big Mama e altri.
Quota canzone con pretesa di essere impegnata, ci sarebbe il pop elettronico di Gargen D’Amico, lo ricorderemo per i suoi appelli alla pace a Gaza. Ci resterà poi il bel messaggio surreale di Ghali al suo extraterrestre. Ha portato il vento della pace, dell’unità, con educazione e rispetto. “Il mondo è la casa di tutti”. Per quanto riguarda la quota canzone sanremese, anche qui da qualche anno si registra un’inversione di tendenza. I Maneskin insegnano. Il pezzo con strofa che parte piano e refrain classico a voce spiegata lascia il posto a testi con versi lunghi. Il Volo ci ha provato a fare il testo classico, Capolavoro è emblematico, lo stesso Diodato, che è raffinato, ha un’arte intima e delicata, ma il pezzo di quest’anno non ha la forza di E fai rumore del 2020. Anche il brano di Alessandra Amoroso è pensato per vincere. Poi ancora Negramaro, Irama (bravissimo), Maninni, Renga Nek e soprattutto Angelina Mango.
Una parentesi sulla cumbia. Una gran parte di questi pezzi finirà come colonna sonora del liscio, dei balli di gruppo, nelle balere, nei centri estivi, sulle spiagge. Molti sono già strutturati, per coreografie che si basano su una ritmica basica. Il tipico one, two, three, four, inserisci un mambo, qualche cha cha e il gioco è fatto.
Lo stesso brano davvero bello di Marco Mengoni Due Vite che vinse lo scorso anno è perfetto per balli semplici. Non è certo un pubblico giovane quello che frequenta queste sale, immaginatevi dunque lo sconcerto di scoprire l’esistenza di Geolier! Grandissimi successi di grandissimi artisti sono pensati per questo fine. Credo dunque che a molti non interessi vincere quanto guadagnare con i successivi diritti Siae e download su Spotify. Insospettabili come Adriano Celentano e Mina, la stessa Gianna Nannini sono ballabili da tutti, anche da chi non è più nel fiore degli anni.
Fiorella Mannoia osa un testo basato sull’accumulo, creato per diventare un manifesto dedicato alla donna. La marcetta ci sta. C’è poi il rock della Berté e tanta dance, qualche sedicente guizzo punk, la Tuta gold di Mahmood, voce unica e stile molto personale. La freschezza del giovanissimo Alfa.
Toccante il ricordo di Sergio Endrigo, il 10 febbraio è la giornata del ricordo degli esuli giuliano dalmati, evento tragico che ha segnato la storia dell’Italia e la vita dell’indimenticabile cantautore.
Lato ospiti danza di altissimo livello con l’étoile internazionale Roberto Bolle nel Bolero di Ravel, coreografia di Béjart e celebrazione dei 60 anni di Non ho l’età Gigliola Cinquetti. Claudio Gioè presenta la nuova stagione di Makari e Luca Argentero il suo Doc. Tananai canta Tango in piazza Colombo. Tornano Tanai sulla nave e Lazza all’Ariston.
Insomma poche pennellate per dire che ce n’è per tutti i gusti. Amadeus ha messo insieme un cast colorato, elegante, garbato, educato, tranne qualche deriva trash. Non ci siamo fatti mancare nulla. Il Paese può ora riprendere a fare altro.
LA CLASSIFICA FINALE DI SANREMO 2024
- Angelina Mango
- Geolier
- Annalisa
- Ghali
- Irama
- Mahmood
- Loredana Bertè
- Il Volo
- Alessandra Amoroso
- Alfa
- Gazzelle
- Il Tre
- Diodato
- Emma
- Fiorella Mannoia
- The Kolors
- Mr. Rain
- Santi Francesi
- Negramaro
- Dargen D’Amico
- Ricchi e Poveri
- BigMama
- Rose Villain
- Clara
- Renga e Nek
- Maninni
- La Sad
- BNKR44
- Sangiovanni
- Fred De Palma
4 risposte
Ottima recensione. Brava Francesca. Toccati tutti i punti identificativi del festival. E la sua stratiforme appartenenza a varie generazioni. La classifica poteva anche essere stravolta ma la varietà dei generi no : quella rimane. Meo
Grazie Francesca per la tua esemplare recensione della serata finale del popolare Festival.
A dire il vero a me é piaciuta da subito la cantante Angelina Mango con la canzone “La noia”. Sono stata lungimirante. Anche come interprete delle cover è stata eccezionale. L’ho affermato ieri.
Un caro saluto ed abbraccio.
Alla prossima…..
Very good!
Bene è finita.
Brava Angelina Mango.
Ribadisco pero’ le mie canzoni preferite sono: Mariposa cantata dalla Mannoia,
Pazza cantata dalla Berte’,
Ti muovi, cantata da Diodato.
Poi il tempo ci dira’ quali saranno le piu’ gettonate.
Grazie Francesca.
Un abbraccio.