I lavori sono consistiti nel restauro delle superfici e nel consolidamento strutturale, quest’ultimo preceduto da indagini endoscopiche effettuate in fase progettuale per individuare l’esatta stratigrafia degli elementi architettonici. L’intervento strutturale ha riguardato principalmente il consolidamento del manufatto in cemento armato che sostiene le rampe e del dissesto dei sistemi lapidei di rivestimento e di finitura dello scalone, quali paramenti lapidei, gradini e balaustre. L’intervento di restauro è stato eseguito su tutte le superfici lapidee utilizzando differenti metodologie a seconda dello stato di degrado presente in ogni porzione. Sono state inoltre ricollocate le tessere recuperate del mosaico pavimentale. E’ stato infine effettuato un intervento di adeguamento normativo dell’altezza delle balaustre con una soluzione di minimo impatto. L’importo complessivo dei lavori ammonta a 779.000,00 € di cui 70.000,00 € di finanziamento a carico del Comune, la restante parte a carico del ministero dell’Interno, mediante bando “Rigenerazione urbana” confluito nel PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).
Una parte dello scalone, per la precisione la rampa Est, era stata chiusa tempo addietro per motivi di sicurezza a causa dell’avanzato stato di degrado e conservazione delle sue strutture architettoniche e dei rivestimenti lapidei. Negli anni scorsi il sistema infrastrutturale delle rampe viarie, che dal cavalcavia ferroviario scendono a via Cimitero, è stato interessato da un intervento di consolidamento delle strutture in cemento armato e di messa a norma dei sottostanti locali affittati alle realtà artigiane/commerciali che gravitano attorno al Cimitero. Lo scalone con le relative rampe di scale era rimasto però escluso da questi lavori.
Alcuni cenni storici
Il progetto della scalinata, datato settembre 1928, è legato alla costruzione del nuovo cavalcavia del Cimitero, che si rese allora necessario come collegamento tra due parti della città divise dalla ferrovia. La parte tecnica del progetto fu affidata all’ingegner Contuccio Contucci Quintani, mentre la parte architettonica della zona centrale, relativa alla scalinata, fu studiata dall’architetto Aldo Ranzi, che si ispirò ad una composizione classicheggiante con l’aggiunta di assonanze art deco. Questa gradinata, progettata come costruzione monumentale in quanto situata di fronte all’ingresso del Cimitero, si configura come una costruzione simmetrica composta da due rampe contrapposte con al centro la struttura ad esedra.
L’architettura della parte centrale, grazie alle masse movimentate sia dell’esedra che delle gradinate laterali, si ispira all’arte classica, pur avendo un carattere di linearità e semplicità tipici dei primi anni del Novecento. Le grandi nicchie dell’esedra e le due piccole timpanate poste ai lati con i loro giochi di ombre concorrono a rimarcare l’austera linea architettonica utilizzata. Il pavimento dell’esedra è stato realizzato con decorazione a mosaico di maiolica di ispirazione romana, mentre per la restante pavimentazione sono state utilizzate lastre di Botticino e Varenna. Tutto il rivestimento dell’esedra, delle nicchie e dei muri delle gradinate sono in pietra Botticino. Lo zoccolo, le cornici, le colonne, le trabeazioni e i timpani sono realizzati in pietra detta “Corna Bò”, una pietra dal colore grigio volutamente scelta per distaccarsi dal beige della pietra di Botticino. Per le soglie davanzali contorni di porte e finestre sono stati fatti dei getti in calcestruzzo di cemento con superficie a vista con malta di cemento a colore naturale e con colorazione a finta pietra lisciata o battuta alla martellina.
Le nicchie delle esedre erano state destinate alla collocazione di statue bronzee a ricordo dei caduti della Rivoluzione fascista, mentre le nicchie laterali erano state studiate per accogliere trofei e fasci littori anch’essi in bronzo. Sotto la cornice era prevista l’incisione in lettere di bronzo, mentre nelle parti laterali semplici corone sorrette da figure alate sempre in bronzo. Era stata inoltre ipotizzata l’incisione dei nomi dei caduti fascisti nelle piastre di rivestimento dell’esedra e negli spazi tra nicchia e nicchia. A completare la monumentalità del complesso le luci per l’illuminazione fatte in bronzo a forma di fiaccola (estratto dalla relazione storica che accompagna il progetto esecutivo).