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Scacchi. Uomo contro computer, confronto impari

11 Febbraio 2022

Gli scacchi sono uno sport? Bisognerebbe definire cosa si intende per sport. Il concetto è molto cambiato nel tempo, da attività ricreativa oggi è solo sinonimo di agonismo estremo se vuoi emergere a livello mondiale. Cronometro, metro, movimento, classifiche e sudore, questi sembrano essere i pilastri per una prima definizione. Negli scacchi non c’è tutto perché i giocatori sono fermi anche se ad alto livello si possono perdere 2-3 chilogrammi in partite molto lunghe. Tutti gli sport, diciamo dalle prime Olimpiadi moderne di Atene 1896, hanno progredito nel miglioramento dei record, vuoi per tecniche più raffinate di allenamento, impianti adeguati in ogni senso, materiali d’uso modificati etc. Parametri per un confronto: 1896 100 metri in 12,00 secondi; oggi Bolt 9,58 secondi, cioè anni luce. Gli scacchi rispondono a tali parametri? In parte sì perché tramite il computer i sistemi di allenamento si sono evoluti. Messi a punto in India, quando esattamente non si sa ma si sa per certo che Dante nel 1300 ben conosceva la leggenda di Sissa Nassir e del Re e il riferimento è nel Paradiso 28° canto:  ‘più che ‘l doppiar de li scacchi s’inmilla’.

Alimentazione corretta e allenamento fisico possono stabilizzare il livello del gioco. Ma in sé e per sé non possono migliorare la capacità mentale di analisi e sintesi, soprattutto ad alto livello. In altri termini non credo che i geni dell’antica Grecia, vuoi Euclide, Archimede, Tolomeo, Aristotele, avessero una potenza mentale naturale inferiore ai nostri Dante, Leonardo, Galileo, Michelangelo e altri. No, dal tempo delle Piramidi, più o meno 5\6.000 anni fa, la potenza mentale non dovrebbe essere cambiata. Ricordo una simultanea di Spasskij a Modena, anni ’80. Vinse 24 partite più una sola patta e mi colpì lo sguardo indagatore rivolto ad un giovane che aveva osato tenergli testa. Chiesi all’ex campione del mondo se gli scacchi fossero solo una questione di logica. Mi rispose no, ci vuole anche la fantasia. Francamente non vedo dove sia la fantasia in un computer che non vede gli scacchi.

Kasparov, forse il più grande di tutti i tempi, perse contro il Deep Blu dell’IBM ma non sappiamo a quale livello di gioco, ce ne sono almeno 128, e con quanto tempo di analisi per il computer. L’uomo ha messo dentro alla macchina milioni di posizioni che ovviamente la macchina analizza molto più velocemente del giocatore. Guai a mettere in testa a qualcuno un’idea, specialmente se si tratta di un computer.

Per concludere, la tecnica e la scienza moderne rispetto ai grandi della Grecia antica sono enormemente progredite, anni luce ci separano da quell’epoca. Ma a mio modesto avviso, il tempo trascorso non ha assolutamente incrementato la potenza mentale umana di base.

 

Pietro De Franchi

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