All’annuncio della vittoria di Geolier con Guè, Luchè e Gigi D’Alessio al termine della serata delle cover si è sollevato un boato di protesta al Teatro Ariston evidentemente non d’accordo con l’esito del voto congiunto della giuria composta da sala stampa, radio e televoto. A completare la cinquina: Angelina Mango con Il quartetto d’archi dell’Orchestra di Roma, a seguire Annalisa e La Rappresentante di lista, Ghali e Ratchopper, infine Alfa e Roberto Vecchioni.
Serata duetti con 180 artisti sul palco dell’Ariston, una scorpacciata di musica, momenti di grande nostalgia. Conoscendo già i brani, si apprezza moltissimo l’effetto dell’orchestra.
Una conferma per Lorella Cuccarini, bellissima co-conduttrice accanto ad Amadeus. Ha scelto di indossare quattro abiti vintage, andando a rovistare nelle collezioni privé di grandi stilisti. Una scelta ecologica. Gli abiti, in fondo, se sono belli, sono come opere d’arte.
Sul palco dell’Ariston è salito il campione di moto GP Pecco Bagnaia. Sul palco di piazza Colombo, una romantica Arisa canta La notte, pianoforte e voce. Mentre sulla nave ormeggiata al largo Gigi D’Agostino fa ballare il pubblico.
Margherita Buy ed Elena Sofia Ricci raccontano il film Volare (Il debutto della Buy come regista). Una donna ha paura di volare, ha perso molte opportunità, farà un corso per superare questo blocco. Dal 22 febbraio al cinema.
Ritorno sul parco dell’Ariston per i Jalisse. Era il 1997 quando vinsero il festival, in scena, dopo 27 anni cantano il loro cavallo di battaglia Fiumi di parole; dirigono l’orchestra il maestro Leonardo De Amicis e (un altro acclamato ritorno) il maestro Beppe Vessicchio.
Ma veniamo alla gara. In ordine di ingresso.
Sangiovanni con la pop star spagnola Aitana, medley di Farfalle (brano di Sangio portato al festival nel 2022) e Mariposas (la versione spagnola del brano). Ma che belli! Un piacere per gli occhi.
Annalisa con La Rappresentante di lista e il coro Artemia, Sweet Dreams (Are made of this) degli Eurythmics: un tuffo negli anni ’80, per due belle voci.
Rose Villain con Gianna Nannini, medley Scandalo, Meravigliosa creatura e Sei nell’anima. C’è uno squilibrio energetico e vocale, Rose se la cava ma arranca un po’ dietro alla tigre senese, che ha uno stile molto personale e inconfondibile. E’ un battitore libero.
Gazzelle con Fulminacci, Notte prima degli esami: brano favoloso che compie 40 anni, inno giovanile scritto da Antonello Venditti, che si rinnova di generazione in generazione. Esecuzione educata e rispettosa, bella la prova orchestrale.
The Kolors con Umberto Tozzi, medley dei suoi grandi successi Ti amo, Tu e Gloria un bel confronto generazionale. L’Ariston si infiamma, tutti in piedi a ballare
Alfa con Roberto Vecchioni, Sogna, ragazzo, sogna, la grande canzone rivive con l’incontro fra un ragazzo di 22 anni e un autore di spessore, intenso l’inserto rap. Toccante! Standing ovation all’Ariston!
Bnkr44 con Pino D’Angiò, Ma quale idea, pezzo del 1980 pubblicato in 13 paesi ha venduto 12 milioni di copie. Pezzo ballatissimo in tutto il mondo.
Irama con Riccardo Cocciante con Quando finisce un amore, pezzo che festeggia 50 anni, incontro felice fra il mitico cantautore e un giovane promettente.
Mannoia con Francesco Gabbani, Che sia benedetta/Occidentali’s Karma: due pezzi in sfida sette anni fa, è andata come ricorderete. In scena va il mestiere.
Santi Francesi con Skin, Hallelujah (Leonard Cohen) pezzo scritto nel 1984, reso famoso da Jeff Buckley. Toni elegiaci. Commovente! Skin meravigliosa. Tanti applausi in sala.
Ricchi e Poveri con Paola & Chiara, medley tutto da ballare con Sarà perché ti amo/Mamma Maria. Brani tradotti in sette lingue e ballati in tutto il mondo. Una festa del pop! Grande energia.
Ghali con Ratchopper, medley dei suoi successi abbinati a un omaggio a Toto Cutugno dal titolo Italiano vero. Un bell’incontro fra il mondo del rapper milanese e il cantautore recentemente scomparso
Clara con Ivana Spagna e il Coro di voci bianche del Teatro Regio di Torino, vanno nel mondo dell’animazione, prendendo dal Re Leone il brano Il cerchio della vita. Musica di Sir Elton John. Emozionante!
Loredana Bertè con Venerus, Ragazzo mio brano scritto 60 anni fa da Luigi Tenco. Grande pezzo rock storico della Berté. Si autocita, è autoreferenziale e replica sé stessa. Alla lunga stanca.
Geolier con Guè, Luchè e Gigi D’Alessio, medley dal titolo Strade: le canzoni sono: Brivido, O primo amore e Chiagne. Il mix è fra il rap napoletano e il pop melodico di D’Alessio. O piace o non piace.
Angelina Mango con Il quartetto d’archi dell’Orchestra di Roma, rende omaggio al papà, scomparso, canta La rondine di Pino Mango. La voce migliora quando decide di non soffocarla. Troppe sviate e ghirigori vocali. Ridondante.
Alessandra Amoroso con Boomdabash, medley dedicato al Salento. Le radici ca tieni, Mambo salentino e Karaoke. Un mini show meraviglioso!
Dargen D’Amico con Babel Nova Orchestra, omaggio a Ennio Morricone: Modigliani sulle note di The Crisis. Testo parlato, impegnato, interessante. Al termine ribadisce l’invito alla pace a Gaza, per i bambini che stanno soffrendo. Quando canta?
Mahmood con I Tenores di Bitti, Come è profondo il mare (Lucio Dalla). Pezzo poetico e intenso, deve piacere lo stile canoro di Mahmood per apprezzarne l’interpretazione.
Mr. Rain con Gemelli Diversi e Le farfalle, Mary canzone molto bella, che tratta un tema duro, la violenza sulle donne, trattata con delicatezza. Spettacolare lo show delle farfalle olimpiche della ginnastica artistica.
Negramaro con Malika Ayane, La canzone del sole di Mogol / Battisti. Versione pop rock di un pezzo immortale. Bello l’impasto delle due voci, Sangiorgi e Ayane sono forse due personalità fin troppo esuberanti per un brano dalla poesia semplice, essenziale.
Emma con Bresh, medley di Tiziano Ferro, canzone d’autore di respiro internazionale. I pezzi sono Imbranato, Non me lo so spiegare e Sere Nere. Omaggio urlato. Emma è così.
Il volo con Stef Burns (chitarrista di Vasco), Who Wants to Live Forever dei mitici Queen tema di Highlander. La chitarra rock sporca e conferisce carattere al melodico dei tenori, migliorandone la resa.
Diodato con Jack Savoretti, Amore che vieni, amore che vai (Fabrizio De Andrè) canzone del 1966 parole intense sulla fragilità dell’amore. Magnifico intro recitato da Filippo Timi, la voce più bella del Paese. Attacco in falsetto, approccio sottovoce per poi spiegarsi. Meravigliosi!
La Sad con Donatella Rettore, Lamette. Che abbinamento di punk italiano! Molto divertente!
Il Tre con Fabrizio Moro, Medley dei più grandi successi di Fabrizio Moro, due volte vincitore del festival. Qui il tono si fa serio. Il rapper è velocissimo, tenero, giovane. Si misura con il cantautore romano. La porta a casa.
BigMama con Gaia, La Niña e Sissi, Lady Marmalade. Voulez vous coucher avec moi ce soir? Invito esplicito. Canzone piena di groove e sensualità. La linea melodica è spezzata dal rap, anche in napoletano. Piccolo show da privé. Invito finale di Big alle donne ad alzare la voce e denunciare quando serve.
Maninni con Ermal Meta, Non mi avete fatto niente canzone che ha vinto nel 2018 ed è ancora attuale: “tutto va oltre le vostre inutili guerre”, contesto urban, con una band di percussionisti.
Fred De Palma con Eiffel 65, medley dei più grandi successi degli Eiffel 65. Si vede la luce in fondo al tunnel. L’Ariston si scatena con il tormentone I’m blue (da ba dee, da ba da)
Renga e Nek medley delle loro hit: Meravigliosa, Angelo, Fatti avanti amore e Laura non c’è sul piatto. Si finisce in bellezza. Sul palco l’amicizia e la fusione di due belle voci.
Come annunciato negli ultimi giorni, durante la serata Amadeus legge il comunicato delle ragioni degli agricoltori che si ritengono minacciati dalle nuove disposizioni europee. Chiedono una legge chiara che protegga tutta la filiera agroalimentare. Non vogliono aiuti e sussidi, ma una giusta remunerazione del loro lavoro, un lavoro sottopagato, di cui difendono la dignità. Anche nell’interesse dei consumatori.
Infine, come si apprende su Wired, dalla conferenza stampa prima della quarta serata arriva la notizia che il Festival va a gonfie vele, è dal 1995 che non faceva oltre il 60% di share per tre serate consecutive. A seguirlo soprattutto i giovani, fascia 25-30 anni, soprattutto donne. I telespettatori totali sono stati 10 milioni e mezzo. Nel 2024 si arriva a 62 punti di share (+1 rispetto al 2023). Intanto la playlist di Sanremo 2024 ha raggiunto la prima posizione mondiale su Spotify nel giorno della release.
Geolier vince la puntata cover, fra le polemiche. Stasera il gran finale.
Francesca Codazzi
5 risposte
La pessima scelta di dare un peso così importante al voto popolare non premia di certo la canzone, ma il cantante. Soprattutto nella serata dei duetti una giuria che sappia valutare quello che viene presentato e non il cantante del cuore. Se poi il cantante si fa accompagnare da ospiti che spaziano dal rap al neomelodico, con Gigi D’Alessio carico da undici per la Campania e non solo, il gioco è fatto! Ma non dovrebbe essere il festival della canzone italiana? Ieri sera abbiamo ascoltato voci stratosferiche, abbiamo assistito a interpretazioni eccellenti…e viene premiato Geolier? Parliamo anche della canzone in gara: al di là che Cremona sia marginalmente coinvolta, il testo è incomprensibile ai più e questo è un bel limite. Ma basta che arrivino i voti da Napoli e dintorni per centrare il bersaglio. Michelangelo ha indubbiamente un bel fiuto…
Le polemiche dovrebbero essere indirizzate a chi ha pensato di far votare la giuria popolare nella serata dei duetti e cover. Geolier, giustamente, ” ha fatto di tutto per mettere insieme tre giganti” con i quali ha coperto la platea più vasta che poteva. Gli appassionati di rap che lo conoscono meglio, il suo pubblico, è stato appagato dalla presenza di Guè ( rapper storico milanese, molto amato e conosciuto dai tempi lontani del Club Dogo) che ha presentato un pezzo in italiano. Luke’ per gli appassionati del rap napoletano. E infine Gigi D’Alessio che copre persone giovani ma anche più avanti con l’età. Il regolamento glielo consentiva, ha fatto bene, tirando l’acqua al suo mulino. La vittoria è legittima. Spiace vederlo amareggiato e obbligato a esibirsi come se avesse rubato qualcosa. Nulla contro di lui e soprattutto contro Napoli come è stato detto. È da rivedere il regolamento in modo che la serata delle esibizioni sia valutata da una giuria di esperti che si esprimano sulle performance, non sul genere o sulla provenienza.
Soliti cavalli di razza. Vecchioni, Tozzi, Cuccarini, rimettono a posto una serata che di spessore ha poco. Soprattutto la nota stonata di Secondigliano che non ha in nota nessuno a cominciare dai napoletani DOC. Non poteva non finire così. E bene in pace nonostante la strana presenza di Alberto Principe di Monaco ad assistere al solito teatrino dell’Ariston. Età dei votanti popolari? Niente da dire anche su questo. Ama lo sa e riduce ad un basso profilo un Festival che di italiani comprende solo lui e un vecchio Fiorello appassito.
Ciao Francesca, sempre impeccabile il tuo reportage di ieri sera del Festival.
A me é piaciuta maggiormente Angelina Mango con la canzone “La rondine”, testo del padre cantautore Giuseppe .
A domani.
Buona serata e grazie.
Per me il podio sarebbe andato a Vecchioni e Alfa.
Mi sono piaciuti tamtissimo.
Se penso poi che Vecchioni ha perso da poco un figlio, ha avuto coraggio cuore e anima a cantare, Sogna ragazzo sogna.
Tutto il resto noia.