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Sindaco di Crema. Orini, Borghetti, Risari: usato sicuro

9 Gennaio 2022

Paola Orini, Maurizio Borghetti, Gianni Risari: l’usato sicuro a Crema va fortissimo. Tre curricula politico-amministrativi di indiscutibile esperienza. Tre nomi balzati alla ribalta della cronaca dopo anni di letargo. Tre riservisti sollecitati a riprendere servizio attivo. Tre camei vintage. Due per il centrodestra. Uno per il centro e basta. Quel centro-centro, oggetto del desiderio di tutti i partitoni, disposti a vendere l’anima al diavolo per conquistarlo. Tre ex, che se tornassero di nuovo sul ring potrebbero ancora dare la paga ai giovani virgulti, ammesso che se ne trovi qualcuno interessato alla politica e con la voglia di battersi per degli ideali.

Paola Orini è stata presidente della Fondazione teatro San Domenico di Crema, assessore provinciale, prima con la presidenza di Gian Carlo Corada, poi con quella di Massimiliano Salini. Lasciata la politica attiva, si è dedicata all’insegnamento e oggi è la dirigente scolastica dell’Istituto di istruzione superiore Galileo Galilei di Crema, uno tra i più qualificati della provincia.

Maurizio Borghetti, già consigliere e assessore del Comune di Crema con sindaco Bruno Bruttomesso, è stato consigliere provinciale con i presidenti Corada, Giuseppe Torchio e Salini. Con quest’ultimo ha ricoperto il ruolo di capogruppo Pdl. È stato segretario di An in riva al Serio e vice-coordinatore Pdl. Dimenticata la tessera di partito, si è dedicato alla professione. Medico radiologo all’ospedale di Crema, si è distinto per il suo impegno in prima linea nella lotta contro il covid. Romagnolo di Cesena, gli amici lo chiamavano Freccia per il carattere schietto, deciso ed estroverso. Ora non si sa.

Gianni Risari, un tempo lupetto dal pelo rosso e irto, oggi grigio, ma tutt’altro che bolso, può esibire un cursus honorum da leccarsi i baffi. Nato e rimasto democristiano, è stato deputato dell’Ulivo. Consigliere comunale di Crema, assessore, vicesindaco di Claudio Ceravolo, è il principale artefice della Comunità sociale cremasca. Mentore di Stefania Bonaldi, può essere soddisfatto per la carriera dell’allieva ma, discreto, non lo palesa. Si è ritirato dall’agone politico per dedicarsi agli scout, sua grande passione insieme al giornalismo e al Gagèt col sò uchèt, la maschera cremasca.

In queste settimane Orini e Borghetti sono stati indicati quali possibili candidati sindaco per il centrodestra alle prossime elezioni della capitale della Repubblica del Tortello. Risari è stato nominato presidente regionale di Noi di Centro, il movimento guidato da Clemente Mastella. (Cremonasera, 4 gennaio). Questa la cronaca. Ora alcune riflessioni. Centrodestra e Lega non godono di ottima salute se a pochi mesi dalle elezioni non hanno ancora trovato un candidato ufficiale e lasciano che segnalazioni avanzate da sconosciuti si rincorrano sulla stampa e nelle chiacchiere in piazza. È un silenzio ingombrante, sintomo di impotenza e di smarrimento, che autorizza a paragonare le segreterie di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega a dei dilettanti allo sbaraglio. Non è da escludere che nelle prossime settimane, con un colpo di teatro, centrodestra e Lega tolgano il coniglio dal capello. Auguri. Funziona negli spettacoli circensi e nella nostra provincia la politica è poco dissimile da un circo. Orini e Borghetti sono tanta grazia in un panorama politico così povero e depresso, che non solo non propone nuove figure di spicco, ma neppure mezze tacche e quasi tutte i protagonisti in attività e in carriera non sono da medaglia olimpica. Nulla da obiettare sulla qualità politico-amministrativa di Orini e Borghetti. Alcuni dubbi sorgono sul loro appeal elettorale. Ad un osservatore esterno, qualora uno dei due veterani venisse ufficialmente candidato e accettasse, la scelta potrebbe essere giudicata secondo il principio del piuttosto di niente, piuttosto, che non è un buon viatico per la vittoria. E poi entrambi sono il passato. Sono storia.

A complicare la situazione del centrodestra, c’è la discesa in campo di Simone Beretta, ex Forza Italia. È pronto a entrare nell’arena elettorale con una propria lista civica. Capitano di lungo corso, lo stagionato bucaniere bazzica la politica e frequenta l’aula degli Ostaggi da quando portava i calzoncini corti e andava all’oratorio. Diversamente da Orini e Borghetti, non ha mai smesso d’essere un animatore del dibattito politico-amministrativo locale. Crede nella missione che si è dato e il suo impegno è ammirevole, ma non sempre ha ottenuto i risultati sperati. Cresciuto alla vecchia scuola, ogni domenica e festa comandata, con sole o pioggia, espone il suo verbo in piazza Duomo al gruppo di fedelissimi con i quali si confronta e intanto condivide con loro caffè o aperitivo.

Se Atene piange, Sparta non ride. Anche il centrosinistra non ha una buona cera. La posizione sulle partecipate e sullo spappolamento dell’Area omogenea, certificano la malattia, ma sulla scelta del candidato sindaco, si è dimostrato più in salute del centrodestra. Dopo avere cercato in maniera maldestra e ridicola di proporre a Umberto Cabini, industriale e attuale presidente della Fondazione Adi, la candidatura e avere ricevuto un educato, ma fermo, no grazie, ha messo in pista la seconda opzione: Fabio Bergamaschi. Assessore in carica del Comune di Crema, ha dalla sua parte l’anagrafe, una buona cultura politica, un’esperienza amministrativa da non sottovalutare, l’entusiasmo di chi crede nel proprio agire. Non è l’ultimo arrivato, si presenta bene e ha già iniziato la campagna elettorale, quella sotterranea, fatta di incontri e di ricerca di alleanze.

Se il ritorno di Orini e Borghetti è, al momento, virtuale, quello di Risari è già vero, concreto. Per qualcuno è presagio di grossi guai e i mal di pancia sono in agguato. Per chi conosce bene il lupetto, sa che la sua è una scelta meditata, con un obiettivo preciso. E per lui l’unico motivo plausibile del rientro è il rafforzamento del centro. Mira alla costruzione di una forza politica autonoma, aperta alle istanze sociali, capace di dialogare con pari dignità con i colossi. Per dirla con le sue parole, aspira a «un centro degasperiano». Significa tutto o niente. È però chiaro che quelli sicuri di avere già messo in saccoccia i voti del centro risariano, ora perderanno questa certezza. Amico, se vuoi la mia dote la devi conquistare, fa capire l’ex deputato. E Risari è sempre stato esigente. In un mondo politico provinciale statico, fiacco, disorientato e nient’affatto autorevole il lupetto dal pelo rosso ora grigio, ma sempre irto, è l’unica novità che può movimentare le acque. E’ il king maker che decide la vittoria alle elezioni? Un fuoco di paglia? Un ballon d’essai? Belle domande.

Le proposte di candidature apocrife di Orini e Borghetti e la nomina regolare di Risari con tanto di imprimatur dei vertici di Noi di Centro, travalicano il significato specifico che le caratterizza. Si allargano e confermano la pochezza della politica locale e dei sui interpreti. La questione non riguarda solo Crema e il Cremasco, ma si estende all’intera provincia. La vicenda A2a-Lgh, l’inquinamento dell’aria di Cremona, quella del suolo della Tamoil, i ritardi cronici dei treni, le polemiche sulla sanità sono alcuni dei problemi aperti che la politica non ha saputo e non sa gestire con la determinazione necessaria per risolverli. Alla concretezza e all’azione sono state anteposte parole, tautologie, finezze semantiche e linguistiche con l’unico scopo di giustificare il proprio operato, anche se indifendibile.

Primum vivere, deinde filosophari. Prima l’ambiente, poi i musei. Prima i cittadini poi i posti nei consigli di amministrazione. Prima la politica, poi il partito. Prima il bene comune, poi gli appalti.
Per augurarmi un buon 1995, Giuseppe Tiranti, allora presidente di Aem, mi regalò «Gli uccelli nidificanti e svernanti nella città di Cremona» di Riccardo Groppali. Apprezzai il pensiero e fui sorpreso dalla dedica mutuata da una canzone di Francesco De Gregori. «Tu da che parte stai? Da chi ruba nei supermercati o da chi li ha costruiti rubando?».

Da allora non l’ho mai dimenticata. Oggi è di grande attualità. I nostri politici da che parte stanno? Orini, Borghetti e Risari un primo risultato lo hanno già ottenuto.

Antonio Grassi

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