Si è svolto mercoledi’ 12 febbraio presso il palazzo della Regione Lombardia di Milano il convegno “Sicurezza: più fatti e coesione sociale” un confronto su legalità, diritti e politiche urbane organizzato dal gruppo PD Lombardia. Presenti nomi di spicco del panorama politico e sociale, a partire da Pierfrancesco Majorino, presidente del gruppo consiliare del Partito Democratico, Mario Fragomeli, consigliere regionale e responsabile sicurezza PD Lombardia, Silvia Roggiani, deputata e segretaria PD Lombardia, Matteo Mauri, deputato e responsabile nazionale del dipartimento sicurezza PD, il cappellano dell’istituto penale per minorenni di Milano “Beccaria” don Burgio, la sindaca di Bergamo Elena Carnevali, l’assessore alla sicurezza di Milano Marco Granelli, la consigliera regionale PD Carmela Rozza e la sociologa Valeria Verdolini.
Ha partecipato al convegno anche Santo Canale, assessore alla Sicurezza e alla Polizia Locale nel Comune di Cremona e vice presidente del dipartimento per la Sicurezza in Anci Lombardia, portando allo spazio Belvedere del palazzo di Regione Lombardia una riflessione sulla realtà di Cremona e sulle necessità che, più in generale, accomunano la maggior parte delle città italiane.
Ciò che è emerso è che nonostante la provincia di Cremona presenti un indice di criminalità non particolarmente elevato (al 62esimo posto su 106 province, dato relativo alle denunce dell’anno 2023) spesso i cittadini lamentano un diffuso senso di insicurezza di cui ogni Amministrazione ha il dovere di farsi carico. Le cause di questo disagio talvolta possono derivare da contesti non adeguati dal punto di vista del decoro urbano, o per esempio con scarsa illuminazione; dall’altro lato incide non poco il frequente verificarsi di episodi di violenza, spesso e volentieri da attribuirsi a soggetti in età giovanile che stanno determinando una vera e propria emergenza sociale, causata da una crescente aggressività e dalla mancanza di punti di riferimento nella società: a volte questa mancanza si avverte già nelle famiglie, molto spesso a scuola, dove il rispetto della figura dell’insegnante viene sempre meno, e certamente la chiusura dei luoghi di aggregazione come per esempio gli oratori non aiuta.
Gli amministratori locali giocano un ruolo molto importante in questa sfida in quanto rappresentano le figure più vicine ai cittadini. Se da un lato è imperativo far rispettare le leggi che ci sono, dall’altro è necessario anche recuperare un rapporto di fiducia con i cittadini, con i giovani, con le categorie più fragili, affinché queste possano nuovamente sentirsi sicuri e godere a pieno degli spazi urbani, abbandonando definitivamente quella condizione di isolamento che spesso li caratterizza.
Canale ha avanzato anche una riflessione, doverosa, relativa agli sforzi degli enti locali nell’assumere personale al fine di potenziare l’organico della Polizia locale e aumentare i presidi sul territorio. Spesso questi sforzi non sono sufficienti in quanto il sistema presenta una falla: gli agenti e gli ufficiali, una volta assunti, necessitano di un corso di formazione Polis, erogato da Regione Lombardia, che spesso tarda ad arrivare e non permette ai neoassunti di essere abilitati al servizio in esterna, causando lunghi periodi di attesa prima di poter considerare effettivamente aumentato l’organico.
L’Assessore ha sottolineato il ruolo strategico della Polizia Locale che rappresenta un prezioso strumento di contatto con la popolazione, per mezzo del quale gli organi di governo possono comprendere le necessità e indirizzare l’azione politica.
“Ho trovato molto stimolante la partecipazione a questo incontro – ha commentato Canale -. Il confronto e la collaborazione attiva da tradursi in azioni concrete sono elementi chiave se si vuole raggiungere un punto di svolta. La parola d’ordine e’ controllo del territorio, e dobbiamo mettere i nostri agenti nelle migliori condizioni possibili per farlo. A questo deve pensarci la politica. Le soluzioni poi vanno trovate nel contatto con i cittadini e qui gioca un ruolo fondamentale la Polizia locale che rappresenta uno strategico punto di contatto con la comunita’, ho avuto personalmente modo di percepirlo negli anni di servizio al comando di Bergamo e me ne accorgo quotidianamente nel confronto con gli uomini del Comando di Cremona. Detto ciò, far rispettare le leggi è un punto di partenza ma non è la soluzione al problema. Per questo serve il contributo di tutti, politica, forze dell’ordine e cittadini.”
In conclusione, opinione condivisa da tutti i presenti a prescindere dai contesti urbani di provenienza, è risultato evidente che la priorità della sicurezza accomuna tutte le parti politiche e non può sintetizzarsi nell’applicazione muscolare della legge ma necessità di politiche integrate, tradotte in fatti concreti, che siano in grado di dare un nuovo equilibrio alla società.
In chiusura, l’atteso contributo di Franco Gabrielli, delegato dal sindaco di Milano per la sicurezza e la coesione sociale, già capo della Polizia e direttore generale della Pubblica sicurezza, a cui sono stati rivolti i più sentiti ringraziamenti per quanto fatto in questi anni di lavoro, non solo per la città di Milano, ma in generale per tutta l’Italia.