Enrico Mattei fu comandante partigiano e petroliere, uno degli uomini della DC che ricostruirono l’Italia dopo il disastro totale causato dalla guerra e dal Regime Fascista. Il 9 maggio 1945 lo si vede alla testa del corteo dei capi del CNL che prenderanno le redini del Paese.
Uomo dinamico, intraprendere, coraggioso e visionario, fu a capo di quel misero Ente Nazionale Idrocarburi fondato dal Duce e che Mattei trasformò in un colosso industriale e in un centro di potere senza precedenti: non solo gas e benzina, ma anche giornali e cospicui finanziamenti più o meno leciti a quel mondo politico italiano che è da sempre alla disperata ricerca di denaro per finanziare se stesso, i propri apparati e i propri elettori.
Tentò di raggiungere l’indipendenza energetica dell’Italia dagli USA, facendo accordi nel mondo con chiunque avesse energia da vendergli dall’India al Maghreb. Uomo pragmatico fino all’assenza di scrupoli, arrivò perfino a finanziare le rivoluzioni anticolonialiste in quei Paesi che potevano garantirgli gas e petrolio.
Sì mise contro tutti, Mattei: gli USA in primis, e in particolare le 7 Sorelle, come venivano chiamate le più grandi società petrolifere americane che avevano de facto il monopolio mondiale della gestione dei carburanti e con le quali egli ebbe degli scontri feroci. Si mise contro il suo stesso partito, la DC, che mal tollerava la sua indipendenza e le sue prepotenti intromissioni nella politica estera italiana. E si mise contro anche non poche nazioni europee colonialiste, la Francia in primis, che odiavano i suoi rapporti con i rivoluzionari che sarebbero diventati la nuova classe politica delle loro ex colonie.
Insomma, Mattei era il tipico uomo di grande talento che da un certo punto in poi smette di obbedire alle regole non scritte ma inviolabili del Sistema, e ci lascia la pelle.
Alle 18.55 di sabato 27 ottobre 1962 l’aereo personale sul quale il presidente dell’ENI sta raggiungendo Milano precipita in mezzo ai pioppi nella campagna di Bascapè in provincia di Pavia, a 7 chilometri da Linate. L’incidente appare da subito difficilmente spiegabile e la notizia è riportata in prima pagina da tutti i giornali del mondo, nonostante tutti gli spazi siano occupati dalla crisi dei missili sovietici a Cuba.
Da subito si ipotizza che l’aereo sia stato sabotato: la morte di Mattei faceva troppo comodo a molti, e le 7 Sorelle vengono immediatamente individuate come le principali sospette. Non dimentichiamo che l’America è ancora lontana dal 1975 e dalla Commissione senatoriale di inchiesta sulla CIA, che metterà uno stop al dilagare di colpi di Stato e assassinii organizzati o supportati dai Sevizi americani nel mondo. I sospetti pertanto sono più che leciti, e negli anni questa teoria si è di fatto cementificata come verità acquisita, che però non convince tutti. Troppo azzardo anche per gli americani far uccidere uno degli uomini più importanti del Mondo Libero di allora.
Ma allora chi è stato? Sempre più negli ultimi anni si è andata affermando una nuova teoria, che ancora una volta vede coinvolti i nostri cugini francesi… Stavolta si tratterebbe dei membri della Oas.la Organisation Armée Secrét, il potentissimo esercito illegale che i generali francesi ribelli a De Gaulle fondarono dopo il “tradimento” e la concessione dell’indipendenza alla Algeria.
Fu fondata nel 1961 e fu attiva per tutto il 1962 quando fu perseguitata e distrutta dal Governo francese in seguito ad un attentato al presidente De Gaulle: nell’agosto del 1962 la sua Citroën nera fu assalita e mitraglia e il grande generale di salvò per miracolo. L’OAS in Algeria organizzò decine di attentati, sequestri, torture e omicidi nel tentativo di difendere i cosiddetti Piedi Neri (i coloni francesi) e di far rimanere francese l’Algeria: dopo un guerra civile disastrosa che durava fin dal 1954, e in cui Algerini e francesi dettero veramente il peggio di loro, De Gaulle prese una di quelle decisioni laceranti che però fanno la storia dei grandi uomini, lasciò libera l’Algeria.
Per i francesi fu uno stappo insanabile: centinaia di coloni francesi furono trucidati dagli algerini (che del resto erano morti a migliaia) e migliaia furono espulsi e costretti a vagabondare come barboni per la Francia per anni.
Per la Destra francese De Gaulle era un traditore e andava ucciso, e gli algerini puniti. Fu una vera e propria guerra civile, ferita insanabile per la Francia di allora.
Basti pensare che a capo della OAS non stavano dei briganti improvvisati ma due personaggi di prim’ordine : il generale Raul Salan, il soldato più decorato di Francia, è George Bidault, che fu più volte primo ministro e ministro degli Esteri oltre che presidente della DC francese.
E proprio quando venne ucciso Mattei, Bidault e molti capi della OAS si trovavano in esilio a Roma dove vennero poi arrestati dal tanto discusso Federico Umberto D’amato e poi rispediti in Francia dove se la cavarono egregiamente: sapevano troppe cose per essere puniti e De Gaulle doveva riappacificare la Francia.
Mattei per l OAS aveva una colpa mortale che non poteva passare impunita: aveva finanziato Ben Bella, il capo dei ribelli algerini e futuro primo presidente della Algeria indipendente. Un italiano che si infila nei fatti francesi per guadagnare sul petrolio e finanzia le armi che uccidono i coloni? Niente di più inaccettabile.
Oggi siamo sostanzialmente certi che l’aereo di Mattei sia stato manomesso, e si trattava di un Moraine Saulnier M 760 di fabbricazione, guarda un po’, francese, e molti periti sostengono che solo dei tecnici francesi avrebbero potuto sabotarlo in modo così rapido, preciso ed efficace.
Chissà se anche qui come per Ustica il tempo sarà galantuomo e ci disvelerà la verità.
sovrintendente agli Archivi del Comune di Milano
docente di archivistica all’Università degli studi di Milano
Una risposta
I francesi sono marchettari per natura, si nascondono sempre molto bene dietro il dito degli americani, ma in questo caso hanno agito da soli, consapevoli che questo omicidio avrebbe fatto comodo a molti potenti, sia uomini che nazioni.
Non si tratta di vendetta, ma di pura convenienza, quell’omicidio aprì la via ad americani e francesi per passare per quelle vie che Mattei aveva faticosamente ideato e concretizzato da solo unitamente ai suoi più stretti collaboratori. Mattei lavorò e il vantaggio e il beneficio lo presero i francesi e i loro “cugini” americani e inglesi.
L’Italia come al solito lo prese in quel posto, tombale con il referendum abrogativo del 1987.
A venderci l’energia nucleare furono in seguito i francesi, e il gas i russi.
Tutto sommato questa guerra in Ucraina ci sta spingendo verso le soluzioni di Mattei.