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Crema ricorda sant’Ambrogio non ancora vescovo di Milano

11 Dicembre 2023

Nella Sala dei Ricevimenti del Palazzo comunale di Crema, sabato 7 dicembre 2023, dalle ore 10  Pier Giuseppe Bettenzoli “Beppe” ha ripercorso la vita di Ambrogio “uomo”, non ancora vescovo di Milano, sciorinando date, documenti e aneddoti del metropolita nato nel 340 circa in riva alla Mosella, in Germania, ove  sorse  la sua città natale Treviri. Ha passato poi la parola a Luigi Dossena, che ha descritto i luoghi di culto nel territorio cremasco, ove si onorava il santo meneghino, citando le cinque chiese a lui dedicate: Casaletto Vaprio, Bagnolo Cremasco, Credera, Pianengo e infine Torlino Vimercati (quest’ultima è ancora dedicata a Sant’Ambrogio). Ivi ha indicato il luogo ove era posizionato l’altare di Sant’Ambrogio, entrando dal portone principale, alla destra.

Dalla sala dei ricevimenti, assieme ai relatori, il pubblico si è spostato in Cattedrale. Alle ore 11 ai piedi dell’altare maggiore è iniziata la seconda parte dell’evento alla presenza di don Natale Grassi Scalvini, presidente del “Centro Culturale Diocesano – Gabriele Lucchi” e cappellano di Sergnano che è intervenuto rimarcando la sacralità del luogo e dell’uomo Ambrogio. Passando la parola poi all’assessore all’istruzione di Crema, la professoressa Emanuela Nichetti che ha manifestato la propria emozione nel partecipare all’evento. Ha onorato inoltre la mattinata l’assessore alla cultura di Crema Giorgio Cardile che dalla sua giovane età mostrava lo stupore della beltà di quanto stava davanti ai suoi occhi: la splendida splendente vetustà. Sebastiano Guerini, infime, ringraziando sua eccellenza il vescovo della diocesi di Crema, i parroci e tutti coloro che hanno collaborato alla riuscita dell’evento, ha chiuso il suo intervento rimarcando che è stato grazie a un documento ritrovato recentemente scritto da monsignor Angelo Zavaglio nel 1942 che abbiamo potuto ripercorrere l’esegesi di “Ambrogio e Crema”.

Quindi, sull’altare, il maestro di musica Claudio Demicheli ha intercalato i relatori con la sua sopraffina arte di musico, accompagnando con la sua corposa collezione di strumenti musicali di stile antico, e descrivendo brevemente ciò che eseguiva: canti e suoni dell’alto e basso medioevo dal pulpito della cattedrale, una preziosità di rara potenza emotiva.

Luigi Dossena infine, accompagnato dall’arpa celtica, ha chiuso la matinée fornendo in sintesi la biografia dell’uomo, del vescovo e del santo e descrivendo ove nei secoli viscontei era collocato l’altare di sant’Ambrogio e i suoi dipinti: i due grandi affreschi uno a fianco dell’altare e l’altro sulla facciata della cattedrale. Ha ricordato infine che prima che venissero create le diocesi di Piacenza , Cremona, Lodi e Crema, il metropolita era vescovo di riferimento delle popolazioni alpino-padane, ed era il punto di riferimento spirituale del cristianesimo di quel torno di tempo 374-397.

 

 

 

Una risposta

  1. Pur non essendo un cattolico praticante, avendo lavorato 40 anni a Milano, la figura di S.Ambrogio mi ha sempre intrigato, perché lui era un funzionario importante dell’ Impero Romano e non sapeva nulla di questioni teologiche, non era neppure battezzato, eppure diventerà un grande vescovo e dottore della chiesa. Il primo libro che ho letto su Ambrogio è stato quello scritto dal Nobel Dario Fo, successivamente quello del teologo Pasini e così sono stato “stregato” da questo personaggio. È stato interessante scoprire il culto di S. Ambrogio nel cremasco , le chiese costruite in suo onore, l’altare del Duomo, questo grazie al lavoro di monsignor Zavaglio .

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