In un recente discorso il presidente Mattarella ha invitato a non contentarsi di una democrazia a “bassa intensità”, né di arrendersi al crescere dell’assenteismo dei cittadini di fronte ai temi della cosa pubblica, ma piuttosto di adoperarsi concretamente affinché ogni cittadino sia posto nelle condizioni di poter appieno prender parte alla vita della Repubblica.
Una premessa calzante a supporto della necessità di intervenire sulle norme della legge elettorale vigente, grandemente limitante ed irrispettosa della volontà degli elettori che non hanno alcuna possibilità di esprimere una preferenza tra i candidati, che non possono differenziare il voto tra la lista proporzionale e il candidato uninominale, che vedono il voto per il proprio Partito, automaticamente trasferito, ad altre liste collegate, con candidati per nulla graditi.
Dopo anni di ingannevoli impegni da parte delle forze politiche per il superamento del cosiddetto Rosatellum, la promozione di un Referendum abrogativo di alcune parti della legge elettorale è l’unico strumento democratico per uscire dallo stallo esistente e finalmente restituire il diritto di scegliere i propri rappresentanti, ma non solo.
E’ tempo di annullare il voto congiunto, vale a dire il trasferimento del voto dato ad una lista plurinominale al collegato candidato uninominale e viceversa, di cancellare le soglie di sbarramento nella ripartizione dei seggi, di porre tutti i soggetti politici sullo stesso piano circa gli adempimenti fissati per la presentazione delle liste al Parlamento, di superare le liste bloccate con l’introduzione della preferenza, singolarmente prevista in tutte le elezioni degli enti locali fino a quelle europee, tranne che per il Parlamento italiano.
Tra i promotori del referendum c’è piena consapevolezza delle difficoltà di raccogliere, entro il 20 settembre, le 500.000 firme previste per avviare la procedura verso l’indizione.
Il difficile contesto sociale e le tante preoccupazioni che investono, oggi, cittadini e famiglie, non facilitano certamente il raggiungimento dell’obiettivo, ma lo sforzo dei promotori, di varia estrazione culturale e politica, merita di essere sostenuto e finalizzato per riportare in Parlamento gli eletti dai cittadini e non, come ora, i nominati dai vertici dei Partiti.
Le possibilità per la sottoscrizione dei moduli predisposti per la raccolta delle firme, sono diverse e maggiori dettagli sono riportati sul sito iovoglioscegliere.it
Virginio Venturelli
Crema
4 risposte
Grazie Virginio
Un problema reale che viene rilevato da pochi la possibilità di poter selezionare e appoggiare il proprio candidato.
Purtroppo erano state levate le preferenze per contrastare il fenomeno, anzi la prassi, dei candidati mafiosi o comunque di chi i voti e le preferenze se le comperava o era portatore di interessi particolari. Siamo sempre lì: in Italia può esserci una vera democrazia?
Virginio condivido il tuo scritto e mi recherò al Comune di Crema per la raccolta di firme per modificare l’attuale legge elettorale che presenta troppi errori, trucchi e incoerenze. Purtroppo considerato il periodo estivo difficilmente si arriverà al prefissato traguardo numerico anche perché non è referendum “di pancia” , ma si dovrà provare mai desistere!! Nessuna legge elettorale è priva di errori, basta ammetterlo e Calderoli ammise errori nella legge Italicum definendola porcata tanto che fu nominata Porcellmun e intervenne la Corte Costituzionale a lasciarla attiva solo al Senato. Questa volta Rosato e Renzi potrebbero ammettere gli errori e concorrere a modificarla, ma in quel periodo il vento era favorevole e anche i consensi e si pensò allora a un rafforzamento di potere individuale. In questa legge i beneficiari dei collegi uninominali sono le coalizioni e intuì Berlusconi e festeggiò, sicuro di presentare una coalizione unita e coesa e così è stato ad oggi con i problemi di moralità e di poteri.
La mia idea di legge elettorale fu solo proporzionale con sbarramento al 5%. La lanciai in rete ed ebbi molte condivisioni e apprezzamenti e addirittura c’erano i numeri per approvarla, ma proprio il leader del M5S disse: “E’ giusta ma non è il tempo“. E non si è mai fatto nulla e ora, con la convenienza di non modificarla per il governo, non rimane altro che ricorrere a un referendum. Di questa legge non mi piace la pluricandidatura in più collegi e addirittura.di essere eletto nel collegio che abbia ottenuto una minore percentuale di voti validi. Non mi piace di questa legge l’assegnazione dei numeri di seggi su scala nazionale e ripartirli nelle circoscrizioni e collegi. Non mi piace l’estensione territoriale dei collegi, tanto da non avere poi un rappresentante proprio regionale. Non piace che possa essere eletto un candidato di un partito minore solo perché supportato da coalizione.
Insomma una legge difficile da far capire a un elettore qualsiasi che non si trova un proprio candidato da scegliere. Perc iò il partito vincente in tutte queste elezioni è il “Partito dell’astensione“. Fate tutto quello che volete, io non conto nulla e non vado più a votar. Questo è il pensiero generalizzato del cittadino che si allontana sempre più dalla politica.