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Socialisti cremaschi: sì ad aggregazioni del territorio

11 Dicembre 2022

La Comunità socialista cremasca segue da tempo e con interesse l’attività dell’Organismo politico amministrativo dell’Area Omogenea Cremasca. Al neo presidente Gianni Rossoni, che pare voler principalmente riprendere gli obiettivi contenuti nelle deliberazioni di tutti i consigli comunali del Cremasco, assunte da tempo, impegnanti la Provincia al riconoscimento delle Aree Omogenee, evidenziamo la necessità di recuperare il tempo perduto anche su un altro fronte, quello delle gestioni associate dei servizi comunali. L’Amministrazione provinciale, pur favorevole ad istituzionalizzare l’Area Omogenea Cremasca, non ha infatti ancora dato seguito al percorso attuativo, così come solo superficialmente si è impegnata a coordinare la definizione di un progetto generale per le gestioni associate delle funzioni comunali. Perplessità e rinvii vari hanno rallentato i processi previsti dalle normative emesse in questi anni, tutti sinteticamente tesi al superamento della frammentazione dei piccoli Comuni, alla razionalizzazione della spesa, ad una maggiore efficienza dei servizi, tramite convenzionamenti, unioni e fusioni tra i Comuni inferiori a 5000 abitanti.

L’adozione di un modello aggregativo rispetto ad un altro, senza una visione più ampia rispetto al perimetro delle singole aggregazioni, soprattutto quando motivate semplicemente dagli incentivi economici, ovunque ha mostrato risultati contradditori rispetto agli auspici. Nella realtà provinciale, si sente la mancanza di corollari indilazionabili quali  l’impegno determinante della Provincia, le disponibilità dei Comuni più grandi ad assecondare i processi associativi, l’evoluzione delle Aree omogenee del Cremasco, del Cremonese e del Casalasco, in ambiti riconosciuti come ottimali all’esercizio delle funzioni comunali in forme unitarie, in grado di garantire pari livello di servizio a tutti i cittadini. Senza questa presa di coscienza tra i 113 Comuni della provincia di Cremona, ove solo 12 superano i 5000 abitanti e appena 15 le piccole Unioni in essere, prima o poi saranno imposti accorpamenti forzosi nonché la soppressione dei presidi amministrativi più piccoli.

A fronte di tale realistica prospettiva, la Comunità socialista, rinnova il suggerimento ai Sindaci delle comunità obbligate alla gestione sovraccomunale dei servizi, forti del “peso demografico” che rappresentano, pari a circa la metà dell’intera popolazione provinciale, a coordinarsi decisamente per imprimere una accelerazione alla discussione dei temi sopra evidenziati, a tutti i livelli. Quindi pure nell’ambito della Regione Lombardia, ove giace, finora senza alcuna risposta, la delibera del consiglio provinciale di Cremona, a sostegno del riconoscimento formale dell’Area Omogenea Cremasca, per il quale sarebbe opportuno conoscere anche l’impegno o meno dei candidati in competizione alle prossime elezioni regionali. Sull’assetto e sulla configurazione della nostra provincia, restano tutt’altro che fuori luogo i confronti sulle aspettative esistenti dalle diversificate realtà che la compongono.

 

Virginio Venturelli

Comunità socialista cremasca

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