‘Scegli me’. Etiope-cremonese si racconta. E ci insegna

24 Aprile 2025

Muluye Feraboli (foto centrale) è nata in Etiopia nel 1993. Vive con la sua famiglia adottiva a San Bassano in provincia di Cremona da quando aveva 6 anni. È educatrice professionale e fundraiser impegnata in attività di sensibilizzazione sul tema dell’adozione. “Scegli me” è il suo primo libro.

“Scegli me” è la storia di una ragazza che conosco di persona: molte volte le ho sentito raccontare la sua vita, ma leggere nero su bianco le sue parole è un dono del quale tutti dobbiamo essere grati. Non solo perché ci porta all’interno delle pieghe e delle piaghe del suo vissuto, ma anche e soprattutto perché raccontandoci di lei, ci parla di noi. Di noi che, spesso, diamo per scontato un bicchiere d’acqua quando abbiamo sete o un getto d’acqua calda quando abbiamo la necessità di lavarci. Di noi che, spesso, non ci accontentiamo di ciò che troviamo sulla tavola, o di quanto appeso nel nostro armadio. Di noi che, talvolta, fatichiamo ad apprezzare le relazioni che la vita ci chiede di vivere senza sapere davvero cosa significa la solitudine.
Muluye ci parla del suo mondo e della sua terra, l’Etiopia, ce la fa toccare, conoscere un po’, lasciandoci quella sana curiosità per continuare a scoprirla piano piano. Ma ci parla anche della nostra terra: di quei pregiudizi incancreniti nell’osservare l’altro come diverso, di quell’assurdo modo di dividere il mondo in noi e loro, di quell’incapacità di guardare oltre a ciò che l’apparenza fa intravedere. E allora ti viene da prendere il cellulare, mentre leggi di certi sguardi e di certe parole a lei rivolte, e di chiederle scusa per quello che, oltre alle sofferenze legate al passato, ha dovuto subire e sopportare anche qui.
Fortunatamente Muluye ha avuto la gioia di assaporare che c’è un mondo diverso, che ha il coraggio di guardare oltre, di accompagnare le persone; ha incontrato una famiglia che è stata per lei un faro e tante piccole luci che l’hanno resa la persona che è.
“Scegli me” non è solo il racconto della sua vita, non è solo un libro, un diario che ci ha donato, ma è anche e soprattutto un insegnamento: tutti noi siamo bisognosi, non c’è nulla di umano che non presenti un limite, tutti abbiamo sofferenze e fatiche con le quali dobbiamo fare i conti. E finché non siamo in grado di scegliere noi stessi, lavorando su ciò che siamo e sui nostri limiti, non possiamo cambiare il nostro sguardo sul passato facendo i conti con quanto vissuto, vivere pienamente il presente e costruire un nuovo futuro nel quale la nostra vita possa essere luce per altre vite.
Grazie Muluye!
Alessandro Parmigiani

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